La rottamazione bis
di Roberto LucariniFiglia della prima versione proposta nel 2016, ecco affacciarsi adesso, a mezzo del Decreto Fiscale collegato alla Legge di Stabilità 2018, la nuova rottamazione bis.
Un provvedimento che, a differenza di quello “originario”, è stavolta articolato su 3 direttrici:
1. una vera e propria rottamazione sul modello di quella precedente;
2. una sanatoria dei versamenti omessi, al momento scaduti, della vecchia versione;
3. un’ammissione alla sanatoria per alcuni tipi di atti esclusi dalla precedente versione.
Avvertiamo subito che, al momento, il decreto introduttivo è sempre in corso di conversione; dopo il passaggio al Senato, dove peraltro ha subito modifiche di una certa consistenza, è approdato alla Camera. Vedremo come uscirà la versione definitiva, tramite la conversione in legge. Per tale motivo, quindi, si possono solo accennare, per adesso, alcuni spunti.
Il primo, più interessante data la ravvicinata scadenza, riguarda la sanatoria per omessi versamenti. In sostanza coloro i quali avevano aderito alla precedente rottamazione, ma avevano omesso uno o entrambi i versamenti scadenti nel luglio e settembre 2017, potranno operarli entro il 30 novembre 2017, rimettendosi quindi in correntezza ed evitando la decadenza dall’agevolazione. Sul punto va sottolineato che l’emendamento votato al Senato avrebbe spostato tale scadenza al prossimo 7 dicembre. In assenza della conversione in legge, tuttavia, al momento la data di scadenza resta posta al 30 novembre. È vero che difficilmente, dati i tempi ristretti, la Camera modificherà tale nuova scadenza, ma è anche vero che la conversione potrebbe sopraggiungere a posteriori. Un caos che poteva essere evitato.
Per quanto riguarda talune posizioni che furono escluse dalla precedente rottamazione, inserite invece in quella attuale, la questione si limita a quelle casistiche che furono respinte perché in presenza di una rateizzazione, concessa entro il 24 ottobre 2016, le cui rate scadenti entro il dicembre 2016 non furono interamente versate. Anche in questo caso pare che l’emendamento al decreto abbia modificato il testo originario, richiedendo, prima di poter accedere alla rottamazione, il pagamento delle rate arretrate. In più, sempre in sede parlamentare, è stata posticipata la scadenza di invio della domanda di agevolazione, che sarebbe posta adesso al 15 maggio 2018.
E, infine, la vera e propria rottamazione bis. Introdotta dal decreto per il solo periodo 1° gennaio – 30 settembre 2017, è uscita ampliata dall’emendamento del Senato, andando a ricomprendere tutti i carichi presenti presso l’Agenzia delle etrate-Riscossione notificati tra il 2000 e il 30 settembre 2017. Una sorta, quindi, di vecchia rottamazione, con l’aggiunta del periodo gennaio-settembre 2017. La domanda sarà da proporre, anche in questo caso, entro il 15 maggio 2018.
Resta da segnalare che l’ente di riscossione ha pubblicizzato, in questi giorni, una nuova procedura “Fai da Te”, che direttamente dal sito consentirebbe, senza necessità di Pin e password, di richiedere un estratto della propria posizione e presentare la domanda di agevolazione.
Nessuno vuol più sentire parlare di condoni, tanto che formalmente tale vocabolo non figura mai. Di fatto, però, come chiamereste questo provvedimento?