Consulenze fonografiche
di Michele DonatiGuido Maria Grillo
AM Productions
2021
Parlare di Guido Maria Grillo significa parlare di uno dei cantautori più talentuosi della sua generazione, musicista raffinato, con una classe cristallina, una scrittura elegante, parole scelte con dovizia e appoggiate su musiche sinusoidali che tradiscono le sue origini mediterranee (Salerno per la precisione), nonostante poi la sua città adottiva sia negli anni diventata Parma.
La produzione e la storia musicale di Guido sono lo specchio dell’artista che si cela dietro la penna che scrive, dietro la chitarra e il piano che compongono, disegnando il suo animo e la sua persona.
Se volessimo sintetizzare con un concetto la musica di Guido, viene in mette tutto ciò che è incontro, crocevia e contaminazione, nel senso più alto e bello del termine.
Già nel precedente lavoro discografico, Senso, pubblicato nel 2019, l’assunto sopra richiamato trova tutta la sua manifestazione, nelle pieghe di un disco cantautorale registrato ricorrendo ad arrangiamenti e strumentazione orchestrale che attingono alla musica classica.
Anche l’ultimo EP Ànema di recentissima realizzazione e pubblicazione (disponibile sulle piattaforme digitali dal 28 marzo 2021) è pienamente espressione di questa modalità di vivere e dare forma alla propria arte e alla propria musica da parte di Guido.
Il titolo già contiene la soluzione all’enigma, nel senso che il richiamo al dialetto partenopeo svela l’arcano sotteso al filo conduttore di questo album, che è appunto costituito dalle radici di Guido; radici non solo geografiche, ma anche artistiche (la famiglia materna è discendente della dinastia De Curtis, non certo un cognome come gli altri a Napoli).
Ànema è un meraviglioso acquerello, la cui tavolozza è ricca di colori apparentemente distanti tra loro (radici partenopee, musica d’autore italiana, suoni mediterranei, rock ed elettronica), sapientemente amalgamati e assemblati.
Il risultato finale è stupefacente, restituendo all’ascoltatore un disco che non è solo musica, ma piuttosto un viaggio.
Il consiglio è quello di ascoltare Ànema ad occhi chiusi: sarà come sentire il profumo del porto di Napoli, dei suoi vicoli, ascoltare il suono del mare di Procida, e più in generale le contaminazioni di ritmi e sonorità tipici del Mar Mediterraneo.
Il primo brano del disco è A chi tene ’o core, pregno di drammaticità e pathos (nonché di linee melodiche) propri della canzone popolare melodica napoletana, e che attinge i suoni dalla musica d’autore italiana; la canzone gioca sull’ambivalenza tra chi vive pienamente la propria vita (A chi tene ’o core) e chi invece non si lascia toccare dalle emozioni e dai sentimenti.
Già da questo primo brano balza all’orecchio dell’ascoltatore la potenza e la bellezza di uno strumento particolare: il falsetto di Guido Maria Grillo e la sua vocalità coinvolgente e ipnotica.
Si prosegue con Senza pietà, che parla di distacchi, su un tappeto musicale meraviglioso, una batteria campionata a dare il ritmo a una melodia struggente e “diminuita”, come nella migliore tradizione partenopea.
La successiva ‘Sta voce prosegue nello stile musicale e di scrittura già caratterizzante i brani precedenti.
Marzo racconta di come la primavera abbia bisogno dell’inverno e del suo freddo, andando a rinsaldare l’indissolubile legame tra la gioia e il dolore, e della necessaria fase di passaggio tra i due stati dell’anima.
Ànema si chiude con Tramonto, un meraviglioso e sereno atto di inferiorità dell’uomo rispetto all’universo che ci circonda, ed all’infinito che esso rappresenta, con tutto ciò che a questo consegue in termini di emozioni e sensazioni di fronte a tanta immensità.
Bene, ora potete riaprire gli occhi; vi ritroverete ancora dentro al vostro ufficio, o alla vostra casa, anche se vi sembrerà di aver visitato rioni popolari del centro di Napoli o isole minuscole a largo delle coste del Mediterraneo.
Buon ascolto