La settimana finanziaria
di Mediobanca S.p.A.IL PUNTO DELLA SETTIMANA: il primo trimestre del 2022 in 8 grafici
L’economia mondiale ha iniziato il 2022 con una crescita solida e sopra il potenziale, benché debba ancora fronteggiare alcuni venti contrari ereditati dal 2021, in particolare le strozzature delle catene di produzione e gli alti costi di trasporto via mare. Un recente studio[1] dell’IMF mostra che l’impatto inflativo dei costi di spedizione continuerà a crescere fino alla fine del 2022. | Tuttavia, la crescita economica nel 2022 beneficia anche degli effetti alcuni importanti fattori che ne assicurano la resilienza: la ricostituzione dei magazzini, un elevato eccesso di risparmio delle famiglie, forti bilanci aziendali, una politica monetaria ancora accomodante e una politica fiscale attiva. |
L’attuale situazione geopolitica ha posticipato il raggiungimento del picco dell’inflazione globale. L’inflazione resta elevata in tutti i principali paesi, come evidenziato non solo dalla componente headline, a causa principalmente dei rincari dei prezzi dell’energia, ma anche dalla componente core, segno che le pressioni inflative sono ormai diffuse a più settori. | Il primo trimestre 2022 sarà ricordato per la svolta hawkish delle banche centrali. Il ritiro dello stimolo monetario legato alla crisi pandemica si preannuncia piuttosto rapido, nell’attesa di capire se ciò basterà a riportare l’inflazione verso l’obiettivo. |
Il conflitto Russia-Ucraina sta creando pressioni al ribasso sulla crescita economica del primo semestre 2022 e al rialzo sull’inflazione. L’aumento dei prezzi delle materie prime, la riduzione degli scambi con la Russia (dovuta alle sanzioni internazionali) e lo shock sulla fiducia di consumatori ed imprese si configurano come i principali canali di trasmissione. | Poiché la Russia fornisce a livello globale circa il 16% del gas naturale e l’11% del petrolio, i timori legati alla conseguente scarsità della loro offerta hanno spinto al rialzo i prezzi del petrolio e delle altre materie prime energetiche. |
L’aumento dei prezzi delle materie prime ha impattato negativamente la fiducia dei consumatori. I risparmi accumulati dai consumatori durante la pandemia dovrebbero attutire l’impatto del rincaro energetico sulla spesa. | Prima dell’invasione dell’Ucraina, l’economia dell’Area Euro stava recuperando slancio dopo l’ondata della variante Omicron e gestendo gli elevati prezzi dell’energia più facilmente del previsto. La guerra frenerà la ripresa primaverile, ma l’effetto complessivo dipenderà dalla durata del conflitto e delle sanzioni economiche. |
A cura di Teresa Sardena, Mediobanca SGR
SETTIMANA TRASCORSA
Due fattori hanno frenato l’attività manifatturiera a marzo. In primo luogo, la diffusione della COVID in Cina ha portato a nuove chiusure nei principali centri di produzione. In secondo luogo, il conflitto tra Russia e Ucraina ha portato a ulteriori problemi di supply-chain per le fabbriche globali.
EUROPA: l’inflazione dell’Area Euro in marzo raggiunge il 7,5%
ASIA: gli indici PMI dei paesi asiatici mostrano che stanno aumentando i rischi deflazionistici
In Giappone, l’indagine Tankan del primo trimestre 2022 ha mostrato la prima correzione dal 2020, a 14 dal precedente 17 per le grandi imprese manifatturiere, con la previsione per giugno in ulteriore calo, a 9. L’indebolimento dell’attività è diffuso a tutti i comparti, ma particolarmente marcato nel segmento auto che comunque prevede un miglioramento per giugno. L’indice per le grandi imprese non manifatturiere è calato a 9, da 10, con le aspettative a tre mesi in riduzione a 7. Fra i settori la contrazione più eclatante ha riguardato il comparto alberghiero e della ristorazione sulla scia delle restrizioni causate dall’ondata pandemica di inizio anno, con una previsione di miglioramento molto moderato. Le imprese hanno in generale riportato crescenti pressioni verso l’alto sui prezzi degli input e segnalato trasferimenti sui prezzi di vendita in intensificazione, sia a marzo sia nelle previsioni per giugno. In termini aggregati, i piani di investimento hanno previsto una variazione di +2,2% a/a.
USA: mercato del lavoro sempre più sotto pressione
MERCATI AZIONARI
Roller coaster ad inizio settimana per i mercati azionari europei sul newsflow di negoziati tra Russia ed Ucraina. Il piccolo passo in avanti sembrava essere stato raggiunto in Turchia riguardo all’impegno russo di de-escalation militare da Kiev rimasto, però, in una fase di “attenta revisione” da parte degli alleati Nato, specialmente USA. Dato lo scetticismo, i mercati hanno corretto nelle sedute di mercoledì e giovedì (giorni coincidenti con scadenze tecniche e rebalancing) e anche i mercati americani ne hanno risentito in apertura (eccezion fatta per il FTSE 100 in UK, il quale non ha registrato particolari contraccolpi). Nel dettaglio, EuroStoxx a +1.70% (con il +2.80% di martedì seguito da -0.96% e -1.27% dei gg successivi) trainato dalle Auto e Utilities +4% rispetto al -4% di Basic Resources; FTSE MIB a +2.40% con Saipem ed Amplifon a +11% contro Leonardo, Nexi e Telecom Italia a -4.50% con l’indice ITAMID Cap a +1.62%. TIT in declino a seguito di news sulla creazione di una rete unica che allontanerebbe l’ipotesi di opa KKR. S&P500 meno tonico a -0.30% trainato da Auto +6%, Airlines +4.50% e frenato da Steel -5.70% e Regional Banks -5.90%; Nasdaq 100 a +0.60%. In termini di stili di investimento, il “value” nella settimana ha sottoperformato dell’1% lo stile “growth. In fase di rientro verso la normalità gli indici di volatilità VIX e VStoxx, rispettivamente a 20 e 28. Restano sotto osservazione i livelli di inflazione per i timori di “stagflazione/recessione” dato il recente movimento della curva dei tassi 2-10Y che si è invertita intraday in settimana ed è al momento flat); in settimana è stato reso noto il dato di inflazione tedesca (CPI) che ha toccato il +7.6% a fronte di una previsione a +5.5%. Dai trading desk emerge come l’atteggiamento di sell-off degli Hedge Funds (specialmente nei momenti tattici di risalita del mercato) sia ancora in atto ed orientato ai titoli più difensivi, value e quality, contro un’esposizione più lunga dei retails. Ad ogni modo, mercati con volumi bassi. In termini di revisioni degli EPS, l’EPS revision ratio è sceso sotto 1, indicando che le società europee stanno subendo al momento più downgrades che upgrades degli utili. La mancanza di visibilità e l’aumento dei costi è la ragione principale di molte guidance sospese o riviste da parte delle società (specialmente sui target di revenues e sui livelli di marginalità nonostante il tentativo di ribaltamento dell’aumento prezzi sui clienti finali). Le revisioni rimangono positive per Energy, Materials, Tech e Utilities. In Asia continuano i semi-lockdown, questa volta imposto da Shanghai, che alimentano timori di un possibile ripercussione negativa sulla crescita. I maggiori flussi in entrata della settimana sono da attribuirsi ad ETF sull’S&P500 contro il maggior outflow sul Russell 2000 e Russell 1000 Growth. A cura del team Core Equity Value di MB SGR VIEW STRATEGICA La view sul comparto azionario continua ad essere costruttiva per un trimestre che, pur con una certa volatilità, presenta una buona crescita degli utili e una stagionalità attraente per le attività finanziarie rischiose. Tra i rischi a questo scenario un certo grado di rallentamento macroeconomico, la normalizzazione della politica monetaria (che potrebbe risentire di un tasso di inflazione più alto più a lungo) e i timori sul mercato immobiliare cinese. Azionario USA: I trend di lungo termine proseguono su traiettorie al rialzo sostenibili, il ciclo economico (pur in rallentamento) è ancora favorevole e le condizioni finanziarie rimangono accomodanti. Nell’attuale contesto geopolitico l’area statunitense appare favorita alla luce di 3 fattori: l’indipendenza energetica la rende meno fragile ai rialzi dell’oil, il livello dell’interscambio commerciale con la Russia è modesto ed infine la composizione dell’indice azionario la rende più resiliente agli attuali rischi. Azionario Europe: L’attuale situazione geopolitica e la dipendenza energetica dell’EMU suggeriscono di portare a neutrale l’esposizione sul settore. L’incertezza geopolitica resta, tuttavia, bilanciata da politiche fiscali espansive, marcato accomodamento monetario e dalla debolezza dell’EURO. Elementi di rischio da monitorare sono legati a un possibile inasprimento delle operazioni militari e alle conseguenti contromisure economiche. |
MATERIE PRIME E VOLATILITA’
Prezzo del petrolio torna sotto i 100 dollari al barile, sulla scia del rilascio delle riserve strategiche da parte degli Stati Uniti per contenere i prezzi. Il presidente Biden inviterà le aziende USA a rilasciare 1 milione di barili al giorno per 6 mesi, per un ipotetico alleggerimento cumulato di 180 milioni di barili. L’idea è anche quella di coinvolgere altri paesi produttori; se ne discuterà oggi in sede IEA (l’Agenzia Internazionale per l’Energia). In rialzo invece il prezzo del gas europeo, che torna sopra i 120 euro per megawattora, sulla scia del decreto firmato da Putin, che impone alle aziende europee acquirenti di gas di aprire conti correnti presso banche russe (come Gazprombank) con l’obiettivo di pagare in euro o dollari ma di consentire lo swap in rubli da parte delle banche russe. Un escamotage che non è detto incontri l’accordo dei paesi europei, con la minaccia dell’interruzione delle forniture. Infine, si è conclusa in linea con le attese la riunione dei paesi dell’OPEC+, che hanno incrementato solo marginalmente la produzione, ratificando la fornitura di 432.000 barili al giorno previsti per maggio. TASSI DI CAMBIO La scorsa settimana non ha offerto alcun movimento significativo nel mercato FX. I temi che hanno plasmato il mercato dalla riunione del FOMC a metà marzo rimangono sostanzialmente intatti. Tra le valute del G10 non si sono registrati movimenti degni di nota, ad eccezione dello Yen. La valuta giapponese ha completato un impressionante movimento di deprezzamento lunedì, perdendo ad un certo punto della giornata più del 2,5%; nei giorni successivi ha recuperato quasi tutta la perdita e ha chiuso la settimana invariata contro il dollaro. La ragione di questo movimento è stata la decisione della Banca del Giappone di mantenere una posizione monetaria di sostegno, difendendo lo strumento di controllo della curva dei rendimenti introdotto anni fa. Nei mercati emergenti, le valute dell’Europa centrale hanno continuato ad apprezzarsi contro il dollaro. La decisione di aumentare i tassi in Ungheria e nella Repubblica Ceca ha contribuito a sostenerne le valute. La corona ceca, lo zloty polacco e il fiorino ungherese si sono apprezzati di oltre l’1,5% durante la settimana. Il rublo russo ha completato il recupero della perdita subita dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. La richiesta di pagare il petrolio e il gas russo in rubli rimane la ragione principale dell’apprezzamento. A cura del team obbligazionario di Mediobanca SGR |
I MERCATI NEL MESE DI MARZO
Durante il mese di marzo i mercati sono stati guidati oltre che dall’evolversi del conflitto in Ucraina dalla svolta hawkish delle banche centrali e dalla rimodulazione delle aspettative sulla politica monetaria della FED che ora appare behind the curve ed +è attesa accelerare il ritmo di restringimento della politica monetaria.
LA PROSSIMA SETTIMANA: quali dati?
- Europa: la prossima settimana sarà pubblicata la lettura finale per il mese di marzo del dato sul PMI dei servizi e composito per Italia, Francia, Spagna, Germania ed Area Euro. In Spagna verrà fornito il dato sulla variazione dell’occupazione, in Francia la produzione industriale, in Italia le vendite al dettaglio, in Germania la produzione industriale e gli ordinativi industriali mentre nell’Area Euro le vendite al dettaglio e l’indice dei prezzi alla produzione.
- Stati Uniti: saranno pubblicate la lettura finale di marzo sul PMI dei servizi e composito. Completano il quadro gli ordinativi industriali, la bilancia commerciale e le scorte all’ingrosso.
- Asia: sia in Cina sia in Giappone saranno pubblicati i dati sul PMI dei servizi e composito a cura di Caixin e della Jibun Bank, rispettivamente. In aggiunta, in Giappone sarà la volta della bilancia delle partite correnti, della bilancia commerciale, della fiducia dei consumatori e della spesa delle famiglie.
A cura della Funzione Asset Allocation
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