La proroga della rottamazione e altri pasticci
di Roberto LucariniCome d’uso nel nostro sistema, in ossequio al corretto rapporto tra contribuente ed Enti pubblici, dopo attenta riflessione si è ben pensato di procedere a una proroga della scadenza del termine di presentazione della domande di definizione agevolata, dei carichi a debito presenti presso il concessionario per la riscossione.
Il termine è stato posticipato al 21 aprile prossimo.
Alcune domande, di respiro più generale.
In Italia quasi sempre si ricorre alla proroga delle scadenze: perché?
Tale cosa si spiega, immagino, attraverso molte variabili che entrano in gioco. La prima riguarda il contesto normativo, quasi mai chiaro e, quindi, soggetto a molte (troppe) interpretazioni. Spesso, inoltre, le “istruzioni per l’uso” sono fornite tardivamente, con software house in affanno e contribuenti a dir poco disorientati. Monta il caos; la stampa scrive di tutto; il Legislatore concede la proroga…
In Italia le istruzioni arrivano sempre all’ultimo tuffo: perché?
Questo proprio non lo so; ditemelo voi se ne siete a conoscenza. C’è un termine di scadenza, magari stabilito da tempo, e l’Ente preposto si fa vivo solo all’ultimo, magari sparigliando le carte. Anche con la rottamazione l’Agenzia delle entrate si è svegliata l’8 marzo, pur con la scadenza fissata già da tempo alla fine di quello stesso mese. Forse trattasi di tradizione; e le tradizioni si rispettano….
In Italia il colloquio tra Enti, anche affini, pare inesistente: perché?
Quando si tratta di più Enti, chiamati a intervenire su una questione, spesso si crea solo confusione. Non ultima la circolare n. 2/E/2017 dell’Agenzia delle Entrate, che, su certi punti qualificanti, ha modificato alcune prese di posizione del concessionario. Magari si telefonassero, prima di scrivere, non sarebbe male.
In Italia non funziona quasi nulla: perché?
Questa è la domanda che molti di noi, io senz’altro, si pongono quasi tutti giorni. Le risposte sono tante, alcune non proponibili in questo blog (perché suscettibili di censura…), e lasciano davvero smarriti. E il bello è che, dopo molti anni di professione, non ho visto cambiare nulla, in meglio. Solo caos che si aggiunge al precedente caos. Ma dove vogliamo andare se non si cambia davvero registro?
E dopo questa bella iniezione di ottimismo, o forse di realismo, vi chiedo: ma in verità, come faremmo se, di tanto in tanto, non arrivasse la nostra tanto amata proroga?
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