Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico
di Andrea ValiottoChiara Frugoni
Il Mulino
Prezzo – 38,00
Pagine – 344
Nel Medioevo il diritto all’immagine appartiene soprattutto ai protagonisti del mondo religioso, della Chiesa come delle Sacre Scritture, o a grandi personaggi laici e famosi. Con gli affreschi di Palazzo Pubblico a Siena Ambrogio Lorenzetti ci propone una straordinaria novità, rappresentando gente comune, senza storia. Ad essa per la prima volta è affidato il compito di illustrare la ridente vita in città e in campagna assicurata dall’ottimo governo dei Nove. Non importa che la realtà, ben diversa, fosse fatta di carestie, rivolte, corruzione. Nella prestigiosa Sala dei Nove i cittadini e i contadini senesi del tempo – siamo intorno al 1338 – vedono raffigurata una città orgogliosa dei suoi splendidi palazzi, una lieta e fertile campagna dove vecchi e giovani, donne e bambini, e poi artigiani, mercanti, nobili e intellettuali, contadini e pastori sono partecipi di una convivenza operosa e felice. È il trionfo del Bene Comune, e della guida illuminata dei governanti cittadini. Dove invece ognuno tende al bene proprio ecco infuriare un corteo nefasto: anarchia, violenza, distruzione, soprusi, guerra. Un capitolo vivo di storia medievale, ma non solo: additando il pericolo della Tirannide e le sue conseguenze, questo grande manifesto politico ha parlato a tutte le epoche, e oggi parla a noi con voce particolarmente forte.
Enrico Deaglio
Feltrinelli
Prezzo – 18,00
Pagine – 304
La bomba compie mezzo secolo. Non ha mai smesso di cambiare l’Italia, quasi fosse una massa incandescente nel sottosuolo, che continua a bruciare. “La bomba del 12 dicembre 1969 ha cambiato l’Italia; o meglio l’ha picchiata come un pezzo di ferro rovente su un’incudine, umiliata. Per cinquant’anni, tutta la vasta cospirazione di potere che l’ha prodotta ha lavorato per lei, perché restasse impunita e si moltiplicasse. È una storia talmente enorme che non si sa da che parte cominciare.” E la storia comincia dalle cicatrici, dalle premonizioni, dalle coincidenze, dai luoghi da cui la Storia è passata. E riemergono il tassista Rolandi, la fatale stanza della Questura da cui precipitò Pinelli, il “colpo di stato” in Procura, il “silenzio monumentale di Milano”, l’angosciante Veneto profondo in cui la bomba venne concepita, le manovre finanziarie intorno alla banca della strage, la sublime arte del depistaggio che da allora ci ha sempre accompagnato. La ricerca diventa così uno “studio in rosso” sulla struttura del potere in Italia e sulle nobili forme di resistenza che lo hanno contrastato, con le armi dell’amicizia, della parola, della musica, del coraggio civile. In mezzo campeggia, senza tempo, il grande quadro di Enrico Baj – la nostra Guernica –, che venne bendato perché troppo vero. Questo è un viaggio nella memoria, che ha l’andamento di un giallo e racconta l’ultimo mezzo secolo di storia italiana, come non l’abbiamo mai sentita. Chi non c’era potrà respirare l’aria pesante di quei giorni, quando sembrava che fosse buio a mezzogiorno. Chi c’era ritroverà la ferocia della bomba che scoppia, e poi si ritira, e poi si riproduce, e continua a scoppiare per decenni, con il potere di assoggettare tutti – tutti? – alla sua ferocia e al suo ricatto. Con lo sguardo di chi ha vissuto questa storia dall’inizio, Enrico Deaglio ricompone l’intrigo mettendo insieme le scoperte – alcune clamorose – degli ultimi dieci anni e nuovi spunti di ricerca con la speranza che una verità si possa raggiungere e, soprattutto, rendere nota.
L’anno in cui imparai a leggere
Marco Marsullo
Einaudi
Prezzo – 18,00
Pagine – 288
Niccolò ha venticinque anni ed è innamorato perso di Simona. Cosí quando lei, bella e inquieta, parte mollandogli suo fi glio Lorenzo, lui decide di prendersene cura, sebbene quel moccioso di quattro anni non lo abbia mai accettato e di notte lo sbattesse puntualmente fuori dal letto. Niccolò non ha mai fatto il padre, e non sa come gestire capricci, routine, amichetti che giocano a fi ngersi d’improvviso morti e primi batticuori. In piú, a complicare le cose, ci si mette anche il padre naturale. Riccioli scompigliati e chitarra in spalla, è arrivato dall’Argentina per incontrare il piccolo, e si è installato in casa senza alcuna intenzione di andarsene. Innamorati della stessa donna, lui e Niccolò si detestano, e il bambino non riconosce un ruolo a nessuno dei due. Eppure, giorno dopo giorno, tra litigi e partite a pallone, pigiama party e impreviste abitudini, questi tre «ragazzi» abbandonati imparano ad appoggiarsi l’uno all’altro, per sorreggersi insieme contro il mondo.
Friedrich Dürrenmatt
Adelphi
Prezzo – 15,00
Pagine – 162
È il più brillante dei commissari di Zurigo, Matthäi, anche se certo non il più benvoluto. È geniale, sì, ma solitario, impassibile – e maneggia l’apparato di polizia come fosse un giocattolo. Ma, a differenza di quel che accade nei romanzi polizieschi, la ragione può far luce solo su una piccola parte del mondo, e nell’incerto chiarore che regna ai suoi confini si insedia tutto ciò che è paradossale, casuale. Con questa zona oscura, che non si può dominare, anche Matthäi dovrà fare i conti. Accadrà a Mägendorf, mentre il föhn fa piombare sul villaggio, a grandi folate, un caldo innaturale, che eccita e incattivisce. Il corpo di una bambina, Gritli Moser, assassinata a colpi di rasoio, viene trovato da un ambulante, von Gunten. Tutti i sospetti ricadono su di lui, che dopo un interrogatorio di venti ore confessa, e si impicca nella sua cella. Per tutti il caso è chiuso, ma non per Matthäi. Gritli ha confidato a un’amica di avere incontrato un gigante alto come una montagna, « pieno di piccoli porcospini », e lo ha disegnato. Una favola? Non per Matthäi: altri bambini sono in pericolo e il gigante dei porcospini sta per colpire ancora, ne è convinto. Per inseguire quel fantasma rinuncerà a tutto: alla sua immagine di investigatore glaciale, alla sua implacabile logica, al suo posto di commissario. E non esiterà a trasformarsi in benzinaio, a usare come esca una bambina, a sprofondare via via in un grandioso delirio – ad attendere, inesorabile, che il Caso, cui non aveva mai creduto, gli consegni l’assassino.
Chris Cleave
Beat edizioni
Prezzo – 17,00
Pagine – 256
Piccola Ape viene da un minuscolo villaggio situato sulla foce del Niger, là dove imperano le compagnie petrolifere, e orrore e sfruttamento costituiscono il destino delle popolazioni che vi abitano. Ha sedici anni e, nel campo di internamento in Inghilterra dov’è finita, nessuno conosce il suo nome. La chiamano semplicemente Little Bee, Piccola Ape. Liberata dopo due anni, la ragazza decide di cercare rifugio presso Sarah O’Rourke, una giornalista inglese conosciuta in Nigeria, mentre era in vacanza con suo marito Andrew. Sarah l’accoglie senza esitazioni, benché debba fronteggiare un momento delicato della sua vita. Andrew è morto; Charlie, il bambino avuto da Andrew, è preda di strane fantasie, indossa l’abito di Batman e crede di essere una sua incarnazione; Lawrence, l’uomo col quale ha una relazione da qualche tempo, vorrebbe chiarire la natura del loro rapporto. Anche Piccola Ape, tuttavia, attraversa un momento decisivo della sua esistenza. Nel campo in Inghilterra si è data al feroce apprendimento della lingua inglese ed è, in qualche modo, «rinata in cattività». Ora, però, deve trovare la sua strada nel mondo, una strada che passa necessariamente da un confronto e una riconciliazione col suo passato. È in Nigeria, dinanzi ai rischi e ai pericoli di quella tormentata terra, che ognuno dei componenti di quella singolare famiglia – Piccola Ape, Sarah, Charlie e Lawrence – scioglierà i nodi della propria esistenza. Con una prosa serrata e dal ritmo incalzante, Chris Cleave, l’autore de I coraggiosi saranno perdonati, dà vita all’odissea di una ragazzina in un continente crudele, dove l’orrore e la bellezza si danno la mano.