Emergenza siccità e crisi idrica in Italia
di Sabrina Lorenzoni - BioEcologa Green BloggerLo scorso 17 giugno abbiamo ricordato la Giornata Mondiale per la lotta alla desertificazione e siccità con il grande fiume in grave emergenza idrica.
L’Autorità distrettuale del bacino del fiume Po rilascia ogni giorno un bollettino con i dati sullo stato del fiume e sulle precipitazioni. Siamo costantemente nella zona arancione di severità idrica media con assenza di precipitazioni. Sopra questo livello c’è solo l’allarme rosso di alta severità idrica.
Il grande fiume soffre. Il Po, che scorre per oltre 650 chilometri, bagnando 7 Regioni italiane e più di 3.000 Comuni, ha raggiunto un punto di siccità che non si vedeva dal 1972. È caduta circa un terzo dell’acqua che ci si aspetta solitamente e il mese di febbraio ha registrato temperature più alte anche di 2°C rispetto alla media del periodo.
Siamo solo a metà anno, ma questo 2022 ci ha già lasciato il record di inverno meno piovoso di sempre, coi livelli minimi del Po che si vedono solo a ferragosto. Con la neve quasi del tutto assente, anche i ghiacciai si stanno sciogliendo e i laghi sono anche loro ai minimi storici.
Pensando a una delle annate più calde ci torna in mente il 2003. In quel caso la crisi idrica si era registrata nel periodo della primavera-estate, mentre nel 2022 la scarsità di acqua ha origine dall’autunno e dall’inverno precedenti e rende più grave e preoccupante la situazione.
La mancanza di piogge e lo scioglimento dei ghiacciai sono conseguenza del cambiamento climatico e provocano seri danni all’ambiente e alla natura, ma soprattutto all’uomo e all’agricoltura.
Se pensiamo alle zone della Lombardia e del Piemonte che sono grandi produttrici di riso, sentiamo dalle interviste ai coltivatori come quest’anno le risaie siano in carenza d’acqua. Anche il grano e il mais e ogni coltivazione risente fortemente della crisi idrica.
Un secondo comparto che inizia a segnalare una grave mancanza di acqua è quello delle industrie. Il raffreddamento delle centrali elettriche risente della siccità. Nonostante questo, le centrali idroelettriche al momento sono in grado di far fronte all’emergenza e possono ancora dare il loro aiuto fornendo acqua per l’agricoltura.
Il terzo scenario è quello più imprevisto e impensabile fino a qualche anno fa: al nord si sta delineando all’orizzonte il razionamento notturno dell’acqua. Oltre 100 Comuni in Piemonte e molti nella provincia di Bergamo stanno avanzando questa ipotesi.
Il cambiamento climatico è la conseguenza, ma anche la causa, della siccità che porta alla desertificazione. Il ciclo dell’acqua è alterato e, se messo insieme alle alte temperature, origina un circolo vizioso che è come un cane che si morde la coda.
Se vuoi approfondire l’argomento cause e conseguenze della desertificazione, ti invito a leggere il mio articolo.
Perché, come ha detto di recente l’economista e sociologo Jeremy Rifkin: “una delle prossime guerre che tutti saremo chiamati ad affrontare è quella dell’acqua”.