Dibattito in tema di salario minimo: l’analisi del CNEL
di Redazione Scarica in PDFIl CNEL ha pubblicato un documento tecnico illustrato nell’assemblea del 4 ottobre 2023 nel quale viene approfondito il tema del salario minimo, fornendo un’analisi dettagliata delle varie implicazioni.
Il tema è estremamente delicato e di grande attualità e nel documento tecnico citato il CNEL chiarisce in premessa la volontà sottesa a tale documento tecnico, che è quella di analizzare la questione in maniera accurata, approfondita e soprattutto scevra da qualsiasi posizionamento ideologico e politico.
L’obbiettivo del documento tecnico è anzi quello di effettuare un’analisi che oltre a tenere conto degli aspetti normativi e giuridici, sia anche attenta a mappare gli ipotetici scenari sociali ed economici.
Ecco quindi che tra le premesse emergono i dubbi e le incertezze rispetto agli effetti che la fissazione di un salario minimo in via legale potrebbe avere sotto il profilo dell’occupazione, degli appalti, e più in generale del sistema produttivo, in termini di sostenibilità ed economicità del costo del lavoro.
Viene anche in questa sede ribadita la centralità della Direttiva UE 2022/2041 del 19 ottobre 2022, che dovrà trovare recepimento nel nostro ordinamento entro il 15 novembre 2024.
Sul tema, la Direttiva comunitaria non impone agli Stati membri l’adozione di un salario minimo fissato in via legale, così come non sussiste alcun obbligo di stabilire un’efficacia generalizzata dei contratti collettivi.
La Direttiva UE n. 2022/2041 ribadisce come sia centrale il ruolo della contrattazione collettiva ai fini della generalizzata fissazione dei salari minimi.
Laddove la contrattazione collettiva risulta essere solida, adeguata e largamente diffusa, è quindi ipotizzato dal documento tecnico del CNEL, sulla scorta del dettato della Direttiva comunitaria, che vengano individuate soglie altrettanto adeguate di salario minimo, declinate per ciascun settore di appartenenza.
L’intervento normativo di fissazione del salario minimo è visto come ipotesi residuale, laddove la contrattazione collettiva risulti scarsamente diffusa e non siano praticabili politiche tese a creare condizioni favorevoli per la sua diffusione.
Il documento tecnico affronta anche i temi del censimento dei contratti collettivi attualmente presenti nell’archivio CNEL, l’adeguatezza dei trattamenti retributivi prevista dai citati CCNL, ed il fenomeno della contrattazione pirata.