4 Dicembre 2015

Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico

di Andrea Valiotto
 
 
La reliquia di Costantinopoli
Paolo Malaguti
Neri Pozza
Prezzo – 18,00
Pagine – 592


1565, Venezia. Il sole non lambisce ancora il camposanto di San Zaccaria, quando il vecchio Giovanni si cala nella tomba del chierico Gregorio Eparco, il suo antico tutore, appena riesumata dai pissegamorti in cambio di tre ducati. Non vuole trafugare la bara di legno marcio o le ossa ricoperte di lanugine e muffa. Sta cercando un libercolo. Un diario «avvolto in una pezza di tela cerata, sigillata da un nastro nero», che lui stesso, cinquant’anni prima, ha nascosto sotto la nuca del maestro, dopo aver giurato di non sfogliarlo né di farne parola con nessuno.  Il giuramento, però, ora può essere infranto, poiché le annotazioni contenute in quell’involucro sono l’unico indizio in grado di condurre ad alcune preziosissime reliquie cristiane andate perdute.  Il diario si apre nel 1452, quando Gregorio – «la barba folta e nera» e un «fisico più da rematore che da mercante» – giunge ad Adrianopoli insieme con il suo socio d’affari, l’ebreo-veneziano Malachia Bassan. La città, strappata a Venezia dagli Ottomani un secolo prima, offre uno spettacolo raccapricciante agli occhi dei due giovani mercanti. Ventotto marinai di una galea da mercado della Serenissima, accusata di aver disubbidito agli ordini provenienti dalla fortezza di Boghaz-kesen, fatta costruire da Maometto II per controllare il traffico sul Bosforo, sono stati torturati, uccisi e lasciati alla mercé dei cani nelle pubbliche vie. L’intento del giovane Sultano, un ragazzo di diciannove anni magro e pallido, è chiaro: offrire una dimostrazione di forza prima di cingere d’assedio la città che, per i cristiani, è la madre e la guida di tutto il mondo, l’ancella stessa del Padre: Costantinopoli, l’arca di santità che custodisce il maggior numero di reliquie cristiane.  Mentre uno sparuto esercito di genovesi, greci e veneziani tenta di respingere l’assalto dei turchi, Gregorio ha un’idea: recuperare tutti «i frammenti di Paradiso» appartenuti ai santi e disseminati nelle chiese, nei sotterranei e dentro il Grande Palazzo imperiale di Costantinopoli, per salvare in tal modo la Cristianità. Un’idea allettante anche per Malachia Bassan, nella cui mente si affaccia il pensiero che, male che vada, quelle reliquie così preziose possono pur sempre essere vendute.  Così tra imboscate, fughe ed enigmi, i due giovani mercanti si accingono all’impresa… Con una documentazione sterminata capace di riprodurre fedelmente l’architettura di Costantinopoli cinta d’assedio dagli Ottomani e le strategie militari, le lingue, i culti e i costumi dell’epoca, Paolo Malaguti scrive un romanzo d’avventura dall’inarrestabile tensione narrativa. E ci consegna due protagonisti memorabili, figli del XV secolo: il saggio e ossequioso chierico Gregorio e l’imprevedibile ebreo Malachia.
 
Cosí ha inizio il male
cos_ha_inizio_il_maleJavier Marías
Einaudi
Prezzo – 21,00
Pagine – 464


Siamo nella Madrid degli anni Ottanta, una città in cui il ricordo della dittatura franchista è ancora dolorosamente vivo. Il giovane Juan De Vere, fresco di laurea, viene assunto da Eduardo Muriel per fargli da assistente. Muriel è un regista che vive in una grande casa nei quartieri alti della capitale insieme alla moglie, l’esuberante Beatriz Noguera, e i figli. I due avrebbero tutto per essere felici, eppure «il giovane de Vere» è colpito dalla freddezza e dallo sdegnoso contegno con cui il marito tratta la moglie. Perché si comporta cosí? Addirittura, una notte che passa nella casa dei Muriel, Juan assiste a una scena per lui del tutto inspiegabile: Beatriz che, vestita unicamente con un’impalpabile sottoveste, viene respinta e ricacciata nella sua stanza dal marito. Juan vorrebbe indagare i motivi di quel comportamento e del disamore che tiene in piedi il matrimonio, ma Muriel ha altri piani in mente per lui: lo incarica infatti di verificare se le voci che ha sentito su un suo amico, il dottor Van Vechten, sono fondate. Una donna gli ha fatto intendere che il dottore, durante gli anni della dittatura, si era comportato in modo indecente con una o piú donne, e che pertanto l’amicizia che Muriel gli tributava era mal riposta. Per il giovane Juan inizia cosí una discesa nelle tenebre degli anni della dittatura, e nelle ambiguità del matrimonio, che ha l’ineluttabile fatalità delle sabbie mobili. Cosí ha inizio il male è la storia intima di un matrimonio. Osservato con lo sguardo inconfondibile, ossessivo e inquisitore di Javier Marías che, tre anni dopo Gli innamoramenti, torna al romanzo con un’opera premiata come Libro dell’anno da «El País».
 
Per un buon uso della vecchiaia
per_un_buon_uso_della_vecchiaiaRenata Pucci di Benisichi
Sellerio
Prezzo – 10
Pagine – 80


Un elogio, di sapore stoico, a quella parte della vita che alcuni, non l’autrice, chiamano vecchiaia Una filosofia minima che colpisce per il tono sincero, a tratti spietato, e per il sottile humor. Un piccolo e delicato mondo antico da condividere con il lettore. «Con moderazione, coltiva l’orgoglio di essere vecchia: tu hai vissuto a lungo, traendo gioie e stimoli dalla vita che ti è trascorsa fra le mani». «E poiché quell’età, quel tempo che dovrà venire, verrà con certezza, e non puoi combatterla né vincerla: porgile la mano con un finto sorriso ingannatore. Ma non arrenderti inerme, o lei ti sbranerà». Narratrice, giornalista, professoressa, traduttrice, Renata Pucci di Benisichi ha fermato, in libretti dotati di silenzioso e vasto successo, racconti di occasioni vissute, cose viste, luoghi e stravaganze appartenenti al suo piccolo e immenso mondo di nobildonna siciliana, oppure osservazioni sorridenti e acute di intelligenza su oggetti e situazioni in ombra delle giornate di tutti. Questo elogio, di sapore stoico, a quella parte della vita che alcuni, non lei, chiamano vecchiaia (lei la chiama torta colorata: «tutto va accettato, preso, spremuto, goduto») è, si direbbe, un invito ricco di spirito a coloro i quali sono in procinto di entrarci. Una giornata azzurra, tutti gli oggetti utili intorno alla poltrona, poter andare dappertutto sola, dire una parolaccia scioccante più che quando si è solo giovani… tutti piaceri che solo alcuni si
 
Vincere è l’unica cosa che conta
vincere__lunica_cosa_che_contaFranco Causio, Italo Cucci
Sperling & Kupfer
Prezzo – 18
Pagine – 168


Classe e dribbling, piedi di velluto ed eleganza atletica: Franco Causio, il «Barone», ha fatto della fantasia uno dei suoi tratti distintivi. Nato a Lecce, è diventato grande alla Juventus in cui ha giocato dodici stagioni e con cui ha vinto sei scudetti, una Coppa Uefa e una Coppa Italia, oltre ad aver partecipato a tre mondiali (compreso quello vinto nell’82). Campione indiscusso e uomo di poche parole, ha giocato con e contro i più grandi calciatori di un periodo leggendario: Zoff, Gentile, Tardelli, Rossi, Scirea, Facchetti, Altafini, Zico, Platini, Cruijff, Maradona… un mitico album delle figurine rimasto nel cuore di milioni di innamorati del pallone. In questo libro, per la prima volta Causio si racconta con la schiettezza che l’ha sempre caratterizzato e rievoca tempi e personaggi del grande calcio degli anni Settanta e Ottanta.  Da Bearzot a Boniperti – è sua la frase «Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta» –, da Giovanni Agnelli al presidente Pertini, da Trapattoni a Brera… non solo calcio, ma anche un’Italia diversa, piena di speranze e fermenti, con gli stadi ancora pieni e i campioni che spalavano da soli la neve per liberare il campo e giocare.
 
Arrosti
arrostiStéphane Reynaud
Guido Tommasi
Prezzo – 25,00
Pagine – 168


Aprite questo libro e troverete 168 pagine con ricette, consigli, suggerimenti e splendide foto per preparare arrosti di manzo, vitello, pollo, agnello, selvaggina e pesce, che avranno un sicuro successo con i vostri ospiti! Avete presente l’adagio “tutto fumo e niente arrosto”? A volerlo prendere alla lettera, evoca subito scenari apocalittici in cui teglie con il fondo bruciato esalano odori acri e nere colonne di fumo, dietro cui spesso si nasconde un triste oggetto informe e carbonizzato al posto di un succulento pezzo di carne! Eppure preparare un arrosto morbido e profumato non è un’impresa per cuori impavidi o per esperti di cotture al forno. Con stile sobrio ed estremamente chiaro, l’autore Stéphane Reynaud accompagna il lettore nella preparazione di piatti che hanno il sapore dell’infanzia, come l’arrosto con le patate al forno tenere dentro e croccanti fuori o tutto il gusto di accostamenti inediti come il filetto di capriolo con albicocche e uvetta. E se siete preoccupati all’idea di dover scovare un contorno saporito, diverso dalla solita insalata, nell’ultimo capitolo del libro troverete tante ricette semplici e gustose suddivise per stagione e perfette per accompagnare il vostro arrosto. Allora… Siete pronti a smentire quel vecchio adagio?