1 Dicembre 2016

Rottamate, gente, rottamate…

di Roberto Lucarini

 

L’operazione di definizione agevolata dei debiti scaturenti da cartelle di pagamento, emesse dal concessionario per la riscossione, ovvero di accertamenti esecutivi dell’Agenzia delle entrate o di avvisi di addebito Inps, è pronta al decollo.

Il D.L. 193/2016 (c.d. decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio) è stato approvato dal Senato, in via definitiva, nella seduta del 24 novembre scorso.

La filosofia, alla base del provvedimento, sembra richiamare un vecchio slogan pubblicitario di una nota casa automobilistica: “rottamate, gente, rottamate…”.

Al fondo, infatti, c’è questo semplice ragionamento, da parte dello Governo: abbiamo un bel mucchio di crediti in sofferenza, tra quelli notificati con atti esecutivi; la loro riscossione non è per niente facile; vediamo di fare cassa condonando le sanzioni e gli interessi moratori, proponendone, quindi, la rottamazione. Un pensiero che, per uno Stato assetato di risorse, ha anche un senso, se non si scontrasse, per certi versi, con i tempi in cui la riscossione viene richiesta.

Vediamo i punti salienti dell’operazione.

Chi ha ricevuto, o riceverà, cartelle di pagamento e altri atti esecutivi, tra il 2010 e il 2016, potrà pagare il proprio debito escludendo sanzioni e interessi di mora. Restano dovuti: il capitale (imposta, contributo, etc.); gli interessi caricati dell’Ente creditore; l’aggio per la riscossione.

La domanda dovrà essere presentata entro il 31 marzo 2016, su un modello apposito. Equitalia, ad esempio, ha già pubblicato, sul proprio sito internet, il mod. DA1 (da aggiornare con le novità). Il pagamento dovrà essere effettuato in unica soluzione o in massimo 5 rate, scadenti nei mesi di luglio, settembre, novembre 2017 e aprile, settembre 2018. La condizione è che, con le rate 2017, sia saldato il 70% del debito, mentre il restante 30% lo sarà nel corso del 2018.

Entro il 31 maggio 2017 il concessionario comunicherà, ai debitori, l’importo totale da versare, la scadenza e l’importo delle singole rate. Nel frattempo si interromperanno i termini di prescrizione e decadenza, così come le azioni di riscossione coattiva.

Anche chi ha già una rateizzazione in corso potrà aderire alla rottamazione, a patto che versi le rate scadenti fino al dicembre 2016. Il mancato, insufficiente o tardivo, pagamento dell’unica o di una singola rata, della definizione agevolata, farà saltare l’operazione, ripristinando il debito nella forma originaria.

Questa, in estrema sintesi, la rottamazione.

La sensazione, a caldo, è questa. Tanto più alto è il debito in forma capitale, tanto maggiore sarà la convenienza a richiedere l’agevolazione; le sanzioni e gli interessi moratori, infatti, sono proporzionali alla somma dovuta. Per contro, è pur vero che chi ha un alto debito in capitale dovrà trovare le risorse finanziarie per pagare l’ingente somma nei tempi sopra indicati. E questo, data anche la crisi e la condizione di certi debitori, non è affatto scontato.

Un pensierino, in ogni caso, sarò bene farlo; se non altro per valutare il quantum del dovuto. Da lì a procedere, poi, le cose saranno certamente più complicate.

 

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