28 Luglio 2016

Di correzione in correzione…arriva l’inverno

di Luca Caratti

Non c’è correzione, per quanto marginale o insignificante, che non valga la pena di essere effettuata. E così che, quando il Consiglio dei Ministri nella riunione del 10 giugno 2016 ha approvato le disposizioni integrative e correttive ai decreti legislativi del Jobs Act, ci si attendeva che si intervenisse con correzioni certamente più incisive e richieste a gran voce da operatori e aziende. In particolare mi riferisco alla modifica del termine di presentazione dell’istanza di Cigo. Non si comprende infatti perché, appurate le difficoltà passate, ma anche la complessità futura di dover predisporre la relazione dettagliata da allegare ad ogni richiesta, non si possa prevedere un termine più ampio, magari coincidente con la presentazione dell’UniEmens.

Tornando al correttivo approvato, la prima profonda modifica che è utile evidenziare è l’intervento sul lavoro accessorio. Dopo l’entrata in vigore del decreto – ad oggi una data certa non pare ancora esser definita – i committenti di lavoro accessorio, professionisti o imprenditori, saranno tenuti, almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione, a comunicare alla sede territoriale competente dell’Ispettorato nazionale del lavoro, mediante sms o posta elettronica, i dati del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione, con riferimento a un arco temporale non superiore a sette giorni. La violazione dell’obbligo comporta la sanzione amministrativa da € 400,00 a € 2.400,00.

Altro intervento di sostanza è la possibilità di trasformare i contratti di solidarietà difensivi, stipulati prima del 2016 o in corso da almeno 12 mesi, in contratti di solidarietà espansivi. Vi è però da augurarsi che questo “remake” del contratto abbia maggior fortuna della precedente previsione, la quale, nei fatti, ha sempre trovato scarsa applicazione forse ciò è dovuto anche alle difficoltà di richiedere un sacrificio ai lavoratori per assumere nuove maestranze. Ora, vista la contiguità dei due contratti (il difensivo e l’espansivo), un primo scoglio sembra superato.

Non vi è, purtroppo, alcuna traccia della correzione più attesa: la modifica della norma riguardante la procedura telematica delle dimissioni. Vero è che solo recentemente, grazie al sapiente lavoro del CNO dei Consulenti del Lavoro, che ha dimostrato tutte le storture della norma, si è incassato il parere favorevole al cambiamento dalla Commissione Lavoro della Camera, ma tutti erano fiduciosi dell’intervento governativo già durante l’estate. A questo punto si dovranno attendere i primi fiocchi di neve o, con le brezze autunnali, avremo finalmente la riscrittura di un provvedimento che ha gravato imprese, lavoratori e collettività di inutili costi.

 

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