Integrazione salariale: gestione Iban non corretti o non validati per il pagamento diretto Inps
di RedazioneL’Inps, con messaggio n. 1904 del 7 maggio 2020, ha precisato che, per la liquidazione delle prestazioni di integrazione salariale a pagamento diretto (Cigo/Aso/Cigd/Cisoa), in caso di mancata corrispondenza tra il codice fiscale del beneficiario della prestazione e il codice fiscale del titolare dello strumento di riscossione (conto corrente, carta ricaricabile) cui si riferisce l’Iban indicato dal datore di lavoro nella domanda di liquidazione delle prestazioni (flussi SR41/SR43), per rendere disponibili al lavoratore le somme dell’integrazione salariale nel più breve tempo possibile, il pagamento verrà effettuato attraverso l’utilizzo del bonifico domiciliato. Pertanto, l’operatore dell’Istituto, nei casi di Iban non corretti o non validati dal circuito bancario o di Poste Italiane (codice fiscale associato all’Iban diverso da quello del beneficiario della prestazione), procede alla variazione della modalità di riscossione, annullando il codice Iban non corretto sul modello SR41/SR43, e valorizzando l’erogazione della prestazione mediante pagamento con bonifico domiciliato presso Poste Italiane.
Una volta disposto dall’Istituto il bonifico, il lavoratore interessato riceve prima gli sms di notifica del pagamento e poi la comunicazione di liquidazione inviata da POSTEL al suo indirizzo di residenza/domicilio (comunicato dal datore di lavoro nel modello SR41/SR43), con la quale può recarsi a riscuotere l’integrazione salariale spettante presso qualsiasi ufficio postale del territorio nazionale con il proprio documento di identità in corso di validità e un documento attestante il codice fiscale (ad esempio, tessera sanitaria).
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