Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico
di Andrea ValiottoGregorio contro Federico. Il conflitto per dettare legge
Salerno editrice
Prezzo – 22,00
Pagine – 288
Nel conflitto tra Gregorio IX e Federico II il pomo della discordia si rivelò la Costituzione che Federico promulgò per il Regno di Sicilia. Il papa reagì duramente, pretendendo, quale suprema autorità spirituale dell’Europa cristianizzata, di essere giudice del rispetto del diritto naturale-divino negli ordinamenti secolari, nonché difensore dei privilegi in essi riconosciuti da tempo alla Chiesa. Il testo della Costituzione e il carteggio tra i due, finora non adeguatamente indagati sotto tale profilo, consentono di penetrare nelle ragioni, anche recondite, del conflitto culminato nella scomunica papale e nella rabbiosa reazione di Federico. Benché sorto in un contesto lontano dal nostro, da quel conflitto emergono due ragioni sempre attuali: l’autonomia del Politico e la necessità di porre limiti all’onnipotenza del legislatore.
25 aprile 1945
Laterza
Prezzo – 18,00
Pagine – 224
«Pochi minuti prima, gli uomini nella stanza erano nove. Tra loro, neanche un tedesco: è una faccenda tutta tra italiani. Perché in quella stanza, a colpi di sibilate nervose, di silenzi e di svelamenti veri o presunti, si è appena consumata una trattativa. O qualcosa del genere. Si sono fronteggiate due diverse idee di Italia: una, quella fascista, che sta irrimediabilmente franando; l’altra che pare avere la vittoria in pugno. Perché, tra ordini di conferma e voci di disdetta, tutti sanno che è l’ora della resa dei conti. Siamo a Milano, alla fine della giornata che segna l’alba di una nuova Italia: sono le 19 e qualche minuto del 25 aprile 1945.» Questa è la storia di tre vite che si intrecciano indissolubilmente. Una storia di clandestinità, di estenuanti bracci di ferro e di colpi di mano. Di tre uomini che, combattendo contro i nazifascisti, il 25 aprile 1945 provano a rifare un paese da capo. Raffaele Cadorna, Ferruccio Parri e Luigi Longo sono nati a pochi chilometri e a pochi anni l’uno dall’altro, con retroterra differenti, biografie politiche e culturali diversissime, eppure con un destino comune. Pochi ricordano i loro nomi di battaglia: il generale Valenti, comandante del Corpo volontari della libertà, e i suoi due vice, Maurizio e Italo, alias comandante Gallo. Un militare, un azionista e un comunista che il 26 agosto del 1944 si incontrano per la prima volta, in clandestinità, e si stringono la mano. Senza sapere cosa succederà nei mesi successivi, senza sapere dove saranno e se ci saranno, alla fine di tutto, otto mesi dopo. E chiedendosi chi di loro sarà ai posti di comando, al momento dell’insurrezione. Sono ore che segnano una delle rotture più profonde della storia italiana, quelle in cui i vertici della lotta di liberazione si incontrano con i gerarchi di Salò in Arcivescovado, a Milano. Tutto intorno alla trattativa divampa l’insurrezione, mentre alla radio si sente una voce calma e determinata che intima ai fascisti: «Arrendersi o perire».
Una cena al centro della terra
Einaudi
Prezzo – 19,50
Pagine – 248
Molti destini si intrecciano in questa storia sfaccettata che si snoda tra Gaza e New York, Berlino, Parigi e Capri, in un arco temporale di dodici anni fra il 2002 e il 2014: quello del Prigioniero Z, uomo dalle molte identità e nessuna, traditore e tradito; del suo sorvegliante israeliano, un giovane pensoso e sensibile, inevitabilmente coinvolto da quella vicinanza forzata; di Ruthi, l’assistente personale del Generale, che veglia sul suo corpo sospeso nel limbo del coma in un ospedale nei pressi di Tel Aviv; del Generale, una figura a tratti demoniaca e a tratti messianica, un guerriero e un capo di stato che ha avuto nelle sue mani il destino di un’intera nazione, e che ora vive in una terra popolata solo di ricordi; di Farid, un giovane palestinese amante della barca a vela e paladino della causa araba; di Joshua, un ricco uomo d’affari canadese che a Berlino si occupa di import-export su uno scacchiere ben piú grande di lui; e di una misteriosa e bellissima cameriera italiana che parla sospettabilmente bene l’inglese. Niente è come appare, tutto è fatalmente connesso in Una cena al centro della terra, romanzo breve e densissimo che è insieme un thriller di spionaggio, un romanzo storico, una storia d’amore, un apologo morale e una tragedia classica. Al centro di questa matrioska narrativa vibrano i temi della fedeltà e del tradimento, della divisione tra popoli e tra amanti, della labilità dei confini e dell’identità. Calando la sua vicenda al cuore del conflitto arabo-palestinese, nel periodo fra la seconda intifada e la morte di Ariel Sharon, Englander, salutato come il naturale erede di Philip Roth per la sua espressione dell’ebraicità, la sua penna caustica, la padronanza del registro comico come di quello struggente, la ricchezza della sua lingua e della sua fantasia, mostra qui di aver raggiunto un nuovo traguardo. È parte della sua maestria saper creare, con quel momento di convivialità, vero amore e unione che dà il titolo al libro, una bolla di pace e tangibile speranza dimentica di ogni conflitto. Ma per ora la cena può avvenire solo sotto la superficie, di nascosto, al buio, in paziente attesa, mentre sopra infuria la battaglia.
Stella o croce
Sellerio
Prezzo – 14,00
Pagine – 256
A Palermo, in una grande strada del centro, una signora gestisce una bottega di parruccaia. È una donna gentile, bravissima nella sua arte che le ha donato una notorietà cittadina, saldamente affermata in una clientela formata da artisti, donne sotto terapie invasive, travestiti. Ha spesso verso le sue clienti una tenerezza particolare che l’ha fatta considerare da alcune di loro quasi un angelo; copre alopecie con parrucche d’artista, ma le sue cure sono talvolta un balsamo psicologico. Un giorno, questa signora senza un nemico al mondo, viene trovata uccisa, in un modo sanguinosissimo, nella sua bottega sulla via trafficata. Mistero totale. La polizia avvia le indagini: i tanti clienti, possibili stranezze delle loro vite, il mondo del teatro, angoli oscuri nel lavoro… Ma la scarsezza dei risultati spegne l’ingegno investigativo. Per un caso, per una amicizia comune, se ne incuriosisce Angela Mazzola. È una ragazza di periferia. Fa la poliziotta. Semplice agente della Mobile, ma «già ne aveva fatta di strada dal suo quartiere di origine Borgo Nuovo». Da lì, figlia di un panettiere della zona, poteva uscire in molte maniere, ma improbabilmente come «sbirra». Bella, contenta di sé, solerte negli incarichi che le affidano (mediocri in effetti), non è una inflessibile paladina della giustizia e nemmeno una palestrata supereroina: è solo assetata di tutto quello che la vita può avere in serbo per lei. È questo desiderio, questo istintivo entusiasmo, il motivo che la butta nel caso del «delitto della parruccaia». La sua è un’indagine privata, «approssimativa e clandestina», condotta nel tempo libero. Ma la colpisce una polvere di indizi sfuggiti a inquirenti distratti. E sono segnali che la portano alla fine in un mondo dove gli interessi non dovrebbero entrare, e invece entrano e distruggono spietatamente.
Aua
Adelphi
Prezzo – 18,00
Pagine – 190
Knud Rasmussen è stato l’etnografo ed esploratore a cui dobbiamo i materiali più preziosi sugli Inuit e altre popolazioni dell’estremo Nord. Durante la V Spedizione Thule, fra il 1921 e il 1924, Rasmussen conobbe lo sciamano Aua e stabilì con lui un contatto che gli permise di raccogliere la sua testimonianza. Come Alce Nero per Neihardt, come Ogotemmeli per Griaule, Aua è diventato la voce di una remota sapienza, qui esposta con straordinaria immediatezza attraverso episodi della sua vita. Chi incontri Aua lo ricorderà per sempre come una guida alle potenze dell’invisibile.