La settimana finanziaria
di Mediobanca S.p.A.IL PUNTO DELLA SETTIMANA: la Cina punta a una “prosperità condivisa”, ma ne sbaglia la comunicazione
- Il processo normativo in atto in Cina sta aumentando l’avversione al rischio degli investitori …
- … nonostante si inserisca in un progetto di lungo periodo mirante a una crescita sostenibile e socialmente responsabile.
- Le difficoltà di interpretazione e l’imprevedibilità dei singoli interventi continua a mantenere elevata la volatilità sui mercati finanziari, limitando nel breve termine la crescita economica.
Nei mesi di agosto e settembre il Governo cinese ha intensificato il processo di revisione normativa (Fig.1) con provvedimenti volti ad assicurare un maggior presidio statale e una maggiore regolamentazione in alcuni settori specifici, tra cui le piattaforme internet, l’istruzione on-line e i mercati immobiliari. I provvedimenti si collocano all’interno dell’ambizioso progetto del Presidente Xi Jinping, che persegue un nuovo concetto di prosperità, da lui definita come “prosperità condivisa”, anche attraverso la redistribuzione dei redditi allo scopo di ridurre la disuguaglianza sociale del paese. Il presidente Xi Jinping ha esposto questo concetto lo scorso 17 agosto durante il suo discorso al Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese per gli affari finanziari ed economici, suggerendo che la “prosperità comune” è un requisito fondamentale del socialismo, necessario per bilanciare la crescita e garantire la stabilità finanziaria. Il leader cinese ha sottolineato la necessità di “aggiustare i redditi eccessivamente alti”, “rettificare la loro distribuzione” e promuovere “la prosperità condivisa”. Dopo la sua riunione, il Comitato Centrale ha chiesto di “regolare ragionevolmente i redditi in eccesso” e di incoraggiare gli individui e le imprese ad alto reddito a “restituire di più alla società”.
Gli esponenti governativi sembrano non essere stati in grado di comunicare in modo univocamente chiaro ai mercati e agli interlocutori internazionali questa nuova ridefinizione normativa, volta a spostare le priorità della governance dalla sola crescita all’equilibrio/bilanciamento tra crescita e sostenibilità. Ciò ha comportato un aumento dell’avversione al rischio degli investitori esteri e un calo del mercato azionario. Anche nel 2015-2016 il sell-off del mercato fu innescato dal tentativo della People’s Bank of China (PBoC) di regolare il funzionamento del tasso di cambio. Un errore sia di comunicazione politica che di esecuzione comporto un forte calo dei mercati cinesi. Analogamente, il recente sell-off è stato innescato dal processo di revisione normativa, ma continua ad essere il riflesso di una comunicazione inadeguata e di metodi di applicazione della normativa più veloci e diversi rispetto a quelli dei paesi occidentali. Probabilmente per questo gli alti funzionari cinesi hanno cercato di riformulare la narrazione relativa alla stretta normativa della Cina e alla “prosperità comune”. Il 20 agosto il quotidiano economico statale ha definito le recenti azioni di regolamentazione e il conseguente sell-off del mercato come un costo di breve termine imposto da una crescita sana di lungo termine. Un alto funzionario economico, Han Wenxiu, ha incentrato su questo tema il suo intervento in un briefing a Pechino il 26 agosto, spiegando che l’attuazione di una “prosperità comune si richiede un lavoro adeguato a espandere la torta e dividere la torta … Noi non “uccideremo i ricchi per aiutare i poveri'”.
Analizzando la percentuale di interventi nei diversi settori si nota che la maggior parte è rivolta al comparto internet (Fig. 2). Il settore tecnologico cinese è infatti uno dei maggiori e di maggior successo, paragonabile a quello statunitense in termini di dimensione, scala e portata, specialmente nelle piattaforme internet dei consumatori. Per questo, è ragionevole che il governo cinese voglia correggere i comportamenti e le pratiche industriali che ostacolano il suo obiettivo di crescita sostenibile e socialmente responsabile, adottando azioni per salvaguardare i dati dei consumatori e garantire la sicurezza, proteggendo i lavoratori della “gig economy” e uguagliando le condizioni educative per le famiglie a basso reddito. Queste motivazioni sono sorprendentemente simili alle preoccupazioni che assillano altri paesi in tema di possibili abusi di potere di mercato, sicurezza dei dati e privacy dei consumatori nell’era digitale, benché la velocità d’azione propria del Governo cinese nell’attuare interventi proattivi non sembra essere propria dei sistemi occidentali. In questo contesto gli analisti finanziari appaiono divisi nell’interpretazione degli interventi e sulle ricadute economiche per crescita e prospettive di investimento del nuovo ambiente normativo. Una parte teme che un’eccessiva regolamentazione possa ridurre l’imprenditorialità privata, compromettendo la capacità innovativa e quindi la produttività. A nostro avviso nel medio periodo sembra ragionevole attendersi che le autorità cinesi, così come quelle USA e UE, troveranno il giusto equilibrio tra i regolamenti necessari a salvaguardare l’interesse pubblico e le libertà, utili a promuovere l’innovazione, l’imprenditorialità e la creazione di valore. L’innovazione tecnologica sembra la chiave per risolvere molte sfide globali, come il cambiamento climatico, e il governo cinese ne è consapevole. Infatti, il cosiddetto “hard tech” (semiconduttori, l’industria, l’IA, la robotica, la medical tech e la clean tech) è stato risparmiato dalla recente regolamentazione, che invece ha avuto un impatto significativo sul settore internet rivolto ai consumatori, tra cui fintech, e-commerce, social media, giochi e tecnologia dell’istruzione. Alcuni settori come l’energia rinnovabile e la clean tech hanno nei fatti beneficiato di un maggiore sostegno da parte del governo, data la priorità nazionale accordata alla transizione verso un’economia più ecologica. Probabilmente è ancora presto per assistere a una vera e propria svolta nell’ambiente normativo e una moderazione di questi interventi, anche se la scala e la portata di eventuali nuove misure potrebbero essere meno dirompenti e soprattutto essere comunicate con maggior efficacia. Nel lungo periodo, riteniamo che l’investimento verso gli asset cinesi potrà continuare a beneficiare di una solida crescita economica e di una maggior capacità di diversificazione rispetto ad altre aree geografiche, ricordando che l’economia cinese, orientata al mercato interno, e una politica monetaria (che non è in gran parte influenzata da quelle delle economie sviluppate) si traduce in cicli economici che spesso possono divergere dai principali mercati globali.
Tuttavia, i dati congiunturali mostrano una debolezza di breve periodo come riflesso di una combinazione di fattori (recenti misure di irrigidimento normativo, evoluzione dei contagi). Ad agosto i principali indicatori economici hanno continuato ad indebolirsi, deludendo le aspettative (Figg 3-4-5). La produzione industriale è aumentata del 5,3% a/a, contro il 6,4% su base annua di luglio. La produzione di elettricità, automobilistica e di metalli ferrosi hanno mostrato un significativo rallentamento della crescita su base annua, sebbene la produzione farmaceutica abbia accelerato. La crescita delle vendite al dettaglio è decelerata bruscamente al 2,5% a/a. Gli investimenti in attività fisse sono stati abbastanza in linea con le aspettative – sia la crescita degli investimenti manifatturieri e immobiliari è rallentata, mentre il calo degli investimenti in infrastrutture si è ridotto. L’atteso recupero del settore dei servizi e dei consumi rischia di non concretizzarsi neanche a settembre, o di essere molto contenuto, a causa delle misure di contenimento dei focolai di Covid-19 sorti nei giorni scorsi in alcune città della provincia del Fujian. Queste misure potrebbero infatti far deragliare la ripresa dei servizi, proprio durante le festività del Festival di metà Autunno (19-21 settembre) e quelle per la giornata nazionale (proclamazione della Repubblica Popolare il primo ottobre 1949) che si protraggono per una settimana (1-7 ottobre), nonché avere un impatto negativo sugli approvvigionamenti visto che la provincia è un grosso snodo commerciale.
Fig.1: Pechino ha intensificato le azioni normative tra agosto e settembre (fonte dati: Cornestone) | Fig.2: in termini settoriali, le azioni normative hanno riguardato le piattaforme internet (fonte dati: Cornestone) |
Fig. 3: I dati di attività economica di agosto evidenziando che l’ondata di contagi ha colpito in particolare il settore dei servizi mentre il settore industriale ha retto meglio… |
Fig. 4: … sebbene la produzione industriale abbia iniziato a rallentare |
Fig. 5: La maggior sorpresa al ribasso è venuta dalle vendite al dettaglio che hanno subito una brusca frenata |
Fig. 6: Il tasso di vaccinati in Cina è elevato e dovrebbe assicurare una progressiva riduzione dei contagi |
A cura di Teresa Sardena, Mediobanca SGR
SETTIMANA TRASCORSA
EUROPA: confermata al 3% l’inflazione ad agosto
ASIA: in Cina i dati di attività economica relativi al mese di agosto sono stati inferiori alle attese
USA: l’inflazione di agosto
LA PROSSIMA SETTIMANA: quali dati?
- Europa: la settimana prossima saranno pubblicati gli indici PMI preliminari sia manifatturieri che dei servizi e forniranno un importante aggiornamento sull’impatto dell’ondata di infezioni del Delta sull’attività economica. Saranno pubblicate anche altre survey a livello dei singoli paesi, l’indice IFO in Germania e la BNB in Belgio, che offriranno un po’ di colore sulle prospettive dell’attività commerciale e dei profitti europei.
- Stati Uniti: L’attenzione dei mercati è rivolta alla riunione del FOMC di mercoledì. Inoltre, gli indici preliminari PMI saranno pubblicati anche negli Stati Uniti. Inoltre, saranno resti noti i dati sul mercato immobiliare (Il sondaggio NAHB per settembre, Housing Starts e New Home Sales per agosto)
- Asia: in Giappone sarà pubblicato l’indice dei prezzi al consumo relativo al emse di agosto e l’indice PMi manifatturiero preliminare relativo al mese di settembre.
A cura della Funzione Asset Allocation
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