Genitorialità e congedi: le novità della Legge di Bilancio per l’anno 2025
di Michele Donati Scarica in PDFLa L. 207/2024, Legge di Bilancio per l’anno 2025, torna sul tema dei congedi tesi a favorire la genitorialità e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Il tema è estremamente attuale e ha subito importanti revisioni – tutt’ora in divenire – a partire dal D.Lgs. 105/2022 e, più in generale, sulla base dell’impulso fornito in tale direzione dalla Direttiva (UE) 2019/1158.
In particolare, già a partire dalla pubblicazione del D.Lgs. 105/2022 il Legislatore, coerentemente con l’impianto comunitario, ha inteso mirare al raggiungimento di una maggiore equiparazione del ruolo genitoriale tra lavoratore padre e lavoratrice madre, intervenendo opportunamente sul congedo parentale.
Giova, in tal senso, ricordare come il congedo parentale abbia proprio la finalità di consentire ai genitori di meglio conciliare i tempi di vita e di lavoro nella fase della crescita della prole. In questa direzione, è possibile affermare che il D.Lgs. 105/2022 ha preparato il terreno, andando a rivedere la durata del periodo massimo di congedo parentale fruibile al ricorrere di determinate circostanze, introducendo inoltre il concetto di non trasferibilità di determinati periodi. Così facendo, viene blindata la fruizione da parte di entrambi i genitori.
Sempre il D.Lgs. 105/2022 ha, poi, parificato la soglia – calibrata rispetto all’età anagrafica dei figli – entro la quale è possibile fruire del trattamento indennitario, rispetto a quella entro la quale possono essere riconosciuti i congedi (portando entrambe a 12 anni).
Dal canto loro, le Leggi di Bilancio che si sono susseguite dall’anno 2023 ad oggi hanno introdotto nel nostro sistema l’elevazione del trattamento indennitario collegato al congedo parentale, quantomeno per i primi mesi di fruizione. Si è partiti, infatti, con la Legge di Bilancio 2023, che aveva introdotto l’elevazione strutturale all’80% per il trattamento indennitario per il primo mese di congedo, a favore di coloro che avevano terminato di godere del congedo di maternità e paternità in data successiva al 31 dicembre 2022. Si è, poi, passati alla Legge di Bilancio 2024, che ha introdotto l’elevazione di un secondo mese fino alla misura del 60% in via strutturale (80% per il solo 2024) a favore di coloro che avevano terminato di godere del congedo di maternità e paternità in data successiva al 31 dicembre 2023.
La L. 207/2024 prosegue su questo filone andando ad operare rispetto a una duplice direttiva:
- da un lato, elimina la porzione di Legge di Bilancio che prevedeva l’elevazione fino a solo il 60% per il secondo mese a favore di coloro che avevano terminato di godere del congedo di maternità e paternità in data successiva al 31 dicembre 2023. Per effetto di tale novella, quindi, coloro che, a partire dal 1° gennaio 2024 potevano godere della elevazione dell’indennità connessa al congedo parentale, in quanto rientranti nella definizione di cui alla L. 213/2023, potranno beneficiare anche di un secondo mese all’80%, quandanche lo stesso sia ricadente in un periodo successivo al 31 dicembre 2024. È, in tal senso, opportuno richiamare l’impianto normativo citato poco sopra e che già prevedeva tale elevazione per il solo anno 2024. Di fatto, è stata quindi resa strutturale – rispetto alla platea sopra descritta – la misura dell’80% per ciò che attiene al trattamento indennitario previsto in caso di fruizione del congedo parentale a favore di coloro che avevano terminato di godere del congedo di maternità e paternità in data successiva al 31 dicembre 2023;
- parallelamente, e a favore di coloro che abbiano terminato di godere del congedo di maternità e paternità in data successiva al 31 dicembre 2024, viene introdotto un ulteriore mese – quindi un terzo – di congedo parentale, il cui trattamento indennitario viene elevato all’80%. Anche tale misura è strutturale, in quanto la Legge di Bilancio per il 2025 va a novellare direttamente l’articolo 34, D.Lgs. 151/2001.
Sotto il profilo normativo, il fattore comune tra le previsioni contenute nelle Leggi di Bilancio 2023, 2024 e 2025 è dato dalla soglia anagrafica – riferita ai figli rispetto ai quali viene richiesta la fruizione del congedo parentale – entro la quale è possibile godere del trattamento indennitario più elevato, e che è pari a 6 anni.
Sotto il profilo amministrativo, l’Inps ha, nel corso del tempo, fornito alcuni chiarimenti che costituiscono un corollario necessario per chiudere il cerchio, come ad esempio la possibilità di trasferibilità tra i 2 genitori dei periodi indennizzati all’80%, al netto e nel rispetto dei vincoli generali introdotti dal D.Lgs. 105/2022 e sopra richiamati.
Da ultimo, è opportuno ricordare come l’elevazione del trattamento economico non costituisca, nei fatti, un’estensione dei periodi di congedo parentale indennizzati, quanto piuttosto un incremento del trattamento medesimo, nel rispetto e all’interno degli archi temporali individuati dalla vigente normativa.