La settimana finanziaria
di Mediobanca S.p.A.IL PUNTO DELLA SETTIMANA: politica monetaria ampiamente restrittiva nel 2023
- Come atteso il FOMC ha consegnato un aumento del fed fund rate di 50 pb a 4,5% e un movimento verso l’alto del dots plot, che adesso segnala 5,25% come punto di arrivo per i tassi nel 2023.
- In una riunione dai toni piuttosto hawkish, la BCE ha alzato i tassi di 50 pb, segnalando che questi dovranno aumentare ancora “in maniera significativa” e a “ritmo sostenuto” per contenere l’inflazione. Il QT inizierà a marzo, con un ritmo mensile di 15 miliardi di euro fino alla fine del secondo trimestre.
- La SNB ha alzato i tassi di 50 pb, portandoli all’1%, ribadendo che ulteriori aumenti saranno necessari per assicurare la stabilità dei prezzi
- La BoE ha alzato i tassi di 50 pb per la nona volta consecutiva, mostrando un Board molto diviso nella votazione.
- Altre banche (Bank of Canada, Reserve Bank of Australia e Norges Bank) si sono mosse più lentamente a dicembre, con aumenti di 25 pb.
A dicembre le banche centrali hanno ridotto il passo degli aumenti dei tassi di interesse, ma non hanno segnalato la volontà di fermare il processo di restringimento delle condizioni monetarie, considerato il livello ancora elevato dell’inflazione. La Fed (Federal Reserve), la BCE (Banca Centrale Europea), la BoE (Banca d’Inghilterra) e la SNB (Banca Nazionale Svizzera) hanno aumentato i tassi di interesse di 50pb, passando da una velocità tre volte superiore al normale ad una due volte superiore. Altre banche (Bank of Canada, Reserve Bank of Australia e Norges Bank) si sono mosse più lentamente a dicembre, con aumenti di 25 pb.
Il passo dei prossimi aumenti dei tassi sarà ridotto, mentre il terminal rate potrebbe risultare superiore alle aspettative di alcuni mesi fa e il lasso di tempo in cui la politica monetaria resterà restrittiva potrebbe essere più lungo di quanto atteso dal mercato. Nel 2023 la politica monetaria resterà restrittiva, cercando un equilibrio tra la lotta all’inflazione, che pur in rallentamento resterà vischiosa, e il rischio di instabilità finanziaria. La crescita economica influirà maggiormente nelle decisioni di politica monetaria. La principale sorpresa della settimana è stata il tono hawkish della BCE: mentre Powell ha esitato sulla questione se il prossimo rialzo sarà di 25 o 50pb, Lagarde ha affermato che sono in arrivo più rialzi di 50pb. Jerome Powell ribadisce che non taglierà il costo del denaro nel 2023 La riunione del FOMC di dicembre ha consegnato come da attese un rialzo dei tassi di 50pb, portando il fed fund rate a 4,50%. Contestualmente, il FOMC ha alzato di 50pb la proiezione del picco del fed fund rate nel 2023, portandolo al 5-5,25%. Questo movimento, ampiamente anticipato dalle parole pronunciate da J. Powell al Brooking Institute, è stato determinato da un aumento delle proiezioni sull’inflazione per il 23 e il 24 rispetto a settembre. IL OFM ha rivisto al rialzo la previsione dell’inflazione al 3,5% a fine 23 e al 2,5% e a fine 24 contro il 3,1% a fine 23 e il 2,3% a fine 24 della proiezione di settembre, nonostante i due migliori dati sull’inflazione e l’impatto dei due ulteriori rialzi. La Fed sta segnalando che rimane unanime nel suo proposito di ridurre l’inflazione e che avrà bisogno di “prove sostanzialmente maggiori” sul raffreddamento dell’inflazione prima di fermarsi. Nel valutare le prospettive dell’inflazione, J. Powell ha giustificato la proiezione di un’inflazione più elevata sulla base di un punto di partenza più alto alla fine del 2022 e dell’impatto di un mercato del lavoro più forte, più a lungo, e di salari elevati. Christine Lagarde ribadisce che il pivot di politica monetaria è lontano nell’Area Euro La BCE ha aumentato di 50pb i tre tassi di interesse di riferimento (2,50%, per le operazioni di rifinanziamento principali, 2,75% per quelle marginali e 2% sui depositi presso la banca centrale) e rivisto significativamente al rialzo le proprie proiezioni sull’inflazione, che raggiungerà l’8,4% nel 2022, per poi scendere al 6,3% nel 2023. L’inflazione dovrebbe poi raggiungere una media del 3,4% nel 2024 e del 2,3% nel 2025. Pertanto, la BCE prevede un’inflazione superiore al target del 2% per tutto l’orizzonte previsivo. L’inflazione core al netto dell’energia e dei generi alimentari dovrebbe essere in media del 3,9% nel 2022 e salire al 4,2% nel 2023, prima di scendere al 2,8% nel 2024 e al 2,4% nel 2025. Relativamente alle previsioni di crescita, la BCE ha ridotto la sua valutazione sulla crescita del PIL nel breve periodo, ma ha mantenuto una visione molto positiva per il lungo periodo. L’economia dell’Area Euro potrebbe subire una contrazione nel trimestre in corso e in quello successivo, a causa della crisi energetica, dell’elevata incertezza, dell’indebolimento dell’attività economica mondiale e dell’inasprimento delle condizioni di finanziamento. Secondo le ultime proiezioni dello staff dell’Eurosistema, una recessione sarebbe relativamente breve e poco profonda. La crescita dovrebbe comunque essere contenuta l’anno prossimo: le proiezioni dello staff dell’Eurosistema prevedono ora una crescita dell’economia del 3,4% nel 2022, dello 0,5% nel 2023, dell’1,9% nel 2024 e dell’1,8% nel 2025. Ciò che ha sorpreso maggiormente il mercato è stato il tono particolarmente hawkish della conferenza stampa: l’annuncio che i tassi saranno alzati ancora in misura non marginale è stato ripetuto più volte sia nello statement e sia nella conferenza stampa ed è stato rafforzato dalla revisione delle previsioni. Nella conferenza stampa, inoltre, Lagarde ha rimarcato che il Consiglio Direttivo ritiene che non basterà portare i tassi per breve tempo in territorio restrittivo, ma che dovranno restarci per un po’ di tempo. Il passo sostenuto dovrebbe essere coerente con almeno un’altra mossa di 50 pb, almeno nella riunione di febbraio. Di conseguenza, il mercato ha rivisto al rialzo i tassi terminali della BCE di 20 pb, portandoli al 3,18%. La BCE ha inoltre annunciato che inizierà il tapering della APP a marzo 2023, con una riduzione dei reinvestimenti di 15 miliardi di euro al mese in media fino a giugno 2023. Potrebbe poi accelerarne il ritmo, portando il calo dei reinvestimenti al 75%, fino a non effettuare alcun reinvestimento nel 2024. Il tono particolarmente hawkish della BCE si è tradotto in un ampio movimento del mercato: i rendimenti a 2 anni sono aumentati di 25 bp, gli spread BTP-Bund sono più ampi di 10 bp. Il movimento più pronunciato, tuttavia, è stata la sottoperformance dei Bund rispetto agli UST, con spread a 10 anni più stretti di 30 bp nella settimana. Anche la Swiss Bank continuerà ad aumentare il costo del denaro La Banca Nazionale Svizzera ha aumentato per la terza volta nel 2022 il tasso di interesse di riferimento di 50 pb, portandolo all’1%. L’aumento, che giunge in concomitanza con l’inasprimento della politica di altre banche centrali, ha portato i tassi di interesse svizzeri al livello più alto dalla crisi finanziaria globale di 14 anni fa. “Non si può escludere che ulteriori aumenti del tasso di riferimento della BNS siano necessari per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio termine”, ha dichiarato l’istituto centrale in un comunicato Bank of England (BoE) sembra più vicina al pivot La BoE ha alzato i tassi al 3,50% (dal precedente 3,00% di novembre), con un voto molto frammentato del suo Board: sei membri a favore di +50 pb, due a favore di tassi immutati e uno a favore di +75 pb. Questa divisione all’interno del MPC è stata percepita come particolarmente dovish dai mercati. La maggioranza del Comitato ha ritenuto che, se l’economia si evolvesse in linea con le proiezioni del rapporto sulla politica monetaria di novembre, potrebbero essere necessari ulteriori aumenti del bank rate, come comunicato dal Governatore Bailey nella abituale lettera al Cancelliere dello Scacchiere Hunt. La BoE ha chiarito, ancora una volta, come il livello di arrivo del bank rate stimato dal mercato resti comunque molto al di sopra delle proiezioni della banca centrale e di quello utilizzato nei modelli previsivi impiegati per le sue previsioni e le conseguenti scelte di politica monetaria. |
Fig. 1: Nonostante l’inflazione US abbia raggiunto il picco, J.Powell segnala che non vi saranno tagli dei tassi nel 2023
Fig. 2: J. Powell ha giustificato la proiezione di un’inflazione più elevata sulla base di un punto di partenza più alto alla fine del 2022 e dell’impatto di un mercato del lavoro più forte, più a lungo, e di salari elevati Fig. 3: Le SEP di questo FOM hanno modificato lo scenario previsivo su diverse dimensioni, con implicazioni complessivamente hawkish. Fig. 4: La BCE prevede che l’inflazione resterà sopra il target per tutto l’orizzonte previsivo ed una breve e poco profonda recessione a inizio 2023 Fig.5: Un’inflazione europea più vischiosa giustifica il tono più hawkish della BCE.
|
A cura di Teresa Sardena, Mediobanca SGR
SETTIMANA APPENA TRASCORSA
EUROPA: a ottobre forte calo congiunturale per la produzione industriale Area Euro
ASIA: rallentano ancora le vendite al dettaglio in Cina
USA: l’inflazione core rallenta ancora: 0,2% m/m a novembre
La seguente tabelle riportano la heatmap delle variazioni mensili delle componenti dell’inflazione al consumo, negli ultimi mesi aiutando nell’esemplificazione dei movimenti delle singole componenti.
LA PROSSIMA SETTIMANA: Quali dati?
- Europa: in Italia, Germania e Area Euro nel suo complesso sarà pubblicato il dato sulla fiducia dei consumatori; in Italia verranno pubblicati anche il dato sulla fiducia delle imprese, l’indice dei prezzi alla produzione e l’indice sul sentiment economico. In Germania sarà la volta degli indici IFO e dell’indice dei prezzi alla produzione. In Spagna troviamo l’indice dei prezzi alla produzione e il Pil finale del terzo trimestre. Conclude il quadro la Francia con l’indice dei prezzi alla produzione e le vendite al dettaglio.
- Stati Uniti: Verranno inoltre pubblicati la terza lettura del Pil del terzo trimestre, la fiducia dei consumatori, gli ordinativi di beni durevoli, il Leading Index, l’indice National Activity della Fed di Chicago e il saldo delle partite correnti.
- Asia: il Giappone vedrà la pubblicazione dell’inflazione di novembre, degli ordini di macchine utensili e del Leading Index.
A cura della Funzione Asset Allocation
Il presente documento (il “Documento”) è stato preparato dalla Funzione Asset Allocation di Mediobanca SGR SpA (la “SGR”) a scopo puramente informativo. Il documento non ha carattere di offerta, invito ad offrire, o di messaggio promozionale finalizzato all’acquisto, alla vendita o alla sottoscrizione di strumenti/prodotti finanziari di qualsiasi genere. Inoltre, esso non è inteso a raccomandare o a proporre una strategia di investimento in merito a strumenti finanziari. In particolare, il presente Documento non costituisce in alcun modo una raccomandazione personalizzata; lo stesso è stato predisposto senza considerare gli obiettivi di investimento, la situazione finanziaria o le competenze di specifici investitori. Il presente Documento è proprietà di Mediobanca SGR; esso non può essere riprodotto o pubblicato, nemmeno in una sua parte, senza la preventiva autorizzazione scritta della SGR. Le informazioni, opinioni, valutazioni e/o previsioni contenute nel presente Documento (le “Informazioni”) si basano su fonti ritenute autorevoli ed attendibili; tuttavia, la SGR non assume alcuna responsabilità per eventuali errori od omissioni né potrà considerarsi responsabile per le eventuali perdite, danni o conseguenze di qualsivoglia natura (legali, finanziarie o fiscali) che dovessero derivare dal fatto che si sia fatto affidamento su tale Documento. Ciascun investitore dovrà pertanto assumere le proprie decisioni di investimento in modo autonomo, tenuto conto delle sue caratteristiche e dei suoi obiettivi di investimento, e a tale scopo non dovrà basarsi, prioritariamente o esclusivamente, sul presente Documento. I rendimenti passati, eventualmente rappresentati nel Documento, non sono indicativi né garantiscono gli stessi rendimenti per il futuro. Le Informazioni contenute nel presente Documento costituiscono valutazioni aggiornate alla data della sua produzione e potrebbero variare nel tempo, senza necessità di comunicazione da parte della SGR.