17 Aprile 2020

Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico

di Andrea Valiotto

Storia del mondo in dieci imperi

Paul Strathern

Il Saggiatore

Prezzo – 25,00

Pagine – 345

Ogni re che vuole dimostrarsi mio pari vada dove io sono andato»: con queste parole Sargon il Grande più di quattromila anni fa conquistava le città della Mesopotamia e uni cava il mondo in un unico territorio che andava dai monti dell’Anatolia al Golfo Persico. Da quel momento la storia dell’umanità è stata segnata dall’ascesa e dalla caduta dei grandi imperi, che hanno impresso la loro impronta su cambiamenti epocali, rivoluzioni, guerre e trattati di pace. Paul Strathern ne ripercorre le vicende dalla dinastia di Akkad al dominio globale degli Stati Uniti, raccontando l’Impero romano, le conquiste dei mongoli, la Cina della dinastia Yuan, i califfati arabi, l’impero marittimo del Regno Unito. Attraverso i secoli l’organizzazione degli imperi si è modificata di pari passo con la concezione del potere, evolvendo da un puro e semplice dominio territoriale, alimentato dalle conquiste militari, alla capacità di in uenzare le politiche degli stati vicini,  no ad arrivare a potenze economiche in grado di spostare gli equilibri su scala mondiale. Ogni incarnazione della forma impero descritta da Strathern è stata accompagnata da valori etici, politici e religiosi peculiari, di volta in volta presentati alle masse come i migliori e i più desiderabili, ma connotati anche dalla violenza e dallo sfruttamento dei popoli conquistati. Storia del mondo in dieci imperi attraversa quattro millenni di trionfi e sconfitte, dai campi di battaglia europei ai porti dell’Oriente, dalle steppe dell’Asia agli altipiani dell’America del Sud, e ripercorre la nostra storia grazie ai grandi imperi in cui si rispecchiano, nel bene e nel male, le vicende di tutta l’umanità.

 

La banalità del male

Hannah Arendt

Feltrinelli

Prezzo – 12,00

Pagine – 352

Otto Adolf Eichmann, catturato in un sobborgo di Buenos Aires la sera dell’11 maggio 1960, trasportato in Israele nove giorni dopo in aereo e tradotto dinanzi al Tribunale distrettuale di Gerusalemme l’11 aprile 1961, doveva rispondere di quindici imputazioni, avendo commesso, “in concorso con altri”, crimini contro il popolo ebraico, crimini contro l’umanità e crimini di guerra sotto il regime nazista, in particolare durante la Seconda guerra mondiale. Hannah Arendt va a Gerusalemme come inviata del “New Yorker”. Assiste al dibattimento in aula e negli articoli scritti per il giornale sviscera i problemi morali, politici e giuridici che stanno dietro al caso Eichmann. Ne nasce un libro scomodo: pone le domande che non avremmo mai voluto porci, dà risposte che non hanno la rassicurante certezza di un facile manicheismo. Il Male che Eichmann incarna appare alla Arendt “banale”, e perciò tanto più terribile, perché i suoi servitori più o meno consapevoli non sono che piccoli, grigi burocrati. I macellai di questo secolo non hanno la “grandezza” dei demoni: sono dei tecnici, si somigliano e ci somigliano.

 

I colpevoli

Andrea Pomella

Einaudi

Prezzo – 18,50

Pagine – 216

Cosa resta del legame tra un padre e un figlio dopo un rabbioso distacco durato trentasette anni? Tredicimila giorni senza vedersi, da quando il padre ha abbandonato la famiglia per amore di un’altra donna. Un’intera vita di lontananza. Per poi ritrovarsi all’improvviso: ed è proprio la storia del loro riavvicinamento, dei passi veri e falsi di ognuno, dei pensieri e delle derive, il fuoco vivo di queste pagine.

 

Il mistero dell’Erebus

Michael Palin

Neri Pozza

Prezzo – 19,00

Pagine – 416

Canada, settembre 2014. Lungo la costa di un’anonima isola, una delle migliaia presenti nell’Artico canadese, una barchetta di nome Investigator sta compiendo dei rilevamenti acustici, quando si imbatte in qualcosa di più che sabbia e scogli: distesa sul fondale c’è una forma scura, solida e sconosciuta. Ha la poppa sfondata, come se qualcuno l’avesse morsicata; le travi del ponte sono scoperte e tutte rivestite da uno strato lanoso di vegetazione acquatica; tra i relitti, mezzo sprofondati nella sabbia, ci sono due eliche, otto ancore e un segmento del timone. È una nave, ma non una nave qualunque. È una nave scomparsa dalla faccia della terra, insieme al suo equipaggio, centosessantotto anni prima. Una nave che ha avuto una delle più straordinarie avventure dell’intera storia navale britannica: è la HMS Erebus. Commissionata nel 1823, la HMS Erebus venne utilizzata, con grande successo, per una spedizione in Antartide dal 1837 al 1840, dove, insieme alla sorella Terror, si guadagnò la formidabile reputazione di essere la nave più affidabile e resistente al ghiaccio di tutta la Marina britannica. Per questo motivo fu scelta per un’altra grandiosa impresa marinara nel glaciale Nord: la conquista del Passaggio a Nord-ovest. Agli ordini dell’Ammiragliato britannico, nel maggio del 1845 il capitano Sir John Franklin, celebre esploratore e ufficiale della Royal Navy, salì a bordo di una nave perfettamente equipaggiata per una spedizione della durata di tre anni: motori a vapore e ponti erano stati rinforzati, abbondante cibo era ammassato nella stiva e a bordo c’erano strumenti avanzatissimi per studiare il magnetismo, la geologia, la botanica e la zoologia e addirittura una macchina fotografica per dagherrotipi. Tutto faceva pensare a un’impresa organizzata con cura e dopo profonde riflessioni. Alle dieci e trenta del mattino del 19 maggio l’Erebus e la Terror levarono le ancore, ruotarono di 360 gradi per essere sicure che le bussole funzionassero e finalmente la spedizione di Franklin verso il Passaggio a Nord-ovest prese il via, con ventiquattro ufficiali e centodieci uomini a bordo. Fu l’inizio di uno dei peggiori disastri nella storia delle esplorazioni artiche. In questo suggestivo libro Michael Palin offre un resoconto di prima mano del percorso e delle condizioni affrontati dall’equipaggio dell’Erebus che, nel 1846, insieme alla Terror, svanì dalla faccia della terra. Cos’è veramente accaduto all’Erebus? Com’era fatta? Dov’era riuscita ad arrivare? Come aveva potuto sopravvivere a tanto, per poi scomparire in quel modo misterioso? Ricercato e illustrato sapientemente con mappe, fotografie, dipinti e incisioni, Il mistero dell’Erebus è l’avvincente racconto di una spedizione tragica ma indimenticabile.

 

Sud

Mario Fortunato

Bompiani

Prezzo – 18,00

Pagine – 304

Le famiglie felici non sono interessanti; quelle complicate sì. Valentino lascia la Calabria da ragazzo, negli anni 70 del Novecento, ma la maturità, che si annuncia con il balenio a sorpresa del rimpianto, lo costringe a voltarsi indietro per misurarsi con la memoria e le memorie del mondo in cui è cresciuto. E quando torna a guardare e ascoltare scopre che se le persone non ci sono più, e spesso non ci sono più da molto tempo, le loro vite sono lì, e chiedono di essere raccontate. Ecco i patriarchi: il vecchio Notaio con i suoi figli accidentali e il Farmacista col suo violino chiuso nell’armadio, due famiglie parallele due rami che s’incrociano nella famiglia nuova dell’Avvocato e della moglie, l’amatissima Tamara che solo lui chiama Mara; la gente del popolo: Ciccio Bombarda l’autista senza patente, Peppo della posta che ha paura dei figli, Rosa e Cicia le pasionarie, Maria-la-pioggia e Maria del Nilo silenziose come tutte le divinità; e poi zie bizzarre e amici immaginari, domestici fedeli e mogli minuscole come bambine, amicizie che durano dalla soffitta di casa al campo di battaglia, ideali irrinunciabili e inconfessate debolezze; e gli oggetti, le automobili, i due piccoli Gauguin appesi nell’ombra. La storia di un mondo borghese che s’intreccia con la storia dell’Italia che intanto cambia in meglio e in peggio; il ritratto affettuoso e spietato di un luogo che è anche un tempo.