Pianeta Acqua, dalla siccità di laghi e fiumi alla protezione dell’Alto Mare
di Sabrina Lorenzoni - BioEcologa Green Blogger Scarica in PDFTante volte abbiamo sentito dire che il nostro Pianeta si dovrebbe chiamare Pianeta Acqua. Oltre il 70% della superficie della Terra è coperto da acqua, soprattutto salata: mari e oceani sono il nostro grande serbatoio idrico. Ma l’acqua dolce, quella di fiumi e laghi, è solo un 2,5% di tutta l’acqua del Pianeta, un bene estremamente raro e prezioso.
Ce ne siamo accorti la scorsa estate, secca e arida, lo scorso inverno, senza neve e senza pioggia e l’arrivo della primavera ci pone di fronte ad una situazione difficile.
In Italia stiamo vivendo una crisi idrica importante. Il termine siccità è diventato troppo riduttivo. I dati del CNR dicono che il 2022 è stato l’anno più caldo dal 1800 ad oggi, la piovosità è diminuita negli ultimi anni del 30% circa e lo scorso inverno sulle Alpi è caduto un terzo della neve attesa.
Il fiume Po è a secco. I dati di metà febbraio al Ponte della Becca indicano il livello del grande fiume al di sotto dello zero idrometrico di oltre tre metri. Anche i suoi affluenti e i grandi laghi della Pianura Padana soffrono la siccità con percentuali di riempimento inferiori di un 20-40% rispetto alla norma.
L’acqua salata del mare, il cuneo salino, entra sempre più all’interno del fiume, creando condizioni di vita diverse per le specie vegetali e animali e un potenziale danno per l’agricoltura. Pochi giorni fa nel Po sono state trovate conchiglie di specie di molluschi mai viste prima perché tipiche di un ambiente marino.
Il deficit idrico è grave: poca neve e poca pioggia in inverno mettono a rischio i raccolti e fanno prevedere una nuova estate da record caldo e siccità.
Raccogliere dati, prevedere il futuro, valutare scenari possibili sarà sempre più fondamentale. Se la siccità e la mancanza di pioggia e neve ci fanno preoccupare per i nostri ecosistemi fluviali e lacustri, il mare e gli oceani possono concedersi di festeggiare un nuovo importante traguardo.
L’accordo sull’Alto Mare è stato raggiunto poche settimane fa dai circa duecento Paesi che fanno parte dell’ONU. Dopo oltre quarant’anni di lavori e più di quindici anni di negoziati, è stato approvato un documento che tutela quella parte di mare al di fuori dei confini nazionali: l’Alto Mare.
Un traguardo che permette di festeggiare il decennio che stiamo vivendo, il Decennio del Mare 2021-2030, come è stato dichiarato questo periodo dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO.
La protezione degli oceani significa salvaguardare habitat marini, ricchi di flora e fauna ancora spesso sconosciuta. L’Alto Mare è una zona immensa del nostro Pianeta tanto da rappresentare la metà per estensione.
Una grande riserva di acqua e specie, ma anche un enorme aiuto nell’assorbire l’anidride carbonica che produciamo in eccesso sulla terraferma.
In natura è tutto collegato: assorbire anidride carbonica significa abbassare la temperatura dell’aria e ridurre il cambiamento climatico, un fenomeno col quale dobbiamo confrontarci ogni giorno. Per approfondire il tema dei cambiamenti climatici ti invito a leggere il post sul blog LeROSA.