Lo stato della biodiversità in Italia e il National Biodiversity Future Center
di Sabrina Lorenzoni - BioEcologa Green Blogger Scarica in PDFA che punto siamo con la protezione della biodiversità in Italia? Ci siamo lasciati lo scorso mese di luglio parlando della Legge europea nota col nome di Nature Restoration Law. Tra sì e no, alla fine l’Italia ha firmato questa proposta di Legge europea; un ulteriore importante passo per proteggere la biodiversità, il capitale naturale e i servizi ecosistemici.
Il decennio appena concluso, quello dal 2011 al 2020, è stato dedicato alla conservazione della biodiversità come elemento che deve andare di pari passo con la mitigazione dei cambiamenti climatici. Il prossimo obiettivo da raggiungere non è poi così lontano: il 2030 con la strategia europea per la biodiversità.
Lo stato della biodiversità in Italia non è affatto buono. Secondo i dati Ispra del 2021, citati dal giornalista scientifico Rudi Bressa, lo stato delle specie e degli habitat in Italia è collocato in una situazione critica. Si trovano in uno stato di conservazione non favorevole il 54% della flora e il 53% della fauna terrestre. Per gli habitat terrestri si registra un 89% del territorio in condizione di conservazione sfavorevole, mentre per le specie marine il 22% è in una situazione critica.
Sono dati che ci mostrano come circa la metà delle specie vegetali e animali in Italia è in una situazione critica. Questo dato è ancora più impressionante se pensiamo che l’Italia è tra i Paesi al mondo col più alto tasso di ricchezza di specie presenti, molte endemiche e caratteristiche di particolari territori. Sul territorio nazionale sono presenti oltre 60mila specie animali e 10mila specie di piante vascolari e contiamo in totale oltre 130 diversi ecosistemi (dati Ispra).
Se pensiamo a tutta questa ricchezza di specie animali e vegetali ci chiediamo come siamo potuti arrivare a dimezzarla. Anche per porre fine a questa distruzione, gli obiettivi della Nature Restoration Law ci ricordano che è importante arrivare a proteggere almeno il 30% della superficie terrestre e marina su tutto il territorio europeo entro il 2030.
Una buona notizia per salvaguardare e proteggere la biodiversità è quella dell’inaugurazione, lo scorso mese di maggio, del National Biodiversity Future Center. La sua sede principale è a Palermo, collegata e in collaborazione con le altre sedi italiane del CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il Centro lavora per raggiungere l’obiettivo del 2030 di proteggere il territorio italiano e la sua biodiversità unica al mondo.
I tre principali obiettivi del National Biodiversity Future Center prevedono di:
- monitorare, preservare e ripristinare gli ecosistemi terrestri, marini e urbani;
- valorizzare il Mar Mediterraneo;
- proteggere e salvaguardare la biodiversità, vista anche come elemento base per uno sviluppo sostenibile.
Se sei interessato ad approfondire l’argomento della biodiversità e dell’ecologia, ti invito a visitare la sezione Ambiente del blog de LeROSA: qui troverai numerosi articoli che trattano questo tema.