Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico
di Andrea ValiottoJared Diamond
Einaudi
Prezzo – 30,00
Pagine – 488
Con i suoi precedenti bestseller, Armi, acciaio e malattie e Collasso, Jared Diamond ha mutato il nostro modo di comprendere ciò che fa nascere e morire le civiltà. In questo libro conclusivo della monumentale trilogia, Diamond descrive come le nazioni siano riuscite a riprendersi dalle crisi utilizzando processi di trasformazione «selettivi» – un’efficace strategia di adattamento piú comunemente associata ai traumi personali. Attraverso un’analisi comparativa, l’autore dimostra in che modo, nel recente passato, sette nazioni (Finlandia, Giappone, Cile, Indonesia, Germania, Australia e Stati Uniti) siano sopravvissute a sconvolgimenti epocali – dall’arrivo del commodoro Perry in Giappone all’invasione sovietica della Finlandia, dalla Germania del secondo dopoguerra al regime cileno di Pinochet – facendo ricorso a un processo di dolorosa autoanalisi e di adeguamento alla nuova realtà. Allo stesso tempo, volgendo lo sguardo al futuro, Diamond cerca di capire se il nostro mondo stia sperperando i vantaggi acquisiti, imboccando le vie del conflitto politico e del declino. E infine: quali lezioni possiamo ancora imparare dal passato per affrontare con successo le crisi di oggi, come i cambiamenti climatici, le disuguaglianze e le polarizzazioni sociali? Aggiungendo la dimensione psicologica alla formidabile comprensione della storia, della geografia, dell’economia e dell’antropologia tipica di tutto il lavoro di Diamond, Crisi ci fa intendere di quali strumenti le nazioni e gli individui debbano dotarsi per diventare più resilienti e consapevoli.
Chi ha paura di Giovanni Paolo II?
Giacomo Galeazzi e Gian Franco Svidercoschi
Rubbettino
Prezzo – 15,00
Pagine – 132
Chi ha paura di Giovanni Paolo II? E perché c’è ancora, fuori e soprattutto dentro la Chiesa, chi rifiuta l’eredità di questo Papa che ha cambiato la storia della Chiesa e del mondo? Trent’anni fa ci fu la caduta del Muro, una vicenda nella quale il Papa polacco – il primo Papa non italiano dopo quasi cinque secoli – ebbe un ruolo decisivo. E non solo. La sua azione, grazie anche ai numerosi viaggi, fu determinante per il ritorno di molti Paesi latino-americani alla democrazia, per ridare voce e dignità ai popoli del Sud. E spesso, nei momenti di crisi dell’umanità, con i grandi della terra pavidi e silenziosi, fu soltanto lui, Wojtyla, a parlare, a intervenire, a denunciare. Soltanto lui a testimoniare la speranza in un futuro che poteva essere diverso. “Tutto può cambiare”, ripeteva. E allora, come si fa a dimenticare un Papa così? Chi ha paura del progetto geopolitico che questo Papa aveva disegnato per un mondo più giusto, più pacifico? E dove, naturalmente, non ci sarebbe stato posto per potenze dominanti, né per populismi e sovranismi? È stato il Papa che ha realizzato concretamente diversi documenti conciliari: la centralità del popolo di Dio, la libertà religiosa e i diritti umani, i rapporti con l’ebraismo e con l’islam. Il Papa che ha creato le Giornate mondiali della gioventù E allora, come si fa a dimenticare un Papa così? Chi ha paura di quel “modello” di Chiesa che Giovanni Paolo II aveva proposto? Questo libro vuole essere un invito a riscoprire l’eredità del pontificato di Wojtyla, ripercorrendone i tratti salienti. E a far sbocciare questa eredità in una rigogliosa primavera per la missione della Chiesa.
Anna Funder
Feltrinelli
Prezzo – 9,50
Pagine – 272
Fonti ufficiose affermano che in Germania dell’Est gli informatori al servizio della Stasi, la potente polizia segreta, fossero una persona ogni sei abitanti. Orwell stesso non avrebbe potuto immaginare niente di più perfetto del funzionamento del controllo sociale nella Germania dell’Est. Questo resoconto, scritto con una forte tonalità narrativa, ci riporta nel pieno del ricordo della quotidianità di uno stato che non c’è più. Anna Funder ci riconduce con abilità nel maelstrom di quell’esperienza, ascoltando sia ex funzionari governativi e informatori, sia persone che hanno avuto la vita spezzata da una repressione molte volte immotivata, per comporre un libro importante, umanamente e politicamente. Un libro che non si dimentica più. A trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, il libro che meglio ha saputo raccontare il regime e la vita quotidiana nella Germania dell’Est.
Marco Santagata
Mondadori
Prezzo – 24,00
Pagine – 456
Letterato curioso, sempre alla ricerca del nuovo, Giovanni Boccaccio «nel corso della sua vita è stato attratto dai più disparati ambiti del sapere e, come scrittore, ha sperimentato un gran numero di generi letterari; è stato uomo di corte, mercante, amministratore del Comune; si è adoperato a diffondere la letteratura in volgare ed è stato parte attiva di elitari circoli umanistici. A tanta apertura e disponibilità si accompagna una straordinaria capacità di recepire, assorbire, introiettare: anche grazie a questa disposizione innata è diventato il più polivalente e sperimentale scrittore del suo secolo». Un genio multiforme dietro al quale, tuttavia, si cela un’inaspettata fragilità, come uomo e letterato: «Boccaccio accoglie, ma anche si adegua; si modella sugli ambienti circostanti, ridisegna il suo profilo intellettuale sulle aspettative altrui, o almeno, su quelle che lui ritiene tali». Dopo il successo dei volumi dedicati a Dante e Petrarca, Marco Santagata torna a parlare dell’ultima delle tre corone fiorentine, offrendo ai lettori un libro nuovo nel panorama editoriale relativo a Boccaccio, innovativo sia sul piano fattuale sia sull’interpretazione e la cronologia degli scritti. All’analisi critica delle singole opere, Santagata predilige, infatti, un discorso unitario che tiene insieme storia politica e sociale, panorama culturale e biografia. Dall’infanzia tra Certaldo e Firenze al trasferimento a Napoli, dagli studi di diritto alla nascita del romanziere, dall’incontro con Petrarca e l’umanesimo fino alla vecchiaia, il racconto appassionato delle vicende biografiche di Boccaccio e insieme della sua carriera di scrittore e di intellettuale.
Stefan Hertmans
Marsilio
Prezzo – 18,00
Pagine – 336
A Monieux, nota in un lontano passato per non aver mai negato ospitalità a viandanti e fuggiaschi, da secoli si racconta di un orribile pogrom e di un tesoro nascosto. È qui, tra le montagne della Provenza, che Stefan Hertmans comincia un emozionante viaggio nel tempo, percorrendo la Francia dei crociati, dalla Normandia a Marsiglia, per poi toccare Genova e spingersi a sud, verso la Sicilia e, al di là del mare, l’Egitto. Instancabile, cammina sulle tracce di una nobildonna normanna che a quell’eccidio riuscì a sopravvivere, una giovane dalla volontà di ferro che lui, per anni, ha cercato e inseguito, rincorrendone la storia. Chi era questa donna? Perché scappava? Alla fine dell’Undicesimo secolo, la bella Vigdis Adelais, con i suoi riccioli biondi e gli occhi blu ereditati dagli antenati vichinghi, si innamorò di David, studente alla yeshivah di Rouen e figlio di un potente rabbino. Il suo amore proibito le costò l’esilio e più di mille chilometri di fuga, braccata dagli uomini del padre e dai crociati che, numerosi, partivano alla volta di Gerusalemme, seminando morte e distruzione. È l’inizio di un racconto appassionante e di una grandiosa ricostruzione letteraria del Medioevo. Basata su fatti e documenti, la storia di Vigdis, che per amore diventò Hamoutal e voltò le spalle alla propria fortuna, al buon nome e al futuro, trascina il lettore in un mondo di passione e violenza, dove le strade rimbombano di urla, nenie ed echi di tamburo, e nel caos brillano i colori della vita quotidiana dell’epoca. Storia epica e ritratto di una donna di sconvolgente modernità, La straniera è anche un romanzo sull’identità e su una condizione che si ripete nei secoli: quella del rifugiato.