Le competenze trasversali cognitive
di Gianluca CappellatoRoberta Ragazzo
La figura del professionista classico, che dal proprio studio professionale eroga servizi consistenti nell’attuazione del vasto campo di conoscenze tecniche acquisite, ormai è tramontata e salvo quale caso di eccellenza richiede un restyling che porti a un’offerta a 360° e una velocità di analisi e soluzione del problema direttamente proporzionale alla velocità con cui il mercato opera.
Questo comporta, ad esempio, che il professionista sia dotato anche di competenze trasversali e soprattutto capacità di analizzare e selezionare le informazioni ricevute in un lasso di tempo ristretto.
Si pensi ai motori di ricerca quali Google o Yahoo, studiati e sviluppati per analizzare un’incredibile quantità d’informazioni con lo scopo di essere il più precisi possibile nella risposta al comando dato. Ciò nonostante, le ricerche sul web vanno analizzate in modo critico e sintetizzate in modo funzionale. Questo esempio fa riferimento alla capacità di analisi e sintesi, che appartiene alla macroarea di Competenze Trasversali Cognitive. Tali competenze includono le abilità di ragionamento logico e/o matematico che vengono spesso valutate durante il processo di selezione del personale.
Accanto a questa capacità di analisi e sintesi, il professionista deve essere dotato in merito al c.d. problem solving, ovvero la capacità di trovare una soluzione quanto più semplice a problemi di varia complessità. A tale proposito, la creatività è un’abilità strettamente connessa al problem solving. Infatti, per risolvere questioni difficili può essere necessario ampliare le prospettive, trovare soluzioni originali e/o alternative, innovare e inventare. Le Competenze Trasversali Cognitive implicano quindi la capacità di utilizzare e trasferire le competenze tecniche più appropriate alla situazione o al compito che si deve affrontare, attraverso un processo decisionale o decision-making.
Indubbio è che tali doti si acquistano e si affinano attraverso l’esperienza e l’esercizio sul campo, tuttavia, a questo si può abbinare anche una formazione specifica e mirata a tal fine.
Ci stiamo riferendo alla Formazione Esperienziale, che ha la capacità di sviluppare e potenziare le abilità cognitive. Infatti, attraverso la sperimentazione attiva di compiti e situazioni, i partecipanti applicano le loro risorse e competenze per il raggiungimento di un obiettivo. Tali esercizi o eventi permettono di sviluppare comportamenti adattivi e migliorare le varie capacità sopracitate. Un esempio sono le small techniques, attività indoor o outdoor di breve durata, dove ai partecipanti viene chiesto di risolvere un compito difficile o con limitazioni (per esempio da svolgere in silenzio o bendati). Il contesto ludico e la semplicità degli esercizi facilita per i partecipanti la comprensione di come i risultati ottenuti siano connessi alle competenze e abilità messe in atto. Inoltre, il facilitatore che guida l’attività di formazione esperienziale ha la capacità di:
- facilitare la revisione dell’atteggiamento dei partecipanti, del loro modo di pensare e agire;
- facilitare l’introduzione di modalità di comunicazione e di comportamento più efficaci;
- facilitare la comprensione delle difficoltà che possono nascere in gruppi.
Le abilità tecniche necessitano di essere affiancate da Competenze Trasversali per essere applicate al meglio. Nello specifico, le Competenze Trasversali Cognitive raggruppano le capacità di analisi e sintesi, la creatività, il problem solving e la capacità di decision-making. Tali competenze possono essere sviluppate e potenziate attraverso la formazione esperienziale, la quale permette ai partecipanti di apprendere sperimentando attività ludico-metaforiche. L’aspetto pratico e il coinvolgimento fisico, emotivo e sensoriale facilitano la consapevolezza dei propri comportamenti e delle proprie reazioni, al fine di identificare eventuali atteggiamenti inadeguati e supportare comportamenti costruttivi.