La settimana finanziaria
di Mediobanca S.p.A.IL PUNTO DELLA SETTIMANA: la “civetta” e la “colomba” confermano la loro stance espansiva
- Nel 2020 le due sponde dell’Atlantico rivedranno le loro strategie di politica monetaria
- La Fed resta on hold, cosi come la sua strategia asimmetrica (come prossima decisione resta più probabile un taglio rispetto a un suo rialzo del costo del denaro)
- La BCE resta pronta a supportare uno scenario economico debole seppur in miglioramento
In settimana si sono tenute le riunioni di politica monetaria di Fed e BCE. Come atteso, entrambe le banche centrali non hanno variato la propria politica monetaria, reiterando la view sulla congiuntura economica ed evidenziando la volontà di una revisione delle rispettive strategie di politica monetaria.
Negli Stati Uniti la Fed resta dovish, il FOMC ha ribadito che resterà on hold nei prossimi mesi e che resta necessario un cambiamento significativo nei dati economici per indurre il prossimo cambiamento di politica monetaria. Dopo la riunione del 30 ottobre la posizione della Fed è divenuta asimmetrica (come prossima mossa è più probabile un taglio che non un aumento del costo del denaro) e lo è rimasta anche dopo la riunione di questa settimana. La variazione più significativa nello statement è stata la rimozione della frase che menzionava la presenza di incertezze sulle prospettive economiche. Ciò segnala una maggior fiducia nella diminuzione dei rischi globali che hanno penalizzato le prospettive dell’economia statunitense. Il FOMC ha pubblicato anche le nuove proiezioni macroeconomiche, invariate per tutte le variabili, con l’eccezione del tasso di disoccupazione rivisto al ribasso su tutto l’orizzonte predittivo e nel suo valore di lungo periodo, portato a 4,1%. Il sentiero dei dots si è spostato verso il basso, con la mediana delle aspettative sui tassi (stabile nel 2020 sui livelli attuali, un rialzo nel 2021 e un altro nel 2022). Non è stato modificato il livello stimato per la neutralità (2,5%) per tutto l’orizzonte predittivo. La conferenza stampa ha, quindi, avvalorato la nostra view che qualsiasi futura variazione dei tassi a lungo termine e lo steepening della struttura a termine dipenderà principalmente dalla variazione del term premium. Conseguentemente, per avere tassi di interesse più elevati e una curva dei rendimenti più ripida resta necessario un continuo miglioramento delle prospettive globali. Nell’Area Euro, Christine Lagarde ha tenuto la sua prima conferenza stampa in qualità di presidente della BCE, ribadendo la sua continuità con la precedente strategia di politica monetaria e affermando il proprio stile, definendosi “una saggia civetta”, né colomba né falco. Due sono stati i principali punti di attenzione: la pubblicazione delle nuove previsioni di crescita ed inflazione, che ribadiscono la necessità di una politica monetaria ampiamente accomodante, nonché la discussione sulla revisione della strategia di politica monetaria della BCE, che potrebbe portare ad una sua importante rimodulazione. Le nuove proiezioni puntano a una chiusura dell’anno in corso con stime migliori delle precedenti, per il 2019 pari a 1,2% (da 1,1% atteso in settembre), ma per il 2020 in rallentamento a 1,1% (le previsioni di settembre prevedevano un’accelerazione dell’attività economica nel 2020). La crescita attesa resta invariata a 1,4% per il 2021 e per 2022, anno per cui le previsioni sono state diffuse per la prima volta. Inoltre, i rischi restano rivolti verso il basso a causa dello scenario internazionale, in particolare per l’incertezza sul commercio globale. Cambia leggermente anche il profilo temporale per l’inflazione, confermata all’1,2% per quest’anno e in discesa, ma meno di quanto atteso in precedenza, all’1,1% per il 2020. L’attesa è poi per una nuova accelerazione (ma minore delle precedenti previsioni) nel 2021 a 1,4%, per arrivare all’1,6% nel 2022, livello definito dalla Lagarde ancora non soddisfacente in termini di obiettivo (“inferiore ma vicino al 2%”), seppur con un sentiero nella giusta direzione. La revisione della politica monetaria inizierà in gennaio e sarà ultimata entro gennaio 2020, in quanto, come ribadito durante la sessione di Q&A, è necessario un tempo limitato per non generare incertezza sui mercati. La revisione della strategia non modificherà l’obiettivo ultimo della BCE, ossia la stabilità dei prezzi, sancita dai Trattati Europei, ma probabilmente riguarderà tutti gli aspetti della politica della BCE, compresi presumibilmente una rimodulazione della valutazione delle variabili rilevanti per l’inflazione, del processo di monitoraggio della banca centrale e della valutazione dei rischi, degli obiettivi intermedi e degli strumenti e conseguentemente potrebbe cambiare sensibilmente la gestione della politica monetaria. |
Fig. 1: I nuovi dots della FED (fonte Bloomberg)
Fig. 2: Cosa prezza il mercato adesso (numero di tagli prezzati dai fed funds futures) Fig. 3: Numero di rialzi prezzati dai futures sull’euribor
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A cura di Teresa Sardena, Mediobanca SGR
SETTIMANA TRASCORSA
EUROPA: ampia vittoria per il Partito Conservatore in UK
Le elezioni politiche generali sono state vinte dai conservatori, a vasta maggioranza, la maggiore dal 1987. I sondaggi a ieri confermavano i Conservatori in testa (con, in media, il 43% delle preferenze), seguiti dai Laburisti (33%), ma soprattutto le proiezioni attribuivano ai Conservatori la maggioranza assoluta dei seggi (341 in media, sui 650 totali della House of Commons), che consentirebbe loro di governare da soli. Il leader laburista Jeremy Corbyn ha annunciato che si dimetterà dopo le peggiori elezioni del suo partito dal 1935. Corbyn ha detto che non guiderà il partito in nessuna futura campagna elettorale. L’entità della vittoria garantisce che il Parlamento voterà per lasciare l’UE alla fine di gennaio e rappresenta verosimilmente lo scenario più favorevole per gli sviluppi di Brexit e per gli effetti sull’economia britannica. Grazie al periodo di transizione previsto dall’accordo gli effetti pratici del recesso sull’interscambio commerciale e in generale sul quadro normativo sono rinviati al 31 dicembre 2020. Quindi vi sarà ancora tutto il 2020 per ratificare l’accordo sulla relazione finale, in assenza del quale i rapporti commerciali dell’UE con il Regno Unito sarebbero basati sulla tariffa WTO, come in uno scenario di no-deal exit.
USA: Trump firma l’accordo commerciale Phase 1 USA-Cina
ASIA: la fiammata inflattiva in Cina è guidata dal prezzo degli alimentari
La stima finale del PIL di T3 ha fatto registrare una revisione verso l’alto molto superiore alle attese, segnando una variazione di 0,4% t/t (1,8% t/t ann.), da 0,1% t/t (0,2% t/t ann.). La revisione è ascrivibile agli investimenti non residenziali, aggiornati dopo la pubblicazione delle statistiche sulle imprese. La crescita di T3 è spinta da aumenti di tutte le componenti della domanda domestica: consumi, +0,5% t/t, investimenti non residenziali, +1,8% t/t (da 0,9% t/t), consumi pubblici +0,7% t/t, investimenti pubblici +0,9% t/t.
PERFORMANCE DEI MERCATI | Dati aggiornati alle ore 17.30 |
MERCATI DEI TITOLI GOVERNATIVI
Il flusso di informazioni arrivate ieri dai mercati supporta la propensione al rischio degli investitori. Il dissiparsi dei principali rischi di scenario (Hard Brexit e intensificarsi della tensioni commerciali) hanno portato ad un aumento significativo dei rendimenti sui titoli governativi statunitensi. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è pronto a firmare l’accordo commerciale Phase 1 con la Cina, disinnescando, così, i dazi che sarebbero dovuti essere introdotti il 15 dicembre circa 156 miliardi di dollari di beni di consumo provenienti dalla Cina. L’accordo presentato a Trump dai consulenti commerciali include la promessa dei cinesi di acquistare più prodotti agricoli statunitensi e di aumentare i controlli sulla proprietà intellettuale I funzionari hanno anche discusso le possibili riduzioni dei dazi esistenti sui prodotti cinesi. I termini sono stati concordati, ma il testo giuridico non è stato ancora finalizzato. Nel frattempo, l’amministrazione US ha anche raggiunto un’intesa con i democratici per garantire la ratifica del trattato USMCA con Canada e Messico, bloccato da un anno. Le strutture a termine dei titoli sovrani dell’Area euro e dei GILT si sono mosse in tandem con la struttura a termine UST. |
PERFORMANCE DEI TITOLI DI STATO
VIEW STRATEGICA Governativo US: il ciclo economico in rallentamento mostra segni di stabilizzazione. La FED ha adottato un atteggiamento più dipendente dai dati e dai mercati tagliando i tassi di riferimento di 75 pb da luglio. Curve in irripidimento con la parte a breve termine ancorata dalle aspettative di una FED on hold; il term premium condizionato dal clima politico (guerra). Governativo Euro: l’inflazione non mostra segni di aumento e la BCE con le misure espansive annunciate in settembre contribuisce a mantenere i tassi storicamente sui minimi, che non presentano per tanto valore per gli investitori. |
PERFORMANCE DEI TITOLI CORPORATE
VIEW STRATEGICA Corporate IG: l’atteggiamento accomodante della banche centrali sostiene l’asset class, compensando i livello di rendimento ai minimi storici. Rimane favorito il comparto US rispetto a quello dell’Area Euro. Corporate HY: la correlazione positiva con il mercato azionario ed il supporto derivante dai nuovi toni più accomodanti delle banche centrali mantengono interessante l’investimento sull’asset class, pur in un contesto fragile dati i rischi di scenario. La ridotta liquidità nelle fasi di stress ed il ricomparire del «rischio idiosincratico» suggeriscono, tuttavia, un approccio prudente e selettivo nel bond picking. |
LE PROSSIME DUE SETTIMANE: quali dati?
- Europa: attese per i dati dell’IFO relativo al mese di novembre nonché per le stime preliminari dell’indici PMI dopo la ripresa registrata nell’indice Sentix e nello Zew.
- Stati Uniti: saranno pubblicati numerose Survey relative al mese di novembre (indici PMI, Empire State) nonché i dati relativi al mercato immobiliare (Housing Starts, Indice NAHB).
- Asia: in Giappone saranno pubblicati i dati relativi all’inflazione relativa al mese di novembre e si terrà la riunione di politica monetaria della BoJ.
A cura della Funzione Asset Allocation
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