26 Aprile 2024

Chi farà lo straordinario

di Riccardo Girotto Scarica in PDF

Volutamente il titolo non finisce con un punto di domanda. Si tratta di una semplice presentazione del tema, che, forse, solo alla fine ci obbligherà a conferirgli tono interrogativo.

Ma andiamo con ordine.

Da alcuni anni, per non dire dalla sua nascita, l’INL sembra soffrire di alcuni disturbi che ne limitano l’efficacia operativa. Oltre al fallimentare tentativo di unificazione delle diverse anime ispettive, su questo punto si accoglie con estremo favore la definitiva retromarcia compiuta dall’articolo 31, D.L. 19/2024, le risorse umane paiono da tempo insufficienti, ciò ha comportato una chiara riduzione di accessi presso le aziende, ma, a differenza di quanto avvenuto per Inps e Inail, tale constatazione non è stata accompagnata da un processo di digitalizzazione (quantomeno paventato).

Desolante assumere come le sporadiche ispezioni di questi anni ancora impongano la produzione di documentazione … cartacea. Le diverse ITL, inoltre, seguono territorialmente procedure e interpretazioni spesso disomogenee, ulteriore aspetto che ne offusca l’autorevolezza.

Di fronte a uno scenario così desolante, vengono oggi assegnati agli ispettori 2 compiti di presidio alla compliance lavoristica, dalla portata davvero imponente.

Il primo di questi è il sistema di identificazione delle imprese tramite i crediti. Il sistema assegnerà, infatti, una patente utile a lavorare in veste di operatori qualificati. L’assenza della patente sbarrerà la strada a soggetti inclini all’irregolarità, mentre sconterà severi passaggi di aggiornamento del punteggio, secondo un percorso operativo non proprio banale. Gran parte, se non la totalità, delle operazioni di accreditamento, nonché di variazione del punteggio, risulterà in capo all’INL, vero protagonista di tutto il percorso certificativo.

Per apprezzare la portata della misura, vale la pena sottolineare come la patente non risulti un’ipotesi di risultato ottenuto per precisa scelta dall’azienda scrupolosa, ma rappresenti, bensì, il necessario pass per operare nei cantieri. Si tratta, quindi, di un percorso d’obbligo che coinvolgerà proprio tutti. Un lavoro che richiederà davvero uno sforzo imponente e, ancor più, peserà nella sua funzione dinamica, aggiornamento dei punteggi, non solo in quella di avvio, la prima assegnazione sarà di fatto automatica. Da non trascurare sarà anche la patologia della previsione, che impegnerà l’Ispettorato nella tutela della propria azione avverso istanze e ricorsi.

Inutile precisare che chi dovrà entrare in cantiere necessiterà di una patente puntualmente aggiornata, pena un danno notevolmente peggiore rispetto a un Durc tardivo.

Il secondo compito che investe l’ispettorato è la lista di conformità. Questa sorta di certificazione di regolarità verrà pubblicata, risultando pertanto accessibile a tutti, così da rendere evidente all’esterno la regolarità dell’azienda. Devo dire che, personalmente, ho trovato questa previsione geniale e davvero innovativa, in tempi non sospetti avevo evidenziato su questa rivista[1] la necessità di elevare le aziende regolari, per comunicarne le gesta anche al mero fine di diffondere la cultura della regolarità.

Difficile prevedere l’effetto dell’applicazione pratica della misura, che, così come disegnata, investe l’Ispettorato di un compito davvero importante, in quanto l’iscrizione alla lista deriva da esito negativo dell’accertamento ispettivo, pertanto, solo le aziende ispezionate potranno davvero ottenere il bollino.

Sembra, quindi, che l’assenza di controllo non permetta di ottenere il rating, quindi l’azienda interessata, che eccelle in regolarità e che più di tutte mira al buon rating, dovrebbe richiedere espressamente un accesso ispettivo, fatto curioso, ma apparentemente necessario.

Di più, la pubblicazione in lista creerà uno scudo ispettivo della durata di 12 mesi. Anche questo aspetto pare allontanare la misura dalla realtà, quantomeno del più recente passato, dove molte aziende non venivano proprio visitate, tantomeno ogni 12 mesi, piuttosto gli accessi, pochi, a dire il vero, venivano replicati nell’imminenza della scadenza prescrizionale.

Tutto quanto esposto, unito ai piani di programmazione ispettiva, che, giocoforza, viste le risorse a disposizione, mirano a colpire le zone di potenziale irregolarità, non a visite finalizzate alla certificazione di regolarità, che nel sistema attuale si paleserebbe solo incidentale, sembra obbligare un ripensamento del sistema ispettivo.

Il seme è stato piantato e potrebbe davvero fornire stimolo alla crescita della regolarità, ma gli attori di questo impegnativo percorso non paiono ancora in possesso delle risorse necessarie per annaffiare e crescere il frutto da raccogliere.

L’ispettorato, al momento, non sembra così armato per questa rivoluzione, ma visto l’ambizioso obiettivo al quale sarà davvero importante arrivare, si rende necessario un impegno straordinario. Con queste risorse, resta un solo dubbio: chi farà lo straordinario?

 

[1] Si veda R. Girotto, “La normalità degli eroi”, in Strumenti di lavoro n. 4/2022.

Laboratorio Contratti di lavoro