31 Gennaio 2020

Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico

di Andrea Valiotto

La fine del secolo americano

George Parker

Mondadori

Prezzo – 32,00

Pagine – 632

C’è stato un tempo in cui l’America governava il mondo. Un’epoca in cui la «nazione indispensabile» – secondo la celebre definizione di Madeleine Albright – esercitava la propria egemonia sui quattro angoli della terra. Era il Secolo americano, l’età della forza militare e del potere della diplomazia, dell’ottimismo, della fiducia nella pace e nella prosperità perpetue. Certo, non era l’età dell’oro. C’erano la guerra fredda e l’incubo della minaccia nucleare, la «politica del contenimento» e l’ossessione anticomunista, la Nuova Frontiera e il Watergate. E poi c’era il Vietnam, monumento all’incapacità di capire il mondo che si pretendeva di guidare. Nel Secolo americano, il meglio era inseparabile dal peggio. Poi tutto è cambiato e la Pax Americana si è dissolta, insieme al Muro di Berlino e all’equilibrio bipolare. Sono arrivati il crollo delle Torri gemelle, la guerra in Iraq e la crisi economica; e gli Stati Uniti hanno iniziato a ritirarsi dal palcoscenico internazionale e a «gestire» il proprio declino. Questo, per George Packer, è stato il Secolo americano, un mix di grandezza e arroganza, di innocenza e cecità. Un’epoca di contraddizioni profonde, che in Richard Holbrooke, diplomatico del dipartimento di Stato e ambasciatore presso le Nazioni Unite, ha trovato la sua espressione più emblematica. Brillante, egocentrico e sicuro di sé, per oltre quarant’anni vicino al potere ma sempre a un passo dall’esercitarlo concretamente, Holbrooke è stato l’artefice dell’unica vittoria della diplomazia americana nell’èra post-guerra fredda, i negoziati di Dayton che hanno sancito la fine della guerra nei Balcani. E ha tentato, oltre un decennio più tardi, di sanare le ferite dell’11 settembre portando la pace in Afghanistan. Un obiettivo, questo, che ha perseguito con ostinazione e protervia, arrivando forse a un soffio dal successo e, quindi, dalla grandezza degna dei libri di storia che disperatamente agognava. Figura tragica, shakespeariana, mossa da un’ambizione smodata che non ha risparmiato tradimenti e crudeltà nemmeno ai familiari e agli amici più cari, Holbrooke ha rappresentato il coraggio e la generosità, gli eccessi e la tracotanza dell’America. Con questo libro Packer ci consegna il ritratto nostalgico di un’élite che ha smarrito se stessa e di una nazione che ha rinunciato al proprio sogno.

 

La grande Vienna ebraica

Riccardo Calimani

Bollati Boringhieri

Prezzo – 13,00

Pagine – 240

In quella «gioiosa apocalisse» che fu la Vienna a cavallo tra Otto e Novecento, spiccano figure di incredibile spessore, raccolte come per un incantesimo in un luogo e un’epoca precisi. La Vienna tra i due secoli fu infatti un laboratorio intellettuale irripetibile, nel quale spiccò almeno un elemento di genio in ogni possibile campo del sapere umano, dalla scienza alla musica, dall’architettura alla poesia, dalla pittura alla filosofia. In questo turbinio di idee, la minoranza ebraica era profondamente presente. Basta citare i nomi per comprendere di quale eccezionale gruppo umano stiamo parlando: Sigmund Freud, Karl Kraus, Theodor Herzl, Otto Weininger, Stefan Zweig, Hugo von Hofmannsthal, Arthur Schnitzler, Gustav Mahler, e poi Canetti, Koestler, Buber, Wittgenstein, Roth, Husserl, Schönberg, Graf… e l’elenco potrebbe continuare a lungo. La loro storia collettiva e personale, il contesto storico e sociale e l’esuberanza intellettuale del momento, vengono raccontate da Riccardo Calimani con freschezza e entusiasmo, coinvolgendo il lettore pagina dopo pagina.

 

Le confessioni di Frannie Langton

Sara Collins

Einaudi

Prezzo – 432

Pagine – 22,00

1826. Londra è in fermento. La folla ha preso d’assalto l’Old Bailey, il tribunale in cui si celebrano i processi piú importanti del Paese. La folla è lí per vedere Frannie Langton, la cameriera incolpata di aver ucciso senza pietà i suoi padroni, Mr e Mrs Benham. L’accusa la dipinge come una sgualdrina, una ex schiava seducente e manipolatrice che ha approfittato del buon cuore dei suoi signori. Ma non è la verità, o almeno non è proprio tutta la verità. Cosí finalmente, dal banco degli imputati, Frannie può urlare al mondo la sua storia. Che inizia in una piantagione, quando da bambina impara a leggere, anche se è incatenata. E finisce nella Londra dei lord e delle dame, dove le catene sono altre, ma non per questo meno dure. In Inghilterra Le confessioni di Frannie Langton è stato un caso letterario: un romanzo gotico e passionale, una ricostruzione storica tanto evocativa quanto precisa, il libro d’esordio piú letto e premiato dell’anno. Sara Collins ci trasporta in una Londra fatta di viali oscuri e di segreti ben custoditi tra le stanze di eleganti palazzi. E ci restituisce l’emozionante battaglia di una donna che vuole riappropriarsi della libertà.

 

Sull’acqua

M. van den Brink

Marsilio

Prezzo – 15,00

Pagine – 128

Ad Amsterdam, nella calda estate del 1939, due ragazzi di diciassette anni vogano sull’Amstel. Il fiume scorre lento, Anton e David formano un’unità armoniosa con la barca, le acque cristalline e il cielo. La loro felicità è fatta di «carne, muscoli, sole e legno, acqua e pietra». È concreta, palpabile. Mentre l’Europa trattiene il respiro davanti allo spettro della guerra, la vita di Anton e David è lì, è l’intenso allenamento con il riflesso del sole sullo scalmo di rame, due corpi che eseguono gli stessi movimenti, perfettamente sincronizzati, uniti dalla fatica e dall’esaltazione, dal miracolo del lavoro di squadra. Il richiamo costante e irresistibile dell’acqua, la relazione quasi mistica con il fiume, cancellano tutte le paure. Sono due ragazzi profondamente uniti dalla stessa passione, la più forte che mai conosceranno. Cinque anni dopo, Anton è davanti al club di canottaggio abbandonato. La guerra è sullo sfondo, la casa di David è vuota. Rimane viva, nel corpo e nella mente, la memoria di un’amicizia preziosa e irripetibile, di un tempo dove tutto era ancora possibile, e di quella gioia pura che solo il risultato di uno sforzo fisico può dare.

 

Il testamento Donadieu

Georges Simenon

Adelphi

Prezzo – 13,00

Pagine – 460

«Un doppio colpo di pistola suggella la fine del romanzo, e con un’ultima scena magistrale, il doppio funerale alla Rochelle, si conclude Il testamento Donadieu. Lasciando sempre più persuaso il lettore che lo ha divorato, che non ha visto mai un aggettivo sbagliato, una parola di troppo, che ha girato sempre la pagina con frenesia per andare avanti, che effettivamente Simenon è … uno dei grandi del secolo».