11 Maggio 2017

La manovra di primavera: aggiustamento dei conti pubblici

di Roberto Lucarini

Quanto sia compatibile la parola aggiustamento, con il concetto di conti pubblici italiani, resta un mistero insolubile. Quando sembra che tutto sia sotto controllo, di regola nel periodo post Legge di Stabilità, ecco che arriva un richiamo da Bruxelles: i conti non tornano, urge manovra di aggiustamento.

E così, in questa primavera dal meteo un po’ ballerino, come farsi mancare una bella manovrina sui conti dello Stato? Eccola dunque proposta col D.L. 50/2017, norma nella quale si può trovare un po’ di tutto, per tutti i gusti.

Per il nostro settore, e zone limitrofe, possiamo evidenziare queste situazioni.

Ponendolo come titolo a un film, si potrebbe dire: “Il ritorno della decontribuzione”. Non credo che nelle sale farebbe grandi incassi, ma la cosa ha suscitato interesse nelle aziende. In sostanza si torna a parlare dei premi di risultato, appena rivisti con la Legge di Stabilità 2017, ma stavolta in versione decontribuzione, istituto che pareva morto e sepolto. Talvolta ritornano …

Il problema di fondo sono i paletti posti all’effettivo utilizzo; non dunque una copia delle precedenti versioni, ma una forma nuova con limiti sostanziali. Intanto si parla di decontribuzione (20% per aziende, totale per lavoratore) su un premio per un massimo di 800 euro annui, per accordi sottoscritti dopo l’entrata in vigore della normativa (24 aprile scorso). Poi si stabilisce che ciò sia operativo solo in “aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro”; bella frase, non totalmente chiara, sia pure alla luce di quanto specificato ex articolo 4, D.M. 25 marzo 2016. In ogni caso, a conclusione, la norma fa presente che la riduzione contributiva graverà sull’aliquota pensionistica di computo. Il tutto, mi pare, poco attuabile nelle Pmi e fuori tempo (salvo fastidiose integrazioni) per chi ha già sottoscritto, e depositato, accordi premiali; complimenti per la tempestività.

Al fianco di questa vedrei la norma sui nuovi limiti al visto di conformità, in caso di compensazione di crediti emersi in sede dichiarativa (si legga anche modello 770). Un abbassamento da 15.000 a 5.000 euro, che comporta inevitabilmente maggiori oneri. Il tutto a braccetto con la nuova prescrizione di invio di modelli F24 solo tramite i servizi dall’Agenzia delle entrate E (Entratel – Fiscoline), nel caso di un importo, di qualunque ammontare, esposto in compensazione. Necessità conoscitive, ai fini antifrode.

D’accordo; ma un periodo per fare organizzare i contribuenti?

Negativo; dal 24 aprile questa è la regola. L’Agenzia delle entrate, intanto, per i controlli, ha comunicato che inizierà dal 1° giugno; prima devono organizzarsi …

Infine la nota lieta: risolta la grana Durc – rottamazione cartelle.

Ricorderete senz’altro: chi aveva una posizione irregolare e aveva presentato domanda di rottamazione non poteva ricevere il Durc regolare, in quanto il perfezionamento della domanda decorreva dal pagamento della prima o unica rata (scadenza 31 luglio). Nel frattempo, pazienza; che si prendessero una vacanza, invece di lavorare, e che non pretendessero di essere pagati, specie dalla Pubblica Amministrazione. Adesso la novella normativa ci dice che può essere rilasciato Durc regolare a fronte della domanda di rottamazione, salvo il suo annullamento se la definizione agevolata vada a decadere per mancato pagamento.

Questa in sintesi la nostra manovrina; e poi dicono che la primavera è una bella stagione ….

 

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