Lavoro a termine e attività stagionali: i chiarimenti del Ministero
Il Ministero del Lavoro, con risposta a interpello n.15 del 20 maggio 2016, ha offerto chiarimenti in merito alla corretta interpretazione delle disposizioni di cui agli artt.19 ss., D.Lgs. n.81/15, concernenti la disciplina del lavoro a tempo determinato.
Il Ministero chiarisce che:
- il D.Lgs. n.81/15, art.21, co.2, prevede che il regime degli intervalli non trova applicazione “nei confronti dei lavoratori impiegati nelle attività stagionali individuate con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, nonché nelle ipotesi individuate dai contratti collettivi”, salva l’applicazione delle disposizioni del D.P.R. n.1525/63 nelle more dell’adozione del decreto ministeriale. Tale disposizione viene, inoltre, richiamata all’art.19, co.2, e 23, co.2, al fine di individuare le ipotesi per le quali non operano rispettivamente il limite massimo dei 36 mesi nonché i limiti quantitativi di ricorso al contratto a termine. Pertanto l’attuale quadro regolatorio continua a demandare alla contrattazione collettiva la possibilità di prevedere ulteriori ipotesi, rispetto a quelle già indicate come stagionali dal D.P.R. n.1525/63 – da individuare a norma dell’emanando decreto ministeriale – per le quali non operano i limiti di cui agli artt.19 co.2, 21 co.2, 23 co.2. Il Ministero precisa che in tali ulteriori ipotesi è possibile annoverare, in ragione dell’ampio rinvio contenuto alla contrattazione collettiva, anche le attività già indicate come stagionali nei contratti collettivi stipulati sotto la vigenza del D.Lgs. n.368/01;
- appare corretto ritenere che i contratti a termine conclusi per lo svolgimento di attività stagionali costituiscano un’eccezione al limite di durata massima stabilito ex lege o, in alternativa, dalla contrattazione collettiva. Ne consegue, quindi, che eventuali periodi di lavoro caratterizzati da stagionalità non concorrono alla determinazione del limite di durata massima di cui all’art.19, co.1, che opera invece per i contratti a termine stipulati per lo svolgimento di attività non aventi carattere stagionale;
- i limiti percentuali per l’attivazione dei contratti a termine ai sensi dell’art.2, D.Lgs. n.368/01 (“Disciplina aggiuntiva per il trasporto aereo ed i servizi aereoportuali”), si sommano ai limiti percentuali previsti dall’art.19, co.1, D.Lgs. n.81/15, che a sua volta disciplina ipotesi aggiuntive rispetto a quelle regolate in via generale dall’art.23, co.1 del medesimo decreto.