PNRR e parità di genere: che ne pensate?
di Giulia Bezzi - CEO di SeoSpirito e Founder Progetto Le ROSAIl PNRR è stato letto e riletto e ve lo riassumo in breve, anche se merita una conoscenza profonda e non solo per valutare le azioni sulla parità di genere.
L’obiettivo della Ministra Bonetti, a leggere il piano, è quello di ridurre il gender pay gap passando per la crescita del tasso di occupazione, la percentuale di imprenditrici, sconti per i datori di lavoro top e aiuti per le cure parentali con introduzione di indennità, contributi e congedi più lunghi per i papà.
Per quanto riguarda asili nidi aziendali e comunali, detrazioni per badanti e babysitter sono previsti finanziamenti a fondo perduto per gli asili aziendali, maggiori risorse per gli asili nido comunali, e pare si pensi anche a detrazioni fiscali per chi si avvale di baby sitter e badanti.
Un occhio di riguardo alla formazione: vi ricordate il mio articolo sulle donne e i lavori del futuro in cui snocciolavo dati allarmanti e soluzioni? Pare sia stata ascoltata la mia voce!
Si pensa a degli stanziamenti di specifici fondi per corsi integrativi extra scolastici, per far sì che ci sia più speranza di partecipazione del mondo femminile alle discipline STEM.
Il tutto con 7 miliardi da investire e 5 anni (2021 – 2026) davanti per arrivare, come obiettivo finale, a guadagnare 5 punti nella classifica Gender Equality Index dell’EIGE (Istituto Europeo per l’Uguaglianza dei Generi) per entrare nei primi 10 posti entro 10 anni, perché ora siamo al 14° posto.
Io sono per la costruzione “a manetta”, è la prima volta che vediamo un interesse concreto, forte e reale per le pari opportunità, anche se ho paura dell’esecuzione all’italiana di tutto ciò.
Esempio: alzi la mano chi ha provato a partecipare a un qualsiasi bando a fondo perduto per l’imprenditoria al femminile senza capire nulla di ciò che viene richiesto, chi sono gli interlocutori giusti per capirlo, quali azioni devono essere messe in campo, perché ci vogliono 7 lauree, di cui una in giurisprudenza e una in economia, per comprendere anche solo i requisiti di partecipazione.
Ma, a parte questi piccoli inghippi, ecco quello che farei volentieri per supportare questo PNRR:
- convincere le mamme che anche i papà possono tirare su i figli, perché al 50% ne sono responsabili;
- lavorare alla digitalizzazione basic di tutti, proviamo a pensare a quanti non sanno “rispondere a tutti” nelle mail (credetemi che ho una statistica così ampia che potrei arrivare a dire 90% e non sbagliarmi);
- stimolare nelle scuole programmi di coding, scienze e tutto quello che riguarda un futuro che di prossimo non ha niente, perché è già presente (sì, sono rappresentante di classe della scuola di mia figlia e quest’anno voglio vedere attiva l’aula PC sospesa perché era faticoso sanificare le tastiere, allora meglio tenere i bimbi ignoranti);
- trovare gli interlocutori giusti per bandi ai quali posso partecipare come imprenditrice e poterli proporre ad altre imprenditrici;
- confrontarmi con il Sud Italia il più possibile, le differenze le vediamo tutti i giorni nella nostra community, si dovrebbe partire dal misurare il gender gap da lì e migliorare quello;
- sperare, veramente, di vedere profondi cambiamenti a prescindere dai punti di un indice, attorno a me, perché alla fine gli indicatori sono la mia passione, ma, spesso, chissà come mai, non sono poi così rappresentativi della realtà.
E voi, che ne pensate? Vi aspetto nei commenti, per discutere, arricchirci e confrontarci su tematiche che non possono passare in secondo piano!
3 Settembre 2021 a 9:49
Buon giorno,
concordo in pieno con quanto da Lei scritto. I punti 1,2,3 sono drammaticamente veri e tangibili quotidianamente. Il punto 3 è stato un punto molto dolente anche per me che sono rappresentante di classe (scuola pubblica) e ho dovuto scontrarmi con una insegnante di matematica-informatica, brava per certi versi ma per l’uso dei pc ha inventato mille scuse pur di non fare nulla e lasciare ignoranti i bambini che a breve inizieranno le medie con profonde lacune (e non solo in matematica-tecnologia, purtroppo). Altre maestre colleghe e insegnanti nella scuola pubblica (in altre scuole visto che tra genitori ci si confronta) hanno invece sempre utilizzato l’aula informatica disinfettando tutto ogni volta come facciamo noi adulti sul posto di lavoro. Purtroppo dobbiamo sempre sperare di “cadere bene”, di avere la fortuna di trovare insegnanti con la I maiuscola. Invece la formazione COMPLETA è un diritto per i bambini e i ragazzi, un dovere per gli adulti per non trovarsi emarginati. Grazie della riflessione.
Cordiali Saluti.
6 Settembre 2021 a 17:12
Grazie per il commento e l’ulteriore testimonianza, ma io credo di non “dover cadere bene”, non mi piace sentirla perché è rassegnazione e io non sono capace di farlo. La capisco tantissimo però!