Il brutto pasticcio della gestione Inps commercianti per i soci
di Roberto LucariniL’argomento non è nuovo, ma tocca, di quando in quando, riparlarne. La guerra scatenata dall’Inps ai soci di società commerciali, da qualche anno, deve aver impegnato e non poco le aule di giustizia (si vedano da ultimo, ad esempio, Cass. n. 27588/2016 e n. 297/2017)
Il punto è noto: basta essere socio di una società esercente attività commerciale, o presunta tale, e non essere iscritto alla Gestione commercianti, che l’Istituto previdenziale ti recapita una bella iscrizione d’ufficio, con conseguente richiesta di contributi omessi e sanzioni. L’Inps si è mosso in vari modi, su questo fronte di attacco; quando con la rilevazione dei redditi societari dal quadro H (mod. Unico) del socio; quando rilevando la semplice attività svolta dalla visura camerale.
Detto così, in fondo, potrebbe anche andare: sei socio, hai un reddito, quindi ti devi iscrivere alla Gestione commercianti. Peccato che la norma di riferimento (articolo 1, comma 203, L. 662/1996) specifichi certe caratteristiche necessarie, ove tutte presenti, a far scattare tale onere: titolarità e piena responsabilità dell’impresa, ma soprattutto che i soggetti “partecipino personalmente al lavoro aziendale con carattere di abitualità e prevalenza”.
Da quanto si percepisce, nella versione della norma che hanno all’Inps, tale ultimo requisito sembra non comparire…
Infatti, chi di competenza, pare non interessarsi di accertare tale presupposto e, andando per la propria strada, invia le già citate iscrizioni coattive.
È difficile, caso per caso, andare a valutare i presupposti legali? Se anche così fosse nulla autorizza, tuttavia, a utilizzare vie sommarie che eludano la norma.
Adesso, però, passando gli anni e i gradi di giudizio, sono arrivate una serie di sentenze di legittimità che respingono al mittente gli atti dell’Istituto, facendo ben presente l’onere che quest’ultimo ha di dimostrare l’abitualità e la prevalenza dell’attività del socio nella società; questo non può certo essere fatto con i procedimenti sommari cui sopra si accennava.
Per di più, prima di inviare le iscrizioni, nessuno pare essersi interessato al problema delle società immobiliari di sola locazione; più volte la Suprema Corte ha espresso il concetto di non impresa per tali società. Eppure i soci responsabili (di Snc, Srl o accomandatari di Sas) si sono visti recapitare la sgradita comunicazione.
Mi pare chiaro, a questo punto, che tale storia dovrebbe vedere la parola fine. Che qualcuno dovrebbe rendersi conto del brutto pasticcio creato e rimediare: cessando le nuove notifiche; chiudendo, senza ricorrere, le vicende giudiziarie aperte.
Dal canto loro, le varie Corti interessate, dovrebbero evitare la consueta “compensazione delle spese legali”, condannando l’Istituto a pagare per il proprio torto; forse questo sarebbe un buon incentivo.
Segnaliamo ai lettori che è possibile inviare i propri commenti tramite il form sottostante.
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26 Gennaio 2017 a 11:43
Buongiorno,
qualora fossi amministratore che effettivamente lavora presso la società e percepisce un compenso come amministratore, ha l’obbligo di entrambe le iscrizioni INPS: gestione separata e gestione commercianti? – Grazie
26 Gennaio 2017 a 12:13
Ciao,
si certo, oramai la cosa è stata purtroppo assodata. Dopo che la Cassazione, tra le molte altre, con la Sent. Cass., Sezioni Unite, 12 febbraio 2010, n. 3240, aveva dato torto ad Inps sulla doppia iscrizione, il legislatore ha provveduto, di corsa, con norma di interpretazione autentica (ex art. 12, comma 11, del D.L. 31 maggio 2010, n. 78) ad escludere la G.S. dalla lista delle gestioni per le quali risulta vietata una doppia iscrizione (es. lav. dipendenti, artigiani, commercianti).
Per cui, nel tuo caso e da quanto capisco, saresti da iscrivere sia alle gestione relativa all’attività lavorativa (art – com) che alla G.S. come amministratore. Saluti. Roberto
14 Febbraio 2017 a 12:17
Ciao Roberto, sono Maria Cristina Ercini, puoi spiegare un po’ meglio cosa succederà per le buste paga in materia di antiriciclaggio che non ho capito.
Grazie
Maria Cristina
6 Giugno 2019 a 18:51
Salve, lavoro part-time come dipendente presso una società di capitali (spa), e, nel contempo, sono socio di una sas che non produce alcun reddito da anni. Ho ricevuto cartelle esattoriali per omesso versamento di contributi alla Camera di Commercio e contributi inps. Posso impugnare la cartella esattoriale atteso che la sas è inattiva, ragion per cui è palese che io svolga attività prevalente presso la spa?
Quali sono i riferimenti normativi, oltre la l. 662/96?
18 Giugno 2019 a 18:13
Salve. Mi è appena stata recapitata una lettera INPS dove scrivono che mi hanno iscritto alla gestione degli Esercenti attività commerciali e quindi a pagare i contributi degli ultimi 5 anni. Io sono socia di una SNC , al 50%, l’altra socia è mia madre, al 50%, amministratori tutte e due, di una società che si occupa di consulenza aziendale nel settore qualità ed ambiente. La società ha un reddito altalenante, ora che mia mamma non sta tanto bene il reddito, in questo anno, è ZERO. A lavorare è mia madre (io faccio l’autista, visto che ha 70 anni), titolare già di pensione come dipendente statale, l’INPS mi scrive che dalla denuncia dei redditi, dall’Unico, risulta che questa è la mia attività prevalente (anche se la mia attività prevalente è fare la mamma a tempo “pieno” ) e mi chiedono l’iscrizione, anzi, mi hanno iscritta, e vogliono i contributi. La società fattura, ma come giorni lavorativi, annuali, saranno sì e no 6, dimostrabili dai viaggi a Roma, visto che la società è in Puglia ed i 3 (TRE) clienti a Roma. Avendo già 50 anni ed essendo certa che la pensione non la vedrò mai, come posso contestare questa lettera? Sarebbero da pagare TANTI contributi, soldi che non ho ma che, soprattutto, non voglio regalare all’INPS.
buona serata
Anna
12 Febbraio 2020 a 15:45
Buongiorno,
i miei genitori erano soci di una snc negli anni tra 1994/1997.
In quegli anni non hanno versato i loro contributi, pur essendo iscritti alla gestione commercianti
Nel 2017 mio padre e’mancato e sia io che mia mamma abbiamo rinunciato all’eredità. Nel 2018 mia mamma riceve una diffida di pagamento da parte dell’avvocato incaricato da INPS per contributi non verstati di mio padre risalenti appunto al periodo 1994-1997.
Mia madre è tenuta a pagarli in qualità di ex socia dell’attività commerciale che avevano?
Io penso che il contributo sia di natura nominale o personale, non societaria.
Mi può dare il suo parere per favore?
Grazie,
Ambra