La contribuzione Inps sui redditi conseguiti da partecipazione in società: punti di vista
di Roberto LucariniChe l’Inps sia continuamente a “caccia” di entrate contributive, non è una grande novità. Che talora, per procurarsi tali entrate, spinga le proprie tesi oltre certi limiti risulta attestato da numerose sentenze di merito e di legittimità. Si pensi al caso, quale mero esempio, dell’iscrizione d’ufficio alla Gestione commercianti di soci di società operati come enti di semplice gestione immobiliare; un’odissea, per taluni contribuenti caduti sotto la lente dell’Istituto, che si sta fortunatamente esaurendo, si spera, sotto i colpi della Suprema Corte.
Vediamo ora un altro problema che si è posto all’attenzione degli Ermellini sul piano della contribuzione obbligatoria per i lavoratori autonomi; di recente, ad esempio, con la sentenza n. 29779/2017.
La questione, in breve, è questa. L’attuale versione dell’articolo 1, comma 1, L. 233/1990, in vigore dal 1993, specifica che l’onere contributivo dovuto dagli iscritti alle Gestioni artigiani e commercianti “è rapportato alla totalità dei redditi d’impresa denunciati ai fini IRPEF per l’anno al quale i contributi stessi si riferiscono”. Non quindi, come in precedenza, un imponibile limitato al reddito derivante dalla sola attività che dà titolo all’iscrizione alla Gestione obbligatoria, ma un rilevante ampliamento della base di calcolo verso tutti i redditi d’impresa denunciati dal soggetto.
Attratto dalla “vastità” della norma, l’Inps ha incrociato i dati con quelli reddituali, forniti dall’Agenzia delle entrate, andando a richiedere, qua e là, il pagamento di contributi relativi a partecipazioni societarie. Il problema è che non si è andati troppo per il sottile, ossia andando a verificare la natura tributaria di un determinato reddito posseduto, ma è risultata sufficiente la sussistenza di una partecipazione societaria per far scattare, secondo l’Istituto, il debito contributivo.
Le cose non stanno proprio così. Vediamo, in schema, alcune situazioni, ponendo quale base per tutte la presenza per un soggetto già obbligatoriamente iscritto a una Gestione Inps autonomi per un’attività propria, svolta al di là della partecipazione in altre realtà societarie:
- socio di una società in nome collettivo: da tale partecipazione il soggetto trae, senza alcun dubbio, un reddito d’impresa, tanto che dovrà dichiararlo nel quadro H del proprio modello Unico. Per tale motivo rientra appieno nel disposto normativo e, dunque, su tale reddito dovrà versare la contribuzione;
- socio accomandante di Sas: a un primo sguardo, tale situazione potrebbe sembrare differente dalla precedente, data la qualifica civilistica di socio di capitale, ma non è così. A mente dell’articolo 6, comma 3, Tuir, si apprende che ogni reddito conseguito da partecipazione in società personali è, sotto il profilo fiscale, un reddito d’impresa. Anche qui, dunque, contribuzione dovuta;
- socio di Srl: qui la questione cambia. Un reddito di partecipazione in società di capitali, infatti, non può annoverarsi tra i redditi d’impresa, e la norma previdenziale questo chiede, ma deve catalogarsi tra quelli di capitale, ex articolo 6, comma 1, lettera B, Tuir. Su questo reddito, quindi, nessuna contribuzione sarà dovuta, nonostante l’eventuale richiesta dell’Istituto. A ben vedere, infatti, la quota di utile del socio di Srl non va esposta nel quadro H del modello Unico, quadro che riepiloga i redditi d’impresa derivanti da partecipazione.
Molta attenzione, quindi, ai casi che abbiamo di fronte; in sede dichiarativa, allorché si dovrà conteggiare anche l’onere contributivo dovuto (quadro R), taluni redditi andranno senz’altro considerati imponibili, altri no. Un giochino non proprio semplice e, talora, rischioso. Auguri…
Segnaliamo ai lettori che è possibile inviare i propri commenti tramite il form sottostante.
Centro Studi Lavoro e Previdenza – Euroconference ti consiglia:
17 Luglio 2018 a 17:00
Nel caso in cui ci sia un professionista iscritto alla gestione separata INPS e contestualmente sia socio accomandante in una Sas, secondo voi il reddito di partecipazione nella sas (reddito d’impresa) verrà assorbito d’impero dall’INPS nel calcolo della gestione separata oppure no vista la differente natura dei due redditi (uno autonomo e uno d’impresa)?
18 Luglio 2018 a 10:09
Ciao Fabrizio,
escluderei assolutamente la possibilità di cui parli, ossia che Inps possa assoggettare il reddito di partecipazione alla contribuzione in GS. Il reddito da partecipazione in società (quadro H mod. Unico) è comunque un reddito d’impresa, che, ove ve ne siano i presupposti, andrebbe semmai soggetto a contribuzione artigiani / commercianti.
Se poi mi parli di accomandante, ovvero socio di capitali e non di lavoro per definizione, allora devi escludere tale reddito da qualunque tipo di contribuzione.
Saluti.
Roberto
23 Luglio 2018 a 0:12
Buonasera
Sono socio accomandatario di una sas e mia figlia è socia accomandante.
Nel caso mia figlia lavori per un breve periodo nella società su quale base imponibile devono essere pagati i contributi?
Grazie per la risposta
10 Settembre 2018 a 11:16
Buongiorno Paola,
credo che potrebbe utilizzare l’iscrizione quale familiare del socio (già iscritto). I contributi sarebbero calcolati, in misura fissa, commisurati al periodo di lavoro / iscrizione.
Saluti.
Roberto
2 Agosto 2018 a 16:02
Buongiorno,
nel seguente caso secondo lei:
Due fratelli ereditano una SAS che aveva come scopo sociale il solo affitto di un capannone di proprietà. L’immobile è stato venduto dal defunto poco prima di morire, loro ereditano e liquidano la Società, quindi a lato pratico non godono di nessun reddito di impresa (solo da locazione per altro) ma godono della vendita del bene. Entrambi hanno posizioni Inps aperte uno come commerciante l’altro come artigiano, per le loro attività prevalenti quotidianamente svolte, secondo lei devono estendere la contribuzione anche al redditto derivante dalla Società? Grazie
10 Settembre 2018 a 11:20
Buongiorno Ilaria,
la sua domanda non mi è molto chiara. Posso solo dirle che, nel caso lei abbia dichiarato un affitto, nel quadro B del mod. Unico, tale reddito non dovrà sommarsi a quello relativo alla sua attività prevalente. Stessa cosa per la vendita del bene, in caso di plusvalenza soggetta a tassazione.
Saluti.
Roberto
10 Settembre 2018 a 9:47
Buongiorno,
spero di riuscire ad esprimermi nel modo più chiaro possibile, essendo entrato da poco in queste tematiche. Attualmente sto svolgendo un dottorato di ricerca con borsa, soggetto ovviamente a gestione separata INPS e che mi permette comunque di avere un reddito ulteriore che non superi i 16000 euro annui; contemporaneamente, sono socio al 15 % di una SNC. Se ho capito bene, questo ultimo aspetto mi esclude dalla possibilità di godere dei benefici fiscali di una partita IVA personale “a regime forfettario”, che vorrei invece aprire per svolgere incarichi gestiti direttamente da me. Questo mi scoraggia dall’aprire una partita IVA a gestione semplice per i relativi costi, poiché attualmente la mia principale occupazione resta il dottorato. La domanda è questa: passando dalla mia SNC per eventuali incarichi extra, che quindi potrebbero farmi superare la soglia dei 5000 euro annui di reddito (esclusa la borsa di dottorato), possono presentarsi problemi fiscali senza l’apertura di una partita IVA personale?
10 Settembre 2018 a 11:24
Salve,
la sua è una problematica legata alla normativa tributaria. Le mie competenze, sul quel piano, sono parecchio “arrugginite”, per cui è meglio che eviti di darle un’opinione. Mi spiace.
Saluti.
Roberto
10 Settembre 2018 a 22:01
Buona sera e complimenti per l’ottimo articolo.
nel caso di libero professionista (con partita iva) come procacciatore di affari e quindi iscritto alla gestione commercianti che decide di costituire una Srl unipersonale con esclusiva funzione di Holding pura (quindi con unica finalità di detenere quote di altre società) diventando pure amministratore della Holding senza alcun compenso, ha l’obbligo di notificare all’INPS questa nuova attività non prevalente (poichè gia libero professionista)?
Nel caso dovesse comunque comunicarlo e ricevendo solamente redditi da capitale (solo dividendi dalle controllate) non verserebbe nulla all’INPS?
Grazie molte
Saluti
Marco L
11 Settembre 2018 a 11:08
Salve Marco,
grazie anzitutto per il complimento.
Alla tua prima domanda (obbligo di notifica all’Inps) risponderei negativamente. L’assicurazione Inps è unica, e quella già presente presso la gestione commercianti mi pare sufficiente.
Il problema si pone circa la necessità di dichiarare, quali imponibili, i redditi derivanti dalla società partecipata. Il tutto, a mio parere, andrebbe visto nell’ottica dello svolgimento o meno di un’autentica attività commerciale. Ci si deve domandare: tale attività di gestione quote è qualificabile come commerciale? Se si, occorre assoggettare a contribuzione tali redditi; altrimenti no. E’ il tema che, più o meno, si rileva con le Srl di gestione immobiliare.
La cosa andrebbe senz’altro approfondita, valutando bene la possibile natura dell’attività svolta, tenendo anche conto della sovente volatilità della giurisprudenza.
Saluti.
Roberto
11 Settembre 2018 a 15:49
La ringrazio della cortese e precisa risposta.
Nello specifico le società partecipate eserciterebbero attività commerciali per una piccola parte ed attività professionali ed anche di servizi per le altre società.
Mentre la gestione delle loro quote da parte della Holding pura non ravvisabile di per sè quindi di natura “autentica attività commerciale” che accorgimenti/azioni palesi si potrebbe adottare per avvalorare tali fatti anche dinanzi ad un potenziale contenzioso INPS nel caso quest’ultima sfruttasse la volatilità della giurisprudenza?
11 Settembre 2018 a 16:40
Caro Marco,
la questione sulla holding e sulla natura commerciale andrebbe approfondita con attenzione. L’Inps è perennemente a caccia di risorse, non lo scopriamo noi questo, e ciò rende tutto molto aleatorio.
Saluti.
Roberto
11 Settembre 2018 a 15:50
Buongiorno,
a seguito di richiesta all’INPS gestione commercianti di calcolo della pensione e riduzione dei contributi dovuti in qualità di pensionato, in qualità di socio lavorante di S.n.c., l’INPS ha notificato una comunicazione di debito con la quale accerta maggiori redditi imponibili ai fini INPS commercianti riferiti a redditi derivanti dalla partecipazioni in due S.r.l. nella quale il sottoscritto non svolge alcuna attività e che ovviamente non sono state dichiarate nel quadro RR; ho visto che ci sono due sentenze della Corte d’Appello dell’Aquila del 2015 nella quale la Corte ribadisce che i contributi non sarebbero dovuti sulle quote di S.r.l. diverse da quelle per il quale un soggetto ha richiesto l’iscrizione, ma a quanto pare l’INPS non demorde…, ci sono argomentazioni per resistere alle pretese dell’INPS?
Grazie in anticipo per una risposta.
Saluti
Nicola B
11 Settembre 2018 a 16:36
Salve Nicola,
la materia è scivolosa e l’Inps, dici bene, non demorde.
Il punto focale, a mio avviso, è legato alla disposto ex art. 1, co. 203, lett. C, L. n. 662/96, indica come iscrivibili, tra altri requisiti (tutti necessari), i soggetti che “partecipino personalmente al lavoro aziendale con carattere di abitualità e prevalenza”. Sugli altri requisiti, nel tuo caso, puoi avere problemi; su quello indicato, se non partecipi mai al lavoro, puoi senz’altro resistere. Che sia l’Inps a provare che hai quel requisito (inesistente), non ti pare?
Stai pronto, purtroppo, al contenzioso. Talora ci si riesce in via amministrativa; altrimenti serve il Giudice.
Saluti.
Roberto
27 Settembre 2018 a 12:21
Nel articolo scrivi che accomandante riceve reddito di impresa (e non di capitali). Quindi soggetto contribuzione.
Nel primo commento poi scrivi: “se mi parli di accomandante devi escludere tale reddito da ogni tipo di contribuzione”
Ad esempio io sono dipendente della società di cui sono acc.nte
Sulla mia quota utili, pagheró inps?
27 Settembre 2018 a 12:56
Ciao Paolo,
quando scrivo che il reddito dell’accomandate è senz’altro d’impresa ed è soggetto a contribuzione, premetto (vedi righe sopra nel blog): “Vediamo, in schema, alcune situazioni, ponendo quale base per tutte la presenza per un soggetto già obbligatoriamente iscritto a una Gestione Inps autonomi per un’attività propria, svolta al di là della partecipazione in altre realtà societarie”. La condizione di assoggettabilità del reddito di accomandate, quindi, si ha solo ove tale soggetto risulti già iscritto, per suo conto, ad una gestione obbligatoria lavoratori autonomi Inps.
Se, invece, mi parli di un soggetto che è solo accomandate di Sas, mancando il requisito della prestazione lavorativa non si ha obbligo contributivo.
Nel tuo caso specifico, cui accenni, riterrei non soggetto a contribuzione l’eventuale tuo reddito derivante da partecipazione in Sas; non sei iscritto, ad altro titolo, ad una gestione autonomi, ma solo a quella dei lavoratori dipendenti, che è ben altra cosa.
Non fare confusione, si tratta di fattispecie ben distinte.
Saluti.
Roberto
27 Settembre 2018 a 16:54
Buongiorno Dott. Lucarini, sono un socio lavoratore di una Srl. Vorrei sapere se devo pagare la contribuzione INPS sul reddito di impresa (non abbiamo diviso gli utili, ma rimangono in azienda). Sono iscritta alla Camera di Commercio alla sezione artigiani e commercianti e personalmente pago la contribuzione INPS fissa e anche la percentuale dovuta in dichiarazione dei redditi. Grazie, buona serata
27 Settembre 2018 a 18:42
Ciao Silvana,
essendo socia di lavoro, correttamente iscritta alla gestione obbligatoria autonomi (commercianti od artigiani), il reddito derivante, pro quota, dalla tua partecipazione alla Srl, viene, a mio parere, assoggettato a contribuzione, tramite esposizione nel quadro RR del modello Unico. Ciò a prescindere dal fatto che l’utile aziendale sia stato o meno distribuito ai soci (se sei abbonata puoi trovare, in proposito, un mio articolo su “La circolare di lavoro e previdenza n. 7 del 15 febbraio 2018 – Euroconference Lavoro”.
Per le società di capitali il quadro è molto complesso, dato che vi è anche la possibile opzione fiscale per la trasparenza, e considerato che, spesso, il socio non svolge una vera attività lavorativa, limitandosi al conferimento di capitale.
Saluti.
Roberto
28 Settembre 2018 a 12:16
Buongiorno
sono Piera titolare di una ditta individuale a partita iva che esercita attività di commercio e iscritta alla gestione inps commercianti
da tre anni sono socia nella sas di mio marito al 40% non operativa ma solo di capitale
il mio reddito fa cumulo con il suo e pago inps a percentuale sul reddito totale
è giusto?
se lui fosse srl cambierebbe la situazione?
grazie
2 Ottobre 2018 a 9:48
Salve Piera,
la tua questione è complessa e non del tutto chiarita al momento. Tenendo conto la situazione che mi descrivi, in estrema sintesi direi questo:
– nel tuo caso attuale, socio accom.te di Sas, il reddito confluisce nel totale imponibile Inps (si tratta infatti di reddito d’impresa);
– nel caso, invece, tua fossi socia di Srl la cosa cambia, a mio parere. Per l’Inps tali situazioni sembrano equiparabili (Soc. di persone = soc. di capitale) ma siamo in molti a ritenere ben distinte le due fattispecie. Trattandosi di soc. di capitale (salvo il caso della trasparenza), il reddito pro quota non rientra tra quelli d’impresa, per cui sarebbe escluso da contributo Inps.
Tieni conto che, sposando la tesi cui sopra, è tuttavia possibile doversela vedere in giudizio con Inps
Nei prossimi numero della Circolare Lavoro e Previdenza – Euroconference, abbiamo intenzione di trattare l’argomento.
Saluti.
Roberto
26 Novembre 2018 a 16:35
Buonasera,
ti chiedo la tua opinione sul seguente caso, un socio di Srl, iscritta alla gestione artigiani, ha sempre pagato l’ivs pro-quota sul reddito della società, a novembre cede la propria quota, ho letto che l’inps pretende di assoggettare a contribuzione, rapportandolo ai mesi, la quota di reddito che il socio non percepirà e non credo sia agevole neanche conoscerne l’entità non essendo lo stesso socio alla chiusura dell’esercizio. Grazie per l’attenzione
29 Novembre 2018 a 12:01
Ciao Gabriella,
quello di cui parli non mi trova d’accordo. Se hai ceduto interamente la tua quota nella Srl, uscendone come socia e quindi non ti sei limitata solo a ridurre la tua partecipazione, non avrai alcun reddito a fine anno (niente indicazione nel quadro RR). Non vedo come possa l’Inps chiedere la contribuzione su un reddito non esistente; in caso contrario, come lo calcolerebbe? L’Istituto, questo sì, ti chiederà la quota fissa Ivs per il periodo dell’anno in cui sei stata socia.
Saluti.
Roberto
16 Gennaio 2019 a 21:57
Salve mi trovo in questa situazione: sas chissà l’ attività artigiana e cancellata dall’ INPS. LA SAS però ha un immobile che cede in affitto come ramo di azienda ad una impresa familiare costituita dai soci . Ora l’ INPS poiché i redditi da affitto e da lavoro compaiono sul quadro RH pretende i contributi su entrambe le voci . A mio parere i contributi spetterebbe solo per i redditi da lavoro. Francesco
18 Febbraio 2019 a 17:46
Salve Francesco,
la situazione non è chiarissima ed andrebbe valutata bene con le carte. Da quanto capisco, tuttavia, esiste una posizione artigiana come impresa familiare, cui l’Inps cumula anche il reddito da partecipazione della Sas. In questo caso l’Inps lo considera reddito d’impresa (come fiscalmente è) e perciò chiede il contributo anche su questo. Il problema sarebbe far passare tale reddito quale quello della cd. società senza impresa; su questo c’è della giurisprudenza, per il caso affitto dell’unica azienda, ma riguarda essenzialmente la situazione relativa all’obbligo di iscrizione. Posso quindi essere d’accordo con te, ma sarà impossibile far passare il concetto in via amministrativa, come non vedo facile gestire anche in un eventuale giudizio.
Saluti.
Roberto
2 Febbraio 2019 a 11:33
Buogiorno, in una SRL l’INPS si paga sugli utili versati ai soci o sugli utili della società? Nel caso non venissero distribuiti gli utili quando si paga di inps?
18 Febbraio 2019 a 17:47
Salve,
il fatto della distribuzione o meno degli utili non incide sull’imponibile contributivo.
Saluti.
Robertio
18 Febbraio 2019 a 11:39
Buongiorno Dottore ,
l’INPS sta richiedendo il contributo anche su redditi di partecipazione provenienti da attività industriali espletate sotto forma di SNC.
Le chiedo se , a suo avviso, la qualità del reddito (industriale ) possa determinare un’ esclusione all’attrazione dello stesso nel cumulo sottoposto al contributo previsto per la Gestione Commercianti.
A nostro parere dovrebbero essere attratti solo ed esclusivamente i redditi provenienti da fonti omologhe a quelle che determinano l’obbligo di iscrizione alla Gestione.
Gradito sara un suo parere..
Cordialità
18 Febbraio 2019 a 17:58
Buonasera,
capisco il suo dubbio, ma riterrei corretta l’inclusione del reddito della Snc “industriale”, nell’imponibile. Mi spiego.
La norma, che ci riguarda, spiega che: “A decorrere dall’anno 1993, l’ammontare del contributo annuo dovuto per i soggetti di cui all’articolo 1 della legge 2 agosto 1990, n. 233, è rapportato alla totalità dei redditi d’impresa denunciati ai fini IRPEF per l’anno al quale i contributi stessi si riferiscono” (art. 3 bis, Dl. 19 settembre 1992, n. 384), Non si distingue, quindi, circa il fattore “industria” o “commercio”, cosa determinante invece ai fini dell’iscrizione, ma solo in funzione del tipo reddituale secondo il Tuir. La cosa, infatti, mi lascerebbe perplesso nel caso di Srl.
Se è abbonato alla Circolare Lavoro, può trovare un mio intervento, che riguarda anche questo tema, sul n. 2/2019.
Spero di esserle stato utile.
Saluti.
Roberto
25 Marzo 2019 a 11:57
Buongiorno,
sono un architetto che svolge la libera professione e regolarmente iscritto all’ Inarcassa. Avrei intenzione di costituire con mia moglie una sas per aprire un’attività commerciale. Non sono ancora stati stabiliti i ruoli, se sarò io il socio accomandante o il socio accomandatario. In quale caso , sarei obbligato a versare i contributi all’INPS , considerando che verso già o contributi ad Inarcassa?In caso affermativo, dovrei versare alla gestione commercianti o alla gestione separata.
Ringrazio per la risposta.
Cordiali saluti
19 Aprile 2019 a 16:32
Buon giorno
Sono un socio di una srl iscritta alla Camera di Commercio come artigiani.
Avrei l’opportunità di andare in pensione con la quota 100, sorge il dubbio se il reddito derivante dalla Srl sia considerato una non congruità per richiedere la pensione.
Spero di essere stato chiaro
Mauro
30 Maggio 2019 a 21:54
Buonasera,
sono socio amministratore di società, ho una posizione para-subordinata con compenso deliberato da specifica assemblea soci e relative buste paga con contributi INPS gestione separata.
A bilancio 2018, l’azienda ha maturato un utile (ricavi – spese) su cui l’azienda paga IRES.
La domanda è:
– in qualità di socio, devo pagare contributi INPS al 24% sull’utile? (nonostante sia già in gestione separata)
– Se sì, calcolo il 24% sull’utile prima o dopo il calcolo delle tasse (IRES / IRAP).
La ringrazio molto
Federico
29 Novembre 2023 a 12:54
Salve, qual’e’ stata la risposta alla sua domanda “– Se sì, calcolo il 24% sull’utile prima o dopo il calcolo delle tasse (IRES / IRAP).”?
10 Giugno 2019 a 15:47
Buongiorno Dott Lucarini,
sono socia di una srl ed iscritta alle gestione inps commercianti, ora vorrei aprire una partita iva nel regime forfettario come Procacciatrice di affari ( attività di impresa) . Quando compilerò la dichiarazione dei redditi dovrò assoggettare ad Inps gestione commercianti il reddito della SRl ed anche il reddito da attività forfettaria, oppure vige il sistema dell’attività prevalente per cui assoggetterò ad Inps il solo reddito della srl ? ( che per me sarà attività prevalente )
Posso escludere da assoggettamento a contribuzione Inps l’attività di Procacciatrice di affari in quanto NON prevalente ? Ringrazio per l’attenzione sarei grata di ricevere il suo parere.
18 Giugno 2019 a 11:19
Buongiorno Dott Lucarini,
sto compilando un modello UNICO per un mio parente iscritto alla gestione commercianti essendo socio amministratore di una srl ma che possiede anche partecipazioni in società semplice agricola e società semplice immobiliare di gestione. Nella compilazione del quadro RR dovrò tenere conto dei redditi di partecipazione nelle due società considerandolo reddito di impresa? La sarei davvero grato se potesse darmi un aiuto. Paolo
31 Luglio 2019 a 13:05
Buongiorno Dott. Lucarini
Vorrei sottoporre il seguente caso. Ad un socio accomandatario di una sas che esercità una attività industriale (impresa Edile) e, pertanto, non iscrivibile PER LEGGE alla gestione INPS commercianti, è stato il pagamento dei contributi INPS sulla quota di reddito prodotto dalla sas evidenziato nel quadro RH perché è iscritto all INPS per una altra attività rietrante nel settore commerciale La stessa INPS ha riconosciuto che l’attività di industria edile non è soggetta ad iscrizione all’INPS ed al versamento dei contributi. Ma per l’INPS, svolgendo una altra qualsiasi attività commerciale anche marginale il reddito di impresa industriale, che di per se stessa è esclusa, diventa soggetto a contribuzione. MI SEMBRA UNA ASSURDITA’ inoltre ciò crea una disparità perché alcuni soci non devono versare alcuna contribuzione (quelli che non svolgono altra attività) ed altri si. Un vostro parere ?? Grazie
11 Ottobre 2019 a 10:38
Buongiorno,
vorrei sottoporre alla Sua attenzione il seguente caso.
Un soggetto è contemporaneamente socio accomandante e dipendente della società (di cui è accomandante): non versa i contributi inps perchè li versa già come dipendente.
Il 31/08 si licenzia dalla sua società e l’1/10 apre un’attività commerciale. In questa data apre anche la posizione inps come commerciante. A quanto dice l’inps i contributi sarebbero dovuti anche sul reddito derivante da quadro H della società.
Ma: deve pagare i contributi sul reddito della società di tutto l’anno (anche se ha già versato i contributi come dipendente per 8 mesi) oppure rapportare il reddito da quadro H a partire dall’1/10 data di apertura della posizione inps o dal 1/9 data da cui risulta solo socio finanziatore?
Ringrazio in anticipo per la risposta
14 Ottobre 2019 a 17:03
Buonasera,
ho lavorato per anni come dipendente di una multinazionale informatica, storicamente sono socio insieme ad altri famigliari di alcune società semplici proprietarie di immobili che vengono affittati. Fino al 2003, anno in cui mi sono licenziato ho pagato i contributi inps solo per la mia attività di dipendente. Nel 2003 mi sono licenziato ed ho iniziato a svolgere da me stesso l’attività di consulenza informatica presso alcuni cliente. Mi son iscritto alla gestione separata dell’inps come consulente ed ho pagato i contribuiti inps solo sulla mia attività e nulla sui redditi derivanti dagli affitti delle società semplici. Tutto ciò è durato fino al 2015 quando mi è arrivata una comunicane della agenzia delle entrate che riprendeva la mia dichiarazione del 2014 sul 2013 e pretendeva di considerare nel reddito del lavoro autonomo anche il reddito degli affitti derivanti dalle società semplici.
Ovviamente ho contestato il calcolo all’agenzia delle entrate dicendo che gli affitti difficilmente potevano essere considerati reddito da attività professionale ma non li hanno considerati.
La mia attività da lavoro autonomo era oramai residuale e visto l’importo aggiuntivo che mi addebitavano (circa 15.000 euro) ho chiuso immediatamente l’attività professionale.
Negli anni successivi mi hanno ripreso anche il 2014 ed il 2015. Di più non hanno potuto avendo chiuso l’attività.
E’ normale tutto ciò? Se gli affitti fossero riferiti a delle persone fisiche non cumulerebbero nella gestione separata inps. Se il socio è dipendente oppure iscritto ad una cassa providenziale anche in questo caso non cumulano con i redditi pensionistici. Perchè se uno fa il consulente a partita iva ed è iscritto alla gestione separata invece l’affitto da società semplice fa reddito?
Cosa posso fare per contestarlo?
Grazie
18 Dicembre 2019 a 17:25
Buonasera,
rispolvero un articolo un po’ datato ma sempre attuale, sperando di ottenere un parere.
Oggetto del quesito e’ la totalizzazione dei redditi di impresa ai fini contributivi.
Signor X Socio accomandante di SAS. Mai iscritto alla gestione commercianti. In data 01/10/2018 il signor X costituisce una SNC.
E’ stato corretto a vostro parere, assoggettare a contribuzione il reddito della SNC ed il reddito della SAS relativo ai 3/12?
Vi ringrazio
18 Maggio 2021 a 9:21
Buongiorno Dottore,
posso porgerle i seguenti quesiti?
– sono socio lavoratore di una snc che gestisce un ristorante che costituisce la mia principale fonte di reddito e socio di un’altra snc che ha dato in affitto la propria azienda (sempre ristorante). Devo pagare contributi inps su entrambi i redditi anche quelli derivanti da affitto d’azienda?
– mio padre è socio di più snc che gestiscono ristoranti e una snc che percepisce solo locazioni immobiliari. Lui di fatto è operativo solo in una attività. Deve pagare contributi inps su tutti i redditi percepiti, anche su quelli derivanti da snc in cui non lavora e su snc “immobiliare”?
Grazie