Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico
di Andrea ValiottoIl Re Sole
Peter Burke
Il Saggiatore
Prezzo – 27,00
Pagine 350
Nella Francia del Seicento ogni decisione rilevante in campo bellico, politico, amministrativo, religioso, economico, agricolo e architettonico discendeva da un solo uomo: Luigi xiv di Borbone, il Re Sole. Tutti i suoi sforzi furono rivolti ad accentrare a Parigi la vita politica della nazione, eliminando le ultime vestigia di feudalesimo e obbligando la nobiltà a una vita di corte oziosa e fastosa nella reggia di Versailles: un processo che fu determinante per la formazione e diffusione dello Stato moderno in Europa e nel mondo.
L’aspetto decisivo dell’assolutismo di Luigi xiv fu indubbiamente la sua straordinaria forza simbolica. Ogni gesto era pensato per trasmettere ai sudditi l’idea di una personalità eccezionale, da seguire in modo incondizionato: rappresentato centinaia di volte nella pittura, nella scultura, nelle medaglie, in opere e balletti, al centro di ogni canale d’informazione e intrattenimento dell’epoca, Luigi xiv doveva apparire il fulcro di un regno che Racine definì «una ininterrotta serie di meraviglie». La costruzione dell’immagine del Re Sole fu soltanto manipolazione dell’opinione pubblica, parossistica megalomania del sovrano, adulazione di artisti e cortigiani? Oppure fu una risposta consapevole a esigenze psicologiche collettive, che rendevano universale la credenza nelle virtù taumaturgiche del tocco reale? Peter Burke ricostruisce le vicende e i simboli di un regno che ha cambiato il mondo, analizzando gli snodi della complessa politica mediatica a cui si applicarono il sovrano e i suoi ministri. Grazie a un dialogo serrato con i testi ufficiali, le architetture, i manufatti, i manifesti, i dipinti dell’epoca – molti dei quali riprodotti in queste pagine –, Il Re Sole non si propone solo come il ritratto di una delle figure più affascinanti, controverse e decisive della storia, ma anche come un saggio indispensabile sulla funzione politica della magnificenza e sulle relazioni tra arte, media e potere.
I quarantuno colpi
Mo Yan
Einaudi
Prezzo – 22,00
Pagine – 464
Nella Cina dei primi anni Novanta, il giovane Luo Xiaotong decide di rifugiarsi in un tempio abbandonato e diventare il discepolo del Grande monaco Lan. In un monologo irrefrenabile, viscerale, violentemente comico, Luo Xiaotong racconta al maestro il passaggio dal pauperismo maoista all’ingordigia dell’economia di mercato, dipingendo un affresco straordinario della modernizzazione cinese. Per espiare i suoi peccati e pervenire, attraverso l’adesione al buddhismo, alla suprema saggezza, il giovane Luo Xiaotong racconta, costantemente distratto dall’arrivo di una fantasmagoria di persone e dalla rutilante Sagra della carne che si sta organizzando all’esterno del tempio, la propria vita al Grande monaco Lan. È in primo luogo la storia della rovina della sua famiglia, con il padre che, dopo essere scappato con un’altra donna, torna a casa pentito ma finisce per uccidere la moglie quando scopre che è diventata l’amante di Lao Lan, il capo villaggio. Ma è al contempo, e soprattutto, la testimonianza del degrado morale che ha comportato il passaggio, in Cina, dall’economia socialista a quella di mercato. Il mito della prosperità ha trasformato la macellazione, un’attività tutto sommato artigianale e tradizionale alla base dell’economia del posto, in una carneficina industriale che non si ferma nemmeno davanti a metodi illegali e atrocemente crudeli. E Luo Xiaotong, benché ancora bambino, è parte attiva in questo processo, perché l’idea di rendere accessibile a tutti la carne, di cui è patologicamente ingordo, gli stimola uno spirito imprenditoriale che fa di lui l’eroe della zona, osannato come un santo, elevato a divinità. Ma quando la madre muore, il padre finisce in prigione e la fabbrica è messa sotto processo per frode, è costretto a vagare per le campagne chiedendo l’elemosina. Nel momento in cui però trova i proiettili di un vecchio mortaio nasce in lui il desiderio di vendetta nei confronti di Lao Lan, l’artefice dell’arricchimento degli abitanti (oltre che della sua rovina). Partendo da suoi temi fondanti – la fame, il sesso, la mutazione della società contadina e lo stravolgimento dello stato di cultura e natura che ha comportato – Mo Yan inscena, con ironia e senso del grottesco, l’esito della modernizzazione cinese, carnevalesco contrappasso di un pauperismo estremizzato dalle dissennate politiche maoiste.
Chi sta male non lo dice
Antonio Distefano
Mondadori
Prezzo – 12,00
Pagine – 168
Questa è la storia di Yannick e Ifem, la storia di due ragazzi. Di mancanze, assenze, abbandoni, di come è difficile credere nella vita quando questa ti toglie più di quanto ti dà. Una storia iniziata in un quartiere dove a cadere a pezzi sono le persone prive di impalcature, schiave delle condizioni economiche al punto di attaccarsi al lavoro rinunciando così alla vita. Dove chi non ci riesce beve fino ad annullarsi e alza le mani sui figli e sulle mogli dietro imposte serrate. Dove la gente sa e non fa nulla. Perché addosso tutti hanno l’odore dei poveri e le scarpe consumate di chi è abituato a frenare in bici coi talloni. Una storia di sogni infranti che i figli ereditano dai genitori, partiti dall’Africa per “na Poto”, l’Europa, senza sapere che questo paese non è pronto ai loro tratti del viso né preparato a sostenere le loro ambizioni. Basta avere la pelle un po’ più scura per essere preso di mira, il taglio degli occhi diverso per sentirsi intruso, un cognome con troppe consonanti per sentirsi gli sguardi addosso. In questa desolazione, Ifem prova a colmare il vuoto che la mangia da dentro con l’amore. Quello per Yannick. Un ragazzo che sembra inarrestabile. “Ifem, non ci fermeremo finché non capiranno che non siamo neri che si sentono italiani, ma italiani neri” le ripete continuamente. Ma pian piano quell’amore, come tutto attorno a lei, svanisce. Ne rimane solo un’ombra sottile nelle linee immaginarie che lei traccia sulle labbra di lui mentre dorme. Uno dei pochi momenti in cui Yannick sembra quieto. Perché a fermare la sua corsa è la cocaina. Iniziata per noia, quasi per caso, perché lui è cresciuto in un quartiere popolare dove tutti almeno una volta hanno provato, anche i preti. E perché per un attimo la polvere bianca riempie qualsiasi vuoto – ti fa sentire come avessi dentro tutto il ferro della torre Eiffel –, ma poi si porta via tutto. Chi sta male non lo dice non è però solo un pugno nello stomaco, è soprattutto la storia di come i fiori spuntano anche nel cemento. Di come c’è sempre un modo per salvarsi, l’importante è non rinunciare, non smettere mai di amare la vita.
Non luogo a procedere
Claudio Magris
Garzanti
Prezzo – 20,00
Pagine – 368
In questo romanzo violento, tenero e appassionato, Claudio Magris si confronta con l’ossessione della guerra di ogni tempo e paese, quasi indistinguibile dalla vita stessa: una guerra universale, rossa di sangue, nera come le stive delle navi negriere, cupa come il mare che inghiotte tesori e destini, grigia come il fumo dei corpi bruciati nel forno crematorio della Risiera di San Sabba, bianca come la calce che copre il sepolcro. Non luogo a procedere è la storia di un grottesco Museo della Guerra per l’avvento della pace, delle sue sale e delle sue armi, ognuna delle quali racconta vicende di passione e delirio; è la storia dell’uomo che sacrifica la vita alla sua maniacale costruzione, per riscattarsi alla fine nell’accanita ricerca di un’orribile verità soppressa; è la storia di una donna, Luisa, erede dell’esilio ebraico e della schiavitù dei neri. Con una narrazione totale e frantumata, precisa e insieme visionaria, Magris scava con ferocia nell’inferno spietato delle nostre colpe, e racconta l’epos travolgente di tragedie e silenzi dell’amore e dell’orrore.
Basta 1 giorno
Marc Mességué
Sperling & Kupfler
Prezzo – 17,00
Pagine – 224
Dieta per un giorno e tutto il resto della settimana libero. Non è una provocazione. È il metodo che Marc Mességué, punto di riferimento del benessere naturale, applica da anni con successo perché funziona: il dimagrimento è costante, sano e duraturo. Il segreto è che le persone non si sentono a dieta. Niente sofferenze, rinunce, privazioni e soprattutto nessun effetto yo-yo, tipico invece di moltissimi regimi alimentari. I chili persi non si riacquistano più. Merito anche di un approccio… disintossicante e di un giusto abbinamento dei cibi che garantiscono uno stato di benessere completo senza stress e sacrifici, e un miglioramento del metabolismo. In questo libro Mességué spiega i semplici passi da seguire e fornisce anche una serie di gustose ricette, create da famosi chef per il giorno della dieta. Infine, grazie alla sua grande esperienza con le erbe e le piante officinali, illustra i benefici della fitoterapia, suggerendo preparazioni e tisane per mantenersi in forma e vivere meglio.