Dai Decreti roboanti ai Decreti replicanti: la saga continua
di Marco FrisoniA conti fatti, qualora si fosse deputati a svolgere un primo e provvisorio resoconto di quanto accaduto nel corso dell’emergenza pandemica, che, oramai da oltre un anno, affligge il nostro Paese (e, nei fatti, il mondo intero), al di là della constatazione, quasi pleonastica, del contesto drammatico che emerge sul piano sanitario, economico e sociale, in uno con l’incertezza in termini di prospettive di ripresa generale (questione legata in osmosi con l’avanzamento ancora debole della campagna vaccinale interna), sul versante della legiferazione emergenziale i professionisti hanno assistito a vicende e accadimenti talvolta così anomali da apparire quali surreali, se non, addirittura, di kafkiana (o fantozziana??) origine.
Inutile rammentare l’alluvionale ed elefantiaca profusione di provvedimenti di Legge d’urgenza, di base non coordinati e/o disomogenei uno con l’altro, l’inarrestabile invasione di regolamentazioni secondarie e l’incontrollabile e torrenziale diffusione della prassi (circolari, messaggi, note, etc.) a cura degli enti pubblici preposti e senza dimenticare (almeno sino a quando è rimasto in carica l’Esecutivo presieduto dal Prof. Giuseppe Conte) un’ossessiva presenza mediatica mai sperimentata in precedenza nella storia politica repubblicana.
D’altro canto, verrebbe da dire che, in tempi (tristemente) straordinari, servivano (e serviranno) misure eccezionali, non foss’altro che, con molta probabilità, la realtà (legislativa) ha superato anche la più torbida fantasia.
In effetti, la situazione pandemica ancora in atto ha certamente inciso, se non sulla qualità degli sforzi normativi, se non altro su una nuova modalità di presentare soprattutto i vari Decreti che si sono succeduti (e stratificati, spesso disordinatamente) nel tempo, anche avvalendosi di campagne di stampa e conferenze (preponderanti sui social media) sapientemente intessute (per il Governo summenzionato) dall’abile (e, vi è da ritenere, sotto valutato nell’ambito dell’innovazione comunicativa) Rocco Casalino.
E allora, in ordine sparso, ha preso l’abbrivio l’epoca dei c.d. Decreti roboanti”, quali, in ordine sparso, “Cura Italia”, “Liquidità” (chi non rammenta l’incommensurabile potenza di fuoco), “Rilancio” (con pausa feriale lasciata al famigerato ”Decreto Agosto”); insomma, appellativi che (in ossequio alla locuzione latina nomen omen) denotavano i contenuti (e potenziali effetti) di disposizioni finalizzate a fronteggiare la situazione di tremenda crisi in cui versava (e versa) l’Italia e a favorire una graduale rinascita a tutto tondo della nostra nazione.
In verità, tracciando una analisi di massima, a distanza di un arco temporale tutto sommato congruo, forse le aspettative derivanti dal clamore che ha accompagnato, volta alla volta, l’emanazione di siffatti Decreti, non risultano del tutto soddisfatte (adottando un eufemismo con funzione di mitigazione conciliativa), di talché la ridondanza nominativa utilizzata appare oggi una sorta di paradosso o, meglio ancora, di contrappasso di dantesca memoria (riferimento quanto mai appropriato, viste le celebrazioni in corso del maestro e poeta fiorentino a 700 anni dalla sua scomparsa).
Ma vi è di più; dopo la fase dei “Decreti roboanti”, mutuando il succedersi delle ere geologiche, è giunta l’ora della stagione dei “Decreti replicanti”, che, fra l’altro, sembra osservata anche dal subentrato Governo guidato dal Prof. Mario Draghi.
E, pertanto, ecco la sequela quasi a filastrocca dei “Decreti Ristori”, dal primo, al bis e poi il ter e, infine, il quater (non c’è due senza tre, il quarto vien da sé…, evviva la saggezza popolare, unica fonte certa a cui fare oggi affidamento!!).
Non solo; il nuovo Esecutivo ha, di fatto, esordito con il primo “Decreto Sostegni”, al quale, pare, debba seguirne a breve un altro ancora, e via discorrendo.
Insomma, un panorama quanto meno convulso, che, con l’obiettivo di estraniarsi almeno per qualche frangente dalla pressante pratica professionale quotidiana, porta a divagare verso lidi e territori diversi, in cui imperano la fantasia e l’immaginazione, anche se, durante la pandemia, il reale quotidiano ha, con frequenza inquietante, superato anche le più ardite supposizioni fantascientifiche.
In particolare, la vicissitudine dei Decreti sequenziali non può non ricordare la pellicola “Il mondo dei replicanti”, diretto, nel 2009, dal bravo Jonathan Mostow, tratta da una interessante serie fumettistica, con Bruce Willis quale protagonista principale, e che, a ben vedere, rappresenta una trama, tipicamente di fantascienza, che sembra del tutto adattabile e aderente alla sorte moltiplicativa dei provvedimenti di Legge in parola e all’infinita riproduzione che ne potrebbe derivare.
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Centro Studi Lavoro e Previdenza – Euroconference ti consiglia:
15 Aprile 2021 a 17:34
Mi complimento vivamente con l’esposizione precisa e attuale della situazione Italiana vissuta e da vivere, essendo totalmente d’accordo con l’autore nel fotografare i comportamenti e le azioni dei nostri politici, i quali, ancora una volta, danno prova della loro totale incapacità di legiferare in modo pratico e reale, probabilmente vivendo in un mondo astratto e fantascientifico che non si avvicina in nessun modo al nostro. Vorrei esprimere il mio forte rammarico per la possibilità persa sin ora di dare un enorme colpo di spugna alla burocrazia amministrativa, in particolare all’INPS, che come al solito, nonostante DPCM e Leggi, deve sempre farsi le proprie Circolari, Messaggi e Risoluzioni che diventano il dictat di ogni eventuale agevolazione o adempimento da fare.
Nello scusarmi per lo sfogo porgo distinti saluti.
17 Aprile 2021 a 15:35
Caro Signor Donato, quanta ragione ha, non deve scusarsi dello sfogo……….ma dovrebbero scusarsi i nostri governati per i DPCM a iosa, i governatori delle Regioni che anche loro si sono dati daffare, l’INPS che ci mette de suo e che ci complica la vita lavorativa oltre che con circolari e messaggi anche con il fatto che non puoi in caso di necessità fare una telefonata per una semplice richiesta d’informazione, no! Quello che ti serve lo devi fare solo tramite il cassetto previdenziale, che poi ti rispondono dopo 6/7 gg nel migliore dei casi.
Spesso mi chiedo: Ma chi ci governa o chi sta alla guida degli enti previdenziali, amministrativi e economici, ha mai lavorato in uno Studio di consulenza del lavoro o di un commercialista? Ha mai ascoltato le difficoltà delle imprese per pagare tasse, contributi, iva, fornitori e dipendenti? Già avevamo difficoltà prima del Covid, ma ora con le aziende chiuse, si renderanno conto di quello che fanno? Io penso di no!! Possiamo proporgli di venire in ufficio con noi e farli stare dalle 08,30/09,00 alle 22,00 seduti dietro un PC, che quando ti alzi non ti senti più le gambe, gli occhi arrossati e la stanchezza mentale che ti fa dimenticare che a casa abbiamo una famiglia che ci aspetta?! Già ma loro programmano una seduta del Consiglio dei Ministri per la sera alle 19,00 e si protrae fino alle 02,00 e si prendono un gran bello stipendio! Noi si deve aspettare che le imprese con le difficoltà di oggi, ci paghino le parcelle!
Mi sono sfogata anch’io, mi scusi tanto!
Un augurio di buon lavoro e grazie per avermi dato l’input allo sfogo.
Un saluto.
Beatrice