PERFORMANCE DEI MERCATI
MERCATI AZIONARI
L’inizio di questa settimana è stato caratterizzato dai positivi dati sui PMI, che hanno confermato il progressivo recupero da aprile in termini produttivi e a livello di servizi. La settimana è proseguita con il FMI che, alla luce degli ultimi dati disponibili, ha aggiornato al ribasso le proprie stime di crescita economica mondiale affermando (e spaventando gli investitori) che la pandemia lascerà cicatrici profonde sull’economia globale, sui conti pubblici e sull’occupazione con impatti “catastrofici”. La crisi a cui stiamo assistendo è ovviamente senza precedenti e le nuove stime prevedono una contrazione dell’economia nel 2020 del 4,9% equivalente ad una perdita di ricchezza oltre i 12,5 mila miliardi di dollari. L’effetto “bearish” del mercato è stato poi alimentato dall’aumento registrato dei contagi nelle varie geografie mondiali (Texas e Stati Uniti in primis con più di 2,4 milioni di casi, poi Messico, Brasile, India e Germania); boost finale di negatività offerto gentilmente dal ritorno di Mr Tariffs: gli US stanno pensando di introdurre ulteriori dazi contro diversi paesi europei per 1,3 miliardi di esportazioni facendo proseguire il “botta e risposta” storico il quale va avanti da anni in sede WTO. Insomma, dati macro più positivi (seppur non convincenti totalmente), reporting in vista che si preannuncia tutt’altro che eccezionale, ritorno della paura da covid-19 e l’ulteriore problema, del quale non si sentiva affatto la mancanza, dei dazi 2.0 tra USA e il resto del mondo (EU e Cina) sono stati l’anima del “news flow” della settimana. I mercati sembrano attendere ulteriori interventi governativi e da parte delle banche centrali: nonostante la severità della recessione il livello dei default rimane limitato, proprio grazie agli interventi eccezionali e alle azioni in tandem volte a sostenere il mercato su ogni fronte (compreso obbligazionario IG e HY). Gli effetti si vedono e si vedranno ancor di più sui dividendi e sui buyback “giustamente” sospesi e soprattutto sulle società che, dopo essere ricorse alle varie forme di aiuti, presenteranno e medio termine valori finanziari penalizzati in termini di maggiore debito, cash flow limitato e di conseguenza payout più bassi. Settore finanziario il più danneggiato sotto questo punto di vista, petroliferi a rischio e IT ed Utilities invece in pole. In termini di performance, SXXE in territorio negativo a -1,40% affossato dai settori ciclici Travel&Leisure -5,40%, Real Estate -3,20% e sorretto da HPC +0,30%. A livello di single names troviamo Natixis +10,40%, Hellofresh e Siemens Gamesa (+10%) tra i best della settimana, contro Wirecard (-96%) in caduta libera verso il nuovo target price assegnato dagli analisti (zero euro!). Eurostoxx 50 a -1,50% con Koninklijke, LVMH, Schneider Electric tra i best e Airbus, Amadeus IT e Safran tra i worst. In Europa si segnala positivamente la fine della litigation che coinvolgeva Bayer (a seguito dell’acquisizione con Monsanto) e relativo settlement (quasi totale) raggiunto dalla società tedesca. In Italia, FTSE MIB a -2,50% con Mediobanca -10%, Saipem -8% e Leonardo -7,60% tra i peggiori del listino e Interpump +4,80%, Diasorin +3% e FCA +2,40% tra i migliori. FTSE Mid Cap a -2% con Cattolica Assicurazioni a +34% (news della stake del 24% di Generali), MPS +7,60% tra le best contro Dea Capital, Safilo ed OVS tra le worst. Sul fronte americano, S&P500 a -2,30% trainato da Comp&Elect +6% e Tech +3,90% ma fermato da Splc Con Svc -13% e Dept Stores -12%. Nasdaq -1% con valore massimo storico registrato martedì 23 giugno. Dow Jones a -2,80%. Petrolio a circa 40$/barile.
A cura del teamCore Equity Value di Mediobanca SGR
PERFORMANCE MERCATI AZIONARI – Dati aggiornati alle ore 17.30 del 26 giugno 2020
VIEW STRATEGICA: l’ampia liquidità messa a disposizione dalla Banche Centrali, gli interventi di stimolo fiscale e i possibili flussi in ingresso sosterranno un ulteriore recupero del ciclo economico che supporterebbe il trend positivo dei mercati. |
MATERIE PRIME E VOLATILITA’
Pesa l’aumento dell’avversione al rischio sul prezzo delle materie prime. Il prezzo del petrolio si stabilizza sotto i 40 dollari al barile risentendo della pubblicazione delle previsioni del FMI, che ribadiscono prospettive per una più lenta ripresa della domanda globale. Debole anche il dato delle scorte debole settimanali EIA. Le riserve di greggio sono infatti salite di 1,44 milioni di barili contro attese di 1.14, male anche il dato settimanale sulle benzine che scendono ma meno di quanto atteso, testimoniando uno scarso consumo negli Stati Uniti. Scendono gli stock strategici a Cushing ma solo di 991.000 barili.
Sia il VIX che la volatilità azionaria a più lunga scadenza restano a livelli elevati.
Dati aggiornati alle ore 17.30 del 26 giugno 2020
TASSI DI CAMBIO
Settimana volatile per il dollaro statunitense, che a partire da mercoledì è tornato ad apprezzarsi recuperando buona parte del calo subìto all’inizio di settimana. A favorire la valuta statunitense è stata aumento dell’avversione al rischio innescato dall’aumento di nuovi casi di infezione, la revisione al ribasso delle stime di crescita da parte del FMI e dalle nuove tensione commerciali USA-Europa. Se, alla luce del nuovo aumento dei contagi, l’avversione al rischio dovesse aumentare, il dollaro avrebbe spazio per rafforzarsi ulteriormente a livello generalizzato. L’euro si è lievemente indebolito sul recupero generalizzato del dollaro. In questi giorni la moneta unica risente negativamente anche del rischio di nuovi dazi USA su prodotti europei. Eventuali sorprese positive dai dati potrebbero favorire l’euro se contemporaneamente i dati USA dovessero invece deludere. Nel mese di luglio entreranno nel vivo i negoziati per il Recovery Fund, che potrebbero aggiungere volatilità al cambio. L o yen è sceso sul generalizzato rafforzamento del dollaro, ma di poco in quanto condivide con il biglietto verde il ruolo di valuta rifugio. Anche la sterlina si è indebolita ancora sull’ulteriore rafforzamento del dollaro. Fermo restando che anche nel caso della valuta britannica nel breve il driver principale dovrebbe restare la dinamica del dollaro in risposta all’evoluzione dell’avversione al rischio sugli sviluppi della pandemia, il tema che tornerà alla ribalta nelle prossime settimane sono i negoziati con l’UE. Le trattative verranno infatti intensificate nel mese di luglio, dopo che il Regno Unito ha reso noto di non voler chiedere un’estensione del periodo di transizione.
Dati aggiornati alle ore 17.30 del 26 giugno 2020
VIEW STRATEGICA: con l’incupirsi delle prospettive per l’economia globale, il dollaro USA si avvantaggerà del suo ruolo di valuta rifugio. |
PERFORMANCE DEI MERCATI
MERCATI DEI TITOLI GOVERNATIVI
Il mercato continua ad osservare attentamente i numeri sui nuovi casi da COVID-19: non si placa l’aumento dei contagi a livello globale e specialmente negli Stati Uniti. Il tutto mentre tornano segnali di possibile intensificazione delle tensioni commerciali tra USA e resto del mondo e il Fondo Monetario Internazionale ha dato uno drastica sforbiciata alle stime di crescita globali. In questo contesto, buona parte degli investitori rimangono in apprensione e si mantiene solida la domanda di safe-heaven asset (Treasury e Bund) soprattutto del tratto 10-30 anni della curva dei rendimenti.In Area Euro, la sessione è stata caratterizzata principalmente da acquisti sui governativi core. Ancora movimento di flattening delle curve: ottima la performance della parte extralunga della curva a seguito del sindacato sul 100y Austria (l’emissione sindacata austriaca del nuovo titolo a 100 anni che ha visto collocare 2 Mld€ a fronte di richieste pari a 17,7 Mld€). Leggermente più deboli i titoli di stato italiani nelle ultime sedute, in vista delle aste di fine mese: da domestici si sono visti interessi sul nuovo 5y Btpei e sul tap del Ctz in asta, mentre gran parte di flussi di secondario si sono concentrati su area 3-4 anni dove si confermano diversi interessi in acquisto da banche.
A cura del team obbligazionario di Mediobanca SGR
PERFORMANCE DEI TITOLI DI STATO – Dati aggiornati alle 17.30 del 26 giugno 2020
VIEW STRATEGICA
Governativo US: il taglio precauzionale e preventivo della Fed di 50 bps ad inizio marzo, coerente con i timori di diffusione del Coronavirus su scala globale, ha riportato i rendimenti governativi abbondantemente sotto l’1% sulle principali scadenze. Alla luce della volatilità nell’attuale fase (possibili ulteriori tagli e funzione di hedge) manteniamo una view neutrale. Governativo Euro: non si identifica valore in questa asset class a fronte di rendimenti ampiamente negativi i nparticolare delle emissioni tripla A (YTM bund -0,75%). |
PERFORMANCE DEI TITOLI CORPORATE – Dati aggiornati alle 17.30 del 26 giugno 2020
VIEW STRATEGICA
Corporate IG: l’easing monetario potrebbe sostenere ulteriormente l’asset class da preferire, soprattutto in Europa, rispetto al segmento più speculativo (high yield) e a quello governativo in quanto presenta un profilo rischio/rendimento i più interessante in questa fase di difficile previsione dell’evolversi dei rischi di scenario.
Corporate HY: nonostante un ulteriore deterioramento dello scenario base potrebbe impattare gli emittenti più deboli riportando a livelli più elevati i tassi di default, l’entità delle politiche monetarie e fiscali si configurano come possibili elementi di stabilizzazione.
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