Il giornalismo costruisce quando allontana pregiudizi e stereotipi
di Assunta Corbo - giornalista, autrice e Founder Constructive NetworkSiamo tutti ancorati a degli stereotipi e a dei pregiudizi. Accade perché siamo esseri umani e, come tali, fatichiamo a praticare il discernimento e finiamo per farci un’idea su fatti e persone sulla base delle nostre percezioni. Il giornalismo, in questo scenario, ricopre un ruolo fondamentale. Conoscendo bene le dinamiche emotive dell’essere umano, fanno leva proprio su pregiudizi e stereotipi per attirare l’attenzione.
Scelgono di percorrere questo sentiero nel momento stesso in cui decidono quali storie raccontare, quali titoli utilizzare e quali dettagli enfatizzare. Ma in ogni crisi relazionale che si rispetti le responsabilità sono condivise: al giornalista la bramosia di generare attenzione senza badare alla qualità e al peso delle parole, al lettore la scelta di cadere nello stereotipo pur di trovare conferma al proprio pensare. Viene difficile scegliere di isolarsi ed evitare, così, il flusso di informazioni. Questo è vero. Possiamo, però, trovare il modo per tamponare gli effetti dei messaggi diffusi dai media. Serve farlo per noi adulti e per le nuove generazioni.
- Proviamo a riconoscere gli stereotipi quando li incontriamo sui media: minoranze etniche, pregiudizi evidenti, categorie sociali di cui vengono enfatizzati elementi negativi. Resistiamo alla tentazione di alimentarli. Esistono studi che confermano quanto sia importante sfidare gli stereotipi per abbattere i pregiudizi che appartengono agli esseri umani di questo tempo.
- Insegnare ai ragazzi a leggere il giornale significa anche aiutarli a riconoscere gli stereotipi spiegando loro che non sono la verità assoluta e invitandoli a esplorare proprio quegli ambiti con la curiosità di chi vuole conoscere invece di avere semplicemente ragione. Se abbiamo relazione con i ragazzi impegniamoci in questo senso.
- Nel tempo in cui viviamo, complice il flusso inesauribile di informazioni e notizie, è emersa la necessità di allenare il nostro spirito critico e di capire che alimentare sempre e solo il nostro punto di vista non ci rende persone migliori.
- Occorre esporci con coraggio e umiltà anche ai pareri opposti, alle provocazioni. Una direzione univoca non è mai stata una direzione costruttiva. Questo cercare nuove visioni ha tutta l’aria di essere una grande opportunità.
Per dare spazio a queste nuove abitudini possono esserci di aiuto le domande. Nella diversità c’è la possibilità di stimolare la creatività. I bambini, per esempio, sono fortemente creativi e curiosi. Se non vengono indottrinati dagli adulti sono aperti all’altro e quando vedono qualcuno che percepiscono diverso da loro la prima cosa che fanno è chiederci: «perché?». Da piccoli facciamo tante domande, spiegano gli studiosi, per due ragioni: sappiamo di non sapere e sappiamo che alla stessa domanda posta in momenti diversi possono corrispondere risposte differenti.
Non ci resta che provare: facciamoci domande lungo il sentiero dell’informazione. Potremmo ricevere stimoli interessanti.