La settimana finanziaria
di Mediobanca S.p.A.IL PUNTO DELLA SETTIMANA: La BCE si impegna ad una politica monetaria più accomodante
La BCE:
- manterrà condizioni finanziarie accomodanti, dichiarando di avere gli strumenti per realizzarle,
- ricalibrerà a dicembre tutti gli strumenti di politica monetaria per fronteggiare le conseguenze economiche della seconda ondata di Covid-19,
- ricorrerà nel frattempo a tutti gli strumenti a sua disposizione, adottando tutta la flessibilità necessaria.
“La BCE è stata presente durante la prima ondata (di aumento delle infezioni da Cpvid-19) e ci sarà durante la seconda”, con queste parole, durante la conferenza stampa di giovedì, Christine Lagarde ha assicurato che la politica monetaria resterà ampiamente accomodante nei prossimi mesi. Ha inoltre annunciato che in occasione del meeting del 10 dicembre, quando saranno disponibili le nuove previsioni (che comprenderanno anche il 2023) “rivaluterà completamente le prospettive” e “ricalibrerà l’insieme degli strumenti di politica monetaria, per garantire che le condizioni finanziarie rimangano favorevoli” e per sostenere la ripresa economica, contrastando “l’impatto negativo della pandemia sul percorso di inflazione previsto”.
Senza modificare i parametri di politica monetaria (tassi a -50 punti base, la dotazione del PEPP ferma a 1350 miliardi di euro e l’APP a 20 miliardi di euro al mese), la BCE ha lanciato un segnale molto chiaro affermando che i rischi sono ora rivolti verso il basso. Il Presidente Lagarde ha, inoltre, ripetutamente sottolineato che il Consiglio Direttivo è stato unanime nel ritenere necessaria una ricalibrazione della politica monetaria e che non vi è stata alcuna obiezione interna sulla necessità di una politica più accomodante, poiché le prospettive economiche si stanno deteriorano e la pandemia sta mettendo a rischio la fragile ripresa dell’Area Euro.
Durante la sessione di Q&A, Lagarde ha inoltre fornito ulteriori dettagli sul mix di strumenti possibili e sui tempi della nuova manovra di politica monetaria. In primo luogo, è probabile che la ricalibrazione riguarderà più strumenti e non uno solo. Dovremo aspettarci cambiamenti non solo nell’ammontare degli acquisti di attività effettuati tramite il programma di emergenza pandemica (PEPP), ma probabilmente anche negli acquisti effettuati nell’ambito del programma di acquisto di attività ordinarie (APP), nel livello dei tassi di interesse e nei termini e condizioni delle TLTRO. Da un lato, diversi strumenti possono influire sulle condizioni di finanziamento nei diversi comparti dell’economia: il programma TLTRO-III (ritenuto dalla BCE molto efficace nell’allentare le condizioni del credito), i programmi di acquisto (che abbassano la curva dei tassi e contengono la volatilità degli spread sovrani), i tassi ufficiali (che abbassano il limite inferiore per i tassi, con ripercussioni anche sui tassi a medio e lungo termine). Dall’altro, lo strumento più efficace per contrastare l’impatto negativo della pandemia resta i programmi di acquisto. In secondo luogo, Lagarde ha accennato al fatto che, in caso di necessità, la BCE potrebbe agire anche prima della riunione di dicembre. Quindi, se la situazione dovesse peggiorare rapidamente, la BCE è pronta ad annunciare in qualsiasi momento una politica più accomodante.
Si tratta di un cambiamento significativo di strategia di politica monetaria da parte della BCE. I predecessori di Christine Lagarde, Mario Draghi e Jean-Claude Trichet, erano soliti rispondere “we never pre-commit” to any particular future monetary policy action”. Questa settimana con questo annuncio la BCE ha rassicurato i mercati ma ha anche preso tempo, dato che gli strumenti attualmente a sua disposizione sono ampiamente flessibili. Da un lato, il PEPP, il principale strumento di lotta alla crisi della BCE, ha ancora potenza di fuoco, con meno di 620 miliardi di euro utilizzati finora rispetto alla sua dotazione. Dall’altro, a dicembre non solo la BCE avrà a disposizione le nuove proiezioni macroeconomiche, ma avrà anche una migliore visibilità sui principali catalizzatori, tra cui Brexit, l’evoluzione delle misure di contenimento della pandemia e, non ultimo, sull’esito delle elezioni presidenziali statunitensi.
Infine, la BCE ha dichiarato che, in attesa della ricalibrazione vera e propria, utilizzerà “in modo flessibile” gli acquisti d’emergenza. Ciò significa che gli acquisti saranno indirizzati ai Paesi che ne necessitano maggiormente, senza tener conto, nel breve termine, della capital key o di altre considerazioni. Questo rappresenta una rassicurazione per titoli di stato dei paesi periferici nuovamente colpiti dalla COVID.
A cura di Teresa Sardena, Mediobanca SGR
SETTIMANA TRASCORSA
EUROPA: nuovi contagi, nuove misure di contenimento dell’attività economica a fronte di un’inflazione che resta in territorio negativo
La stima preliminare del PIL relativa al terzo trimestre ha raggiunto un livello pari 1l 12.7% t/t . Il recupero è legato all’alleggerimento delle misure restrittive avvenuto alla fine del secondo trimestre. E si è attestata cosi ben al di sopra del consenso (9,6%Q), della BCE (8,4%Q). Conseguentemente, nell’Area euro, l’attività nel terzo trimestre è stata solo del 5% in meno rispetto ai livelli pre-Covid, ampiamente paragonabile a quella degli Stati Uniti. I dati del PIL di T3 hanno sottolineato come il virus abbia colpito in modo disomogeneo i diversi paesi dell’Area: in Spagna il PIL è ancora dell’8,7% sotto i livelli del terzo trimestre del 2019, ma quello della Germania è sceso “solo” del 4,3% a/a.
ASIA: Sorprende verso l’alto la produzione industriale a settembre in Giappone
USA: Rimbalzo del PIL USA nel terzo trimestre, grazie soprattutto al contributo dei consumi
La stima preliminare del PIL di T3 segnala un aumento di 33,1% t/t ann., dopo -31,4% t/t ann. della primavera. La crescita è stata trainata da un rimbalzo dei consumi di 40,7% t/t ann., dopo -33,2% t/t, spinto da contributi positivi sia dei servizi (ripresa nella sanità, nella ristorazione e nell’accoglienza) sia dei beni (principalmente auto, ma anche abbigliamento e calzature). Gli investimenti fissi non residenziali sono risultati in rialzo di 20,7% t/t ann., dopo -27,2% t/t ann., grazie a una variazione di 70,1% t/t ann. dei macchinari, che ha più che compensato il calo delle strutture (-14,6% t/t. ann.). Gli investimenti residenziali hanno superato le attese, con un aumento di 59,3% t/t ann., dopo -35,6% t/t ann, confermando così la spinta trainante del settore delle costruzioni. La spesa pubblica è in calo di -4,5% t/t ann., dopo 16,4% t/t ann. della primavera, per via dell’effetto confronto con il trimestre precedente, quando erano stati erogati i prestiti del Paycheck Protection Program. Le scorte danno un ampio contributo positivo (+6,6 pp), mentre il canale estero sottrae -3,1 pp, sulla scia di variazioni positive di esportazioni (59,7% t/t ann.) e importazioni (91,1% t/t ann.), con contributi di 4,9 pp e -8 pp, rispettivamente. Il forte incremento di consumo di beni, con un’elevata quota di importazioni, e la debolezza generalizzata a livello internazionale della domanda di servizi, ha determinato un forte aumento del deficit commerciale, destinato a durare ancora per diversi trimestri. I dati del 3° trimestre lasciano comunque il PIL al di sotto del livello di fine 2019.
LA PROSSIMA SETTIMANA: quali dati?
Europa: L’attenzione rimarrà concentrata sugli sforzi per controllare la seconda ondata di infezioni e su eventuali misure di contenimento aggiuntive. L’appuntamento di maggior rilievo sarà la riunione di politica monetaria della Bank of England. Indicazioni importanti arriveranno dal settore manifatturiero, con le letture dell’indice PMI di Francia, Germania, Italia, Spagna, l’intera Area Euro e il Regno Unito. Sempre sul fronte dell’offerta, la Germania comunicherà l’andamento della produzione e degli ordinativi industriali.
Stati Uniti: L’evento principale della settimana saranno senza alcun dubbio le elezioni presidenziali, seguite dal meeting di politica monetaria del FOMC che potrebbe assicurare condizioni finanziarie accomodanti in caso di incertezza derivante da un voto “non conclusivo”. Sul fronte macroeconomico saranno resi noti i valori dell’indice ISM e del mercato del lavoro per il mese di ottobre.
Asia: sarà limitata l’agenda macro di Cina e Giappone, dove verranno pubblicati il livello dell’indice PMI manifatturiero.
A cura della Funzione Asset Allocation
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