7 Ottobre 2022

Quando la parola diventa strumento di business

di Michela Trada - Esperta in Brand Journalism e strategie editoriali

Chi vogliamo essere? Come vogliamo essere ricordati? Che impatto vogliamo lasciare sul territorio e alle generazioni future? Sono queste le domande da porsi prima di intraprendere qualsiasi strategia editoriale. Quesiti che, in un primo momento, sembrano non centrare nulla con il marketing e la vendita, ma che, in realtà, rappresentano la svolta in ottica di personal branding e di brand awareness e, di conseguenza, di business.

Ogni qualvolta, infatti, pigiamo i tasti sulla tastiera per realizzare un post sui social, un articolo sul nostro blog, il testo della newsletter settimanale, dobbiamo tenere a mente che quel contenuto andrà a formare un tassello importante della nostra brand reputation e che risponderà in parte alle domande che ho elencato poc’anzi. Persino quando rispondiamo ai commenti altrui nelle discussioni generali “sociali” dobbiamo tenere a mente questa regola aurea. Ricordiamoci sempre che verba volant, ma scripta e Google manent. Ne sono un esempio le recenti polemiche generate dopo una puntata di un celebre format televisivo in cui l’io persona è stato deriso e spettacolarizzato all’ennesima potenza; ce lo insegnano i risultati elettorali dello scorso 25 settembre in cui le parole scritte presenti sul web hanno fatto la differenza in svariate campagne di candidati parlamentari e non.

In quest’epoca post pandemica e dai venti di guerra produrre contenuti rilevanti utilizzando la tecnica del brand journalism, che ci permette di diventare giornalisti di noi stessi e del nostro brand, si rivela una strategia vincente in chiave brand identity.

Di fronte a contenuti che diventano ogni giorno sempre più polarizzati, saper informare la propria community, il proprio pubblico su argomenti e valori che ci rappresentano oggi fa davvero la differenza.

 

I nostri contenuti ci devono rappresentare

Qual è la promessa del nostro brand? Che cosa devono aspettarsi i lettori quando atterrano sui nostri canali? Sono tre le macro-aree da seguire per uno sviluppo efficace in chiave business dal punto di vista della scrittura:

  1. chiarezza espositiva e coerenza con il proprio sé, la propria vision e la propria mission;
  2. piano e calendario editoriali pertinenti ai propri obiettivi e al proprio scopo/mercato;
  3. individuare un pubblico a cui parlare.

Il valore aggiunto non sono il nostro job title e la nostra specializzazione: il valore aggiunto del nostro brand siamo noi stessi, come affermato anche nell’articolo che ho scritto lo scorso mese sempre su queste pagine. Frasi fatte, modi di dire, testi preconfezionati e presi in prestito da Google non ci porteranno risultati; parole che ci rispecchiano, che raccontano qualcosa di noi e del nostro perché, al contrario, fanno la differenza e ci elevano a opinion leader. E, oggi più che mai, c’è bisogno di leader gentili e autorevoli nell’uso della parola. Scrivere comporta assumersi delle responsabilità, poiché le parole hanno un impatto su chi legge e su chi digita: sta a noi decidere se essere creatori o distruttori.

 

Il potere del brand journalism

Ad aiutarci nella stesura di contenuti di valore è la tecnica comunicativa del brand journalism.

Il brand journalism è proprio quella tecnica comunicativa che utilizza gli stili giornalistici per raccontare non una notizia, ma un brand. In questo caso il focus si sposta dalla vendita di un prodotto, tipico della pubblicità tradizionale, alla conoscenza del marchio, del brand, sotto la “protezione” deontologica giornalistica.

L’azienda, il libero professionista o, semplicemente, un attore sociale, con il brand journalism si trasforma in fonte informativa per il pubblico di riferimento, al fine di influenzare l’opinione pubblica al pari di una testata giornalistica. In questo caso l’impresa diventa a tutti gli effetti una media company ovvero si fa “medium” per trasmettere i propri contenuti al proprio pubblico.

Come ho sottolineato nel mio libro “Scrivere per fare business: dal personal branding al brand journalism”, scrivere è un gesto meccanico che ci appartiene da sempre, riuscire a farlo per portarci risultati in termini di brand identity e di fatturato è un nostro dovere.

Le Rosa – Michela Trada