3 Ottobre 2017

Il Piano di welfare aziendale sotto forma di variabile individuale e aziendale

di Cristian Valsiglio

La Direzione Regionale lombarda dell’Agenzia delle entrate, rispondendo all’interpello n. 904-791/2017, ha confermato che deve essere considerato legittimo un Piano welfare che subordina l’accesso dei dipendenti ai vari servizi in esso contenuti al raggiungimento di determinati obiettivi di performance individuale e/o aziendale, con espressa indicazione del “credito welfare” attribuibile in funzione del livello di ottenimento di tali obiettivi.

Il Piano di welfare aziendale analizzato dalla DRE era strutturato su 2 anni e prevedeva:

  • per il primo anno: l’assegnazione a ciascun dipendente di 1.500 euro al raggiungimento del 100% di un obiettivo individuale, con riduzione proporzionale della somma in caso di raggiungimento di un risultato inferiore;
  • per il secondo anno: l’assegnazione del credito di 1.500 euro in base al raggiungimento di un obiettivo aziendale in termini di fatturato e, in caso di risultato inferiore, la somma sarebbe stata riproporzionata a una determinata percentuale della Ral individuale.

Il postulato di tenuta dell’intero piano, a parere dell’Agenzia delle entrate, resta il fatto che il budget di spesa figurativo (c.d. credito welfare) non possa essere trasformato per la parte residua e non utilizzata in rimborso fisico a cedolino.

Il tema del welfare aziendale si conferma particolarmente d’interesse il motivo per il quale si susseguono pareri da parte dell’Agenzia delle entrate, e in particolare delle strutture regionali, volte a dare chiarimenti su casi e fattispecie specifiche.

La fattispecie analizzata conferma l’utilizzo del welfare pure attraverso un sistema premiale di carattere individuale e/o aziendale predisposto unilateralmente da parte del datore di lavoro ossia senza il coinvolgimento delle OO.SS..

Così facendo, possono accedere ai sistemi di welfare aziendale defiscalizzati anche imprese piccole o medio-piccole che preferiscono evitare di sottoscrivere accordi collettivi.

Alla luce dell’ennesimo interpello, anche non oggetto di particolare ufficializzazione da parte dell’Agenzia delle entrate, sarebbe utile che l’Ente predisponesse una circolare omnia, ove raccogliere tutte le indicazioni fornite formalmente e informalmente sul tema, in modo da consentire agli operatori di risolvere problemi interpretativi che potrebbero bloccare lo sviluppo del welfare aziendale.

 

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