La stima preliminare del PIL di T2 registra una variazione di -32,9% t/t ann. (-9,5% a/a) la più ampia nella storia della serie storica, dopo -5% t/t ann. di T1. Il crollo del PIL è stato guidato da contrazioni massicce dei consumi di -34,6% t/t ann., degli investimenti fissi non residenziali di -27% t/t ann. e degli investimenti residenziali di -38,7% t/t ann. Le scorte forniscono un contributo negativo di -0,4 pp, mentre il canale estero sorprende con un contributo di +0,7 pp, dovuto alla prevalenza del calo del volume delle importazioni (-53,4% t/t ann.) rispetto a quello dell’export (-64,8% t/t ann.). La flessione dei consumi guida il crollo record del PIL, con riduzioni massicce non solo nei comparti dei beni durevoli e non durevoli, ma anche nei servizi, per via della chiusura delle attività. I dati mensili già pubblicati hanno segnalato che il crollo dei consumi è concentrato all’inizio del trimestre, con una svolta significativa già in atto a partire da maggio. Le vendite di auto sono già tornate su livelli pre-pandemia e le vendite al dettaglio sono poco al di sotto dei livelli registrati a febbraio. |
Fig.5: PIL e principali componenti
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PERFORMANCE DEI MERCATIMERCATI AZIONARI
Settimana ricca di dati essendo entrati nel pieno della reporting season con il 50% delle società che hanno riportato i loro risultati per il 2Q sia in Europa sia in USA e circa un quarto in Giappone. In generale vi è stata una contrazione degli EPS per il secondo trimestre di fila (-34% la crescita y/y in USA e -23% in Europa) ma, in ogni caso, abbiamo assistito a sorprese positive viste le bassissime aspettative di consensus. In USA l’84% dell’S&P500 ha battuto le stime di EPS e la crescita di EPS a -34% yoy ha sorpreso in positivo del 17% con topline growth a -10% y/y; Energy e Industrial i settori negativamente impattati mentre Tecnologici e Difensivi i migliori in termini di risultati vs aspettative. In Europa il 63% dell’EuroStoxx600 ha battuto le stime di EPS (crescita corrente a -23% y/y); settori più ciclici, Financials ed Energy deludenti contro invece le sorprese positive arrivate fronte Tech. Nella notte di ieri abbiamo assistito per l’ennesima volta al solito spettacolo “Tech mania” con Apple, Facebook, Amazon e Google (seppur leggermente meno entusiasmante quest’ultima) riportare numeri maggiori vs aspettative…über alles! Nella giornata di giovedì si è verificato un crollo delle borse europee (ribassi superiori al 3%) causa incremento generalizzato dei nuovi contagi da coronavirus i quali hanno letteralmente allarmato gli investitori sulle possibili conseguenze economiche e ripercussioni reali (negli Stati Uniti ci sono stati 1400 morti da covid19 nella stessa giornata, il numero peggiore da oltre due mesi). Fronte dati macro, vi è stata la pubblicazione dei dati molto negativi del PIL di T2 sia in Usa sia nell’Area Euro. BCE estremamente prudente nel chiedere alle Banche di posticipare la distribuzione dei dividendi almeno fino a gennaio 2021 ed essere cauti sulle remunerazioni variabili. FED dovish, disposta a tutto (whatever it takes?!?) pur di raggiungere gli obiettivi di politica monetaria e fornire stimoli a sostegno dell’economia con riferimenti allo stimolo fiscale. Ad infierire su un mercato già abbastanza agonizzante e tenuto in vita dalle sole macchine artificiali delle Banche Centrali ci si è messo il solito Mr. Donald Trump che attraverso un tweet ha proposto di rinviare le elezioni americane fino a quando non sarà possibile votare in sicurezza, temendo risultati falsati. McConnell ha poi dichiarato che la data non verrà spostata. In termini di performance, SXXE negativo a -3,30% con Real Estate, Travel&Leisure e Retail best sectors contro Banks, Auto&Parts e BasicResources (-8%). A livello di single names, Amplifon (+11%), Nokia e Altice best performer contro Renault (-20%), Banco BBVA e Banco Santander (-14%) i worst. In Italia, FTSE MIB -4% con Amplifon, Italgas e Campari (+4,5%) i top performer contro Saipem (-18%), Tenaris (-12,70%) ed ENI (-10%) i worst; FTSE MidCap meglio a -1,80% trainato da IMA (+14%), Reno de Medici, Datalogic (+12%) e De’Longhi e affossato da WeBuild (-21%), Fiera Milano e Autogrill (-16%). S&P500 in recupero a +0,60% sostenuto dai settori ServLogistics, Healthcare e Semiconductors. Nonostante l’intensificarsi delle preoccupazioni circa l’economia, il Nasdaq Composite è salito di quasi il 20% da inizio anno (+3% questa settimana), e del 40% dal suo minimo di marzo…tutto il resto sembra non contar più nulla. La domanda sorge spontanea, ma in futuro ci vestiremo, guideremo, voleremo e mangeremo FAANG? Ad ogni modo, il mercato ha sempre ragione.
A cura del team Core Equity Value di Mediobanca SGR
PERFORMANCE MERCATI AZIONARI
Dati aggiornati alle ore 17.30 del 31 luglio 2020
VIEW STRATEGICA
L’ampia liquidità messa a disposizione dalla Banche Centrali, gli interventi di stimolo fiscale e i possibili flussi in ingresso sosterranno un ulteriore recupero del ciclo economico che supporterebbe il trend positivo dei mercati. |
MATERIE PRIME E VOLATILITA’
L’evoluzione della pandemia condizione l’appetito al rischio degli investitori e resta un driver importate dei prezzi delle materie prime. Continua il rafforzamento dell’oro mentre risulta più volatile l’argento, che chiude la settimana consolidando i recenti guadagni. Così l’oro ha superato il suo precedente record del 2011 e l’argento ha raggiunto i massimi dell’aprile 2013. La forza recente ha corrisposto alla debolezza del dollaro, in un contesto di aspettative che la politica della Fed rimarrà accomodante ancora per molto tempo. I massicci stimoli fiscali globali, i tassi reali negativi negli USA, le tensioni geopolitiche, sostengono i due metalli preziosi. Le crescenti aspettative di inflazione sono anche alla base del sentiment nei confronti dell’oro, con le break-even inflation a 10 anni salite a 1,5% dal minimo dello 0,55% di marzo. Il prezzo del petrolio risentono dell’elevato clima di avversione al rischio e di incertezza sulla congiuntura economica dovuto all’aumento dei contagi in molti paesi. L’eventualità che si possano verificare nuove misure restrittive spinge gli operatori a temere una contrazione ulteriore della domanda di greggio, nonostante l’inattesa flessione delle scorte statunitensi di questa settimana abbia fatto pensare a un maggior utilizzo.
Dati aggiornati alle ore 17.30 del 31 luglio 2020
TASSI DI CAMBIO
Continua l’indebolimento del dollaro. Il movimento delle ultime settimane è stato guidato da tre fattori, interconnessi con l’aumento dei nuovi contagi negli USA. L’aumento dei contagi ha infatti portato ad una revisione al ribasso del differenziale delle aspettative di crescita degli USA rispetto alle altre aree geografiche, ad una parziale inversione dei flussi safe haven di cui il dollaro aveva beneficiato, dallo scoppiare della pandemia e non in ultimo la revisione della aspettative sui prossimi rialzi dei tassi da parte della Fed. I mercati ora prezzano tassi bassi fino al 2025. Conseguentemente, questa settimana, l’euro si è apprezzato nei confronti del dollaro statunitense, salendo sopra 1.18 €/$. Il movimento è stato rafforzato dalla cautela emersa dalla riunione del FOMC e dal marcato dato negativo registrato dal PIL USA inT2. Lo yen si è rafforzato ulteriormente contro dollaro mentre si è indebolito contro euro per la maggior forza dell’EUR/USD.
Dati aggiornati alle ore 17.30 del 31 luglio 2020
VIEW STRATEGICA
Con l’incupirsi delle prospettive per l’economia globale, il dollaro USA si avvantaggerà del suo ruolo di valuta rifugio. |
PERFORMANCE DEI MERCATI
MERCATI DEI TITOLI GOVERNATIVI
Sul mercato dei titoli governativi dell’Area Euro prevale il clima di bassa volatilità e poca liquidità. A livello di singolo paese la Germania sovraperforma i peers questa settimana, con il rendimento del decennale tedesco in discesa di circa 10bps rispetto a venerdì scorso. Il movimento è frutto soprattutto del clima di risk-off sui mercati, che porta gli investitori a rifugiarsi su scadenze più lunghe dei safe assets, sulla scia dell’attuale incertezza e di prospettive di crescita rinviate più in là nel tempo.Negli Stati Uniti il contemporaneo calo dei rendimenti dei titoli governativi e l’aumento delle breakevens inflation è coerente con il marcato stimolo monetario e con l’atteggiamento ultra-dovish della FED. Come atteso, nella riunione di politica monetaria di mercoledì, il FOMC non ha modificato la propria stance di politica monetaria (tassi, acquisti di titoli e forward guidance invariati), seppur siano stati apportati marginali (o cosmetici) cambiamenti alla dichiarazione iniziale, legando l’evoluzione dello scenario economico all’evoluzione della pandemia. L’atteggiamento della FED resta ampiamente accomodante: la Banca Centrale Statunitense si impegna ad utilizzare “la sua gamma completa di strumenti”, per “tutto il tempo necessario”. Powell ha anche sottolineato che gli investitori non dovrebbero “cercare nelle parole dell’autorità monetaria segnali di riduzione delle facilities in essere per un periodo di tempo molto lungo”. La Fed sembra fiduciosa che i mercati comprendano la sua funzione di reazione e accettino che i tassi resteranno per un periodo di tempo molto lungo. Il presidente Powell è stato chiaro sul fatto che la Fed non sta nemmeno pensando di alzare i tassi. Il primo rialzo completo è prezzato solo nel 2025.
PERFORMANCE DEI TITOLI DI STATO
Dati aggiornati alle 17.30 del 31 luglio 2020
VIEW STRATEGICA
Governativo US
Il massiccio intervento di politica monetaria espansiva della Fed ha riportato i rendimenti governativi abbondantemente sotto l’1% sulle principali scadenze. Alla luce della volatilità nell’attuale fase (possibili ulteriori tagli e funzione di hedge) manteniamo una view neutrale.. Governativo Euro Nonostante l’allentamento monetario, non si identifica valore in questa asset class a fronte di rendimenti ampiamente negativi in particolare delle emissioni tripla A. |
MERCATI DEI TITOLI CORPORATE
Una settimana a due fasi per il credito, negativa in Europa, più positiva negli Stati Uniti, sostanzialmente per l’effetto delle trimestrali e del rinnovato supporto della Fed, in una settimana dove sui mercati l’evento più rilevante è comunque arrivato dal mercato dei cambi con il dollaro in sostanziale indebolimento. Gli indici CDS di cui riportiamo settimanalmente Itraxx Xover e CDX HY rispettivamente su Europa e US, hanno fatto segnare +28 in Europa e -22 negli Stati Uniti. Più in linea gli indici IG con CDX unchanged e Main in allargamento di 2bp. Maggiormente sotto pressione il mercato secondario con la liquidità del mercato in relativa diminuzione dato il periodo estivo. Tecnicamente il mercato è fragile e si assiste ad una presa di profitto sul movimento dell’ultimo periodo.Il mercato primario è entrato in clima estivo con poche emissioni tra cui segnaliamo il tap di Faurecia e una doppia tranche di State Grid (6y e 12y).
A cura del team obbligazionario di Mediobanca SGR
PERFORMANCE DEI TITOLI CORPORATE
Dati aggiornati alle 17.30 del 31 luglio 2020
VIEW STRATEGICA
Corporate IG: l’easing monetario potrebbe sostenere ulteriormente l’asset class da preferire, soprattutto in Europa, rispetto al segmento più speculativo (high yield) e a quello governativo in quanto presenta un profilo rischio/rendimento i più interessante in questa fase di difficile previsione dell’evolversi dei rischi di scenario.
Corporate HY: nonostante un ulteriore deterioramento dello scenario base potrebbe impattare gli emittenti più deboli riportando a livelli più elevati i tassi di default, l’entità delle politiche monetarie e fiscali si configurano come possibili elementi di stabilizzazione.
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