La festa delle persone più che delle donne
di Giulia Bezzi - CEO di SeoSpirito e Founder Progetto Le ROSAIn diversi articoli, dal Giornale delle PMI in poi, ciò che ho scritto per questo 8 marzo passato è stato:
“L’imprenditrice dell’8 marzo è quella che non vede l’ora che esista la Festa delle persone, quella festa che sposa tutti, che non vede differenze, che lotta per ogni opportunità mancata e per ogni diritto calpestato. Conosco il significato forte che esiste di questa festa, lo apprezzo e lo approvo, ma sono stanca di sentirmi sotto l’occhio di bue come fossi qualcosa da difendere più che qualcuno con cui costruire. Sono stanca, ma non stufa di contribuire ad esaltare la nostra presenza, a costruire per la nostra indipendenza e a ricordare ancora di più che non c’è un genere da festeggiare, ma una sola e unica umanità che dobbiamo ritrovare, perché il tempo non ha più tempo”.
Ecco, io oggi non voglio parlarvi di statistiche assurde, ma forse un po’ anche sì; dice la Confartigianato lavorando sui dati di ormai 2 anni di pandemia:
“Rimane in forte difficoltà il lavoro indipendente, su cui grava l’intero peso della crisi dell’occupazione, con una più marcata accentuazione per la componente femminile: sugli ultimi dati disponibili al terzo trimestre 2021 l’occupazione indipendente femminile scende del 7,8% rispetto allo stesso periodo del 2019, a fronte del calo del 6,1% della componente maschile”.
Con questi dati c’è da capire quanto difficile è ancora il nostro mondo del lavoro, quanto non sia fattibile pensare di poter reggere un divario economico così importante oggi e un carico pensionistico incredibile domani.
Vorrei fossimo persone una volta di più, che non scelgono di aprirsi la partita Iva ed essere indipendenti perché per loro non c’è spazio nel mondo e, allora, ci provo e mi butto nel mondo dei servizi insieme a un’offerta talmente ampia che la domanda non c’è proprio.
Vorrei fossimo persone una volta di più, quando ci giriamo dalla parte di chi come me, e non sono l’unica, contribuisce alla diffusione dei principi della parità di genere e non lo fa per il proprio tornaconto personale, ma per quello delle generazioni future, e aiutiamo e contribuiamo al posto di sindacare sempre su come faremmo meglio noi.
Vorrei esistesse una festa che decreti la fine del genere impari a favore di un piacevole mondo in cui le analiste di Womeneconomics, hanno stimato che la chiusura del gender gap lavorativo in Giappone potrebbe aumentare il PIL del Paese del 10%. Sapete cosa significa? Che qui bisogna girarsi dalla nostra parte veloci, perché siamo la forza economica del mondo.
E voi cosa vorreste? Perché io al “vorrei”, giorno dopo giorno, sto sostituendo “voglio”.