Uomini e gender gap: fatelo leggere a tutti loro per favore!
di Giulia Bezzi - CEO di SeoSpirito e Founder Progetto Le ROSAOggi parlo agli uomini che avete accanto e a quelli che leggono questa rubrica, con il cuore in mano e, se posso dirla tutta, un momento di cedimento.
Una volta a settimana consegno i contenuti per il nostro carosello informativo sul gender gap alla mia social media manager Eva Beccia: devo dire che non sto mai bene alla fine delle mie letture.
Non sono una lottatrice delle cause perse, voglio solo vedere più donne serene, libere di andarsene di casa, di non vivere soprusi perché non ci sono soldi, di non vivere di sogni infranti, di rinunce, di assistenza e povertà pensionistica e di invidia, gelosia, diffidenza.
Voglio solo. Capite? Dico “solo” perché sono nostri diritti, perché non è giusto che non si faccia abbastanza, perché, uomini che mi leggete, avrete una moglie, una compagna, una figlia, una mamma, una nipote, una cugina che vive una vita impari.
Aiutateci, per primi, perché spesso facciamo le lotte sbagliate: quelle contro di noi, quelle in cui spicca la migliore sempre e le altre invidiano, quelle che non c’è una volta che la mettiamo giù sul personale e non sappiamo capire che essere valutate per le prestazioni è fondamentale per crescere in un posto di lavoro.
Aiutateci, per primi, quando pensate alle riunioni alle 18.00 di sera, perché state escludendo una donna che ha un carico domestico maggiore del vostro (non avete letto manco un dato finora?): fatele la mattina, che vi costa?
Aiutateci, per primi, a non farci arrotondare lo stipendio vostro, ma a lottare con noi per trovare ciò che amiamo fare durante il giorno e se ce ne usciamo con “mantienimi tu che io voglio prendermi un anno sabbatico per capire cosa fare della mia vita“, dateci un grandissimo 2 di picche: se vogliamo cambiare vita lo facciamo mantenendoci, come a voi tocca da secoli, perché questa è la verità. E piantiamola di far finta non lo sia.
Aiutateci, per primi, a chiedere il congedo parentale in barba a vostra moglie che si sente la dea della maternità e ha un figlio in braccio per la prima volta tanto quanto voi. E se i vostri colleghi vi chiamano “mammo” lottate con noi e diteglielo che esiste la parola papà.
Aiutateci, per primi, sedendovi con noi da piccole per insegnarci coding e giocare al piccolo chimico, scoprendo, così, la bellezza della tecnologia, basta regalarci solo Barbie e cucine, dateci la possibilità di crescere la nostra parte scientifica: non abbiamo un cervello meno pronto del vostro.
Aiutateci, perché siamo in tante a lottare per diritti costituzionali che dovremmo già avere, ma credetemi se vi dico, che sole, senza voi, non ce la facciamo. Non ce la facciamo.
3 Dicembre 2021 a 9:54
Bellissimo articolo che condivido pienamente e che dovrebbero leggere proprio TUTTI gli uomini a cominciare dal mio
3 Dicembre 2021 a 12:51
Grazie Eleonora,
io penso sempre che siamo uno l’alleato dell’altro. L’essere forti nel vincere questa battaglia sta a noi, ma dall’altra parte serve il nostro complementare che ha strumenti differenti di interazione e, spesso, dimentichiamo essere il nostro alleato. Non aspettiamo che ci aiuti in autonomia, non aspettiamo di prenderci le nostre pari opportunità, diciamolo e lavoriamoci insieme. Siamo l’uno la parte bella dell’altro, abbiamo tutti delle responsabilità, noi e loro, prendiamocele.