3 Ottobre 2018

L’Inail invia i questionari: pronti per la nuova tariffa?

di Fabrizio Vazio

L’Inail si sta preparando all’applicazione delle nuove tariffe dei premi: conclusa la parte tecnica, ora si attende il via da parte dei Ministeri, invero non scontato. Nel frattempo l’Istituto invia un questionario a 55.000 aziende per effettuare correttamente il passaggio al nuovo sistema tariffario. Vediamo le avvertenze per le aziende, anche per quelle che non riceveranno il questionario.

 

Dalle tariffe del 2000 a oggi

Le tariffe Inail in vigore hanno costituito nel 2000 un’norme novità, in primis perché appunto erano 4, secondo la suddivisione impostata nel D.Lgs. 38/2000:

  1. industria, per le attività: manifatturiere, estrattive, impiantistiche; di produzione e distribuzione dell’energia, gas e acqua; dell’edilizia; dei trasporti e comunicazioni; della pesca; dello spettacolo; per le relative attività ausiliarie;
  2. artigianato, per le attività di cui alla L. 443/1985 e successive modifiche e integrazioni;
  3. terziario, per le attività commerciali, ivi comprese quelle turistiche; di produzione, intermediazione e prestazione dei servizi anche finanziari; per le attività professionali e artistiche: per le relative attività ausiliarie;
  4. altre attività, per le attività non rientranti fra quelle di cui alle lettere a), b) e c), fra le quali quelle svolte dagli Enti pubblici, compresi lo Stato e gli Enti locali, e quelle di cui all’articolo 49, comma 1, lettera e), L. 88/1989.

In più, rispetto alla precedente tariffa unica, era completamente diversa la logica delle riclassificazioni: assumevano infatti grande importanza le dichiarazioni inviate all’Istituto dall’azienda.

Ove esse fossero veritiere non era (e non è) possibile all’Istituto rettificare il premio in aumento con decorrenza retroattiva, nemmeno senza richiedere le sanzioni, salvo che non si trattasse di variazione di attività (articoli 16, 17 e 11, D.M. 12 dicembre 2000).

Le tariffe vigenti hanno avuto una durata decisamente inusitata: quasi 20 anni, nel corso dei quali il progresso tecnologico ha reso molto voci assolutamente inadeguate a leggere determinati processi produttivi come sono attualmente.

Nel corso degli ultimi anni, l’Inail, anche sulla scorta di quanto riportato all’interno della L. 147/2013, sta portando avanti in costante rapporto con le parti sociali il progetto di riforma delle tariffe.

Ora, dal punto di vista tecnico l’iter è pressoché concluso e occorre iniziare i passaggi necessari per migrare dalle vecchie alle nuove tariffe.

Si badi bene: questo non significa che le nuove tariffe entreranno in vigore da gennaio 2019 o comunque molto presto, perché, come tutti sanno, una cosa è la parte tecnica, un’altra cosa è la valutazione politica, che spesso prescinde dall’aspetto tecnico.

Non è un mistero che le nuove tariffe dovrebbero rappresentare una forte riduzione del costo del lavoro e questo, evidentemente, va inquadrato in un contesto più generale di politica economica. Tuttavia, in attesa che i Ministeri vigilanti decidano sull’entrata in vigore delle tariffe, varando il necessario decreto, l’Inail ha iniziato i passaggi necessari per non farsi trovare impreparati alla “migrazione”.

Vediamo cosa ha fatto l’Istituto, cosa sta facendo e quali sono le avvertenze per aziende e consulenti in questo delicato momento di passaggio.

 

Adeguare le tariffe: è il momento dei questionari

Non si tratta solo di ridurre i tassi, ma più generalmente di adeguare il complesso tariffario al mondo produttivo di oggi; sperabilmente si tratta anche di ridurre le voci per semplificare la classificazione e ridurre anche il contenzioso.

L’obiettivo è assai ambizioso e, naturalmente, occorre cambiare molte delle voci di tariffa, alcune perché sono ormai obsolete, altre perché hanno dato origine a incertezza classificativa, altre debbono essere accorpate perché non sono più significative dal punto di vista statistico, in quanto le aziende sono troppo poche.

Come passare dunque dalla vecchia alla nuova tariffa se l’Istituto è in possesso di molte informazioni, che sono però adeguate a leggere la classificazione a oggi e non quella futura?

La prima scelta dell’Istituto è quella di inviare dei questionari non a tutte le aziende, ma a circa 55.000 di esse. Si tratta di datori di lavoro per i quali le informazioni in possesso dell’Istituto non sono sufficienti a garantire il passaggio tra vecchio e nuovo mondo tariffario, perché presumibilmente sono classificati a voci di tariffa che troveranno riferimenti diversi.

Vediamo qualche esempio concreto.

ESEMPIO 1

La voce 0213 dell’attuale tariffa Terziario recita:

Stabilimenti balneari, campeggi; villaggi turistici, ecc. (compresi i servizi annessi; se a sé stanti v. voci specifiche).”

Si tratta di attività evidentemente diverse, perché, anche dal punto di vista del rischio di infortunio, c’è evidente differenza fra un campeggio e uno stabilimento balneare.

L’Istituto perciò, nell’ottica di acquisire informazioni finalizzate a suddividere i rischi nella prossima tariffa, invia il questionario alle aziende classificate alla voce in esame e formula 2 precise domande:

1) l’attività dell’azienda è un villaggio turistico o un villaggio albergo o un campeggio (compresi gli eventuali servizi annessi di ristorazione, sportivi, di animazione e balneazione)?

2) l’attività dell’azienda è di stabilimento balneare, spiaggia libera attrezzata?

È il caso di ribadire che l’azienda dovrà prestare la massima attenzione nella risposta, per evitare di passare a una tariffa errata ed esporsi a eventuali recuperi di premio da parte dell’Istituto.

ESEMPIO 2

Particolare rilievo ha l’invio del questionario alle aziende del settore Terziario classificate contemporaneamente alla voce 0722 e a una o più voci del Commercio.

Le voci sono:

  • 0111 (Commercio di ogni genere di merce)
  • 0131 (Commercio all’ingrosso nei magazzini senza attrezzature meccaniche)
  • 0133 (Commercio all’ingrosso dei materiali da costruzione nei magazzini senza attrezzature meccaniche)
  • 0114 (Autosaloni, benzinai, autorimesse)
  • 0121 (Commercio all’ingrosso nei magazzini con attrezzature meccaniche)
  • 0122 (Commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi: deposito, trasporto e vendita)
  • 0123 (Commercio all’ingrosso dei materiali da costruzione nei magazzini con attrezzature meccaniche).

La domanda del questionario è finalizzata a sapere se l’azienda ha personale che effettua esclusivamente attività d’ufficio.

Il questionario precisa che per attività di ufficio si intende la gestione del personale, gestione amministrativa e commerciale, elaborazione buste paga, contabilità.

NON costituisce attività d’ufficio, secondo quanto precisato dall’Inail, l’attività di front office, nonché le operazioni di cassa, la gestione del magazzino, il controllo remoto di attrezzature, macchine o impianti.

Non sfugge, evidentemente, che la richiesta dell’Istituto è presumibilmente finalizzata a un radicale ripensamento della voce 0722, che ad oggi è stata dedicata in gran parte al personale che fa uso di registratore di cassa.

 

La comunicazione all’azienda …

La comunicazione all’azienda, intitolata “Acquisizione chiarimenti sul rischio assicurato tramite questionario online sulla descrizione attività” comprende, appunto, l’invito ad accedere alla sezione “questionario attività”, disponibile sul sito Inail a partire dal 20 settembre 2018 e rispondere alle domande appositamente formulate.

Essa prevede, altresì, che la risposta venga inviata tramite l’apposito servizio on line “Descrizione attività” entro il 10 ottobre.

La comunicazione richiama la necessità di aggiornare il rischio assicurato in vista dell’avvio della nuova tariffa e avverte il datore di lavoro che è necessario porre massima attenzione alla compilazione.

 

E quella al consulente …

Al consulente viene, invece, inviata una comunicazione con lo stesso oggetto, che illustra l’operazione di aggiornamento rischio in corso e comprende l’elenco delle aziende in delega cui è stato inviato il questionario: ciò consente all’intermediario di rapportarsi con l’azienda per rispondere nel modo più corretto.

È possibile rispondere anche per l’intermediario, ma è altamente consigliabile che egli sì raccordi con l’azienda per evitare risposte errate.

 

Attenzione …

Le ulteriori avvertenze sono legate alla valenza del questionario, che evidentemente è importante soprattutto se le nuove tariffe confermeranno il principio secondo il quale le denunce inviate all’Istituto sono centrali al fine di stabilire se l’Inail può richiedere eventuali premi arretrati correlati dalle sanzioni.

È evidente, infatti, che, qualora la compilazione del questionario sia errata e venga indicata un’attività non svolta, la migrazione sarà sbagliata e, quindi, vi è il rischio che l’Istituto richieda in seguito premi arretrati con le sanzioni civili.

La comunicazione può essere inviata solo on line e non sarà trattata dalle sedi (con le quali, beninteso, si può interagire per avere informazioni), ma direttamente dal centro che abbinerà il questionario al cliente di pertinenza, ovviamente facendo buona memoria di quanto dichiarato, al fine di consentire un passaggio corretto dalla vecchia alla nuova tariffa.

 

Le avvertenze per chi non riceve il questionario

Chi non riceve il questionario, e sarà decisamente la maggioranza delle aziende, ha tuttavia l’occasione per effettuare alcune verifiche importanti in vista del passaggio alla nuova tariffa.

In primis, bisogna verificare l’inquadramento settoriale, che, come noto, deve coincidere con quello in atto all’Inps.

Ove esso non sia coincidente, è un problema, perché la migrazione avverrà verosimilmente alla gestione errata.

In vigenza delle attuali tariffe, si è sviluppato un contenzioso circa la retroattività del reinquadramento, che spesso ha visto l’Inail soccombente.

A tale proposito, è evidente che si dovrà vedere il disposto delle nuove modalità di applicazione delle tariffe per verificare se il problema è stato risolto, ma certo è che, ove la gestione tariffaria in atto all’Inail non sia coincidente con l’inquadramento Inps, il passaggio dal “vecchio” al “nuovo” potrebbe portarsi dietro l’errore.

Quanto alla classificazione, è opportuno controllare che essa sia corretta e ancora in linea con l’attività aziendale.

È necessario informarsi, se non se ne è a conoscenza, se l’attività sia variata, in tutto o in parte:

  • sono iniziate nuove lavorazioni?
  • ne è cessata qualcuna fra quelle assicurate?

Si tratta di avvertenze che sono valide sempre, ma a maggior ragione in questo momento, perché un errato passaggio a una voce di tariffa che non rispecchia le lavorazioni aziendali potrebbe vanificare in parte un possibile risparmio in termini di premi.

Particolare attenzione deve essere posta alle posizioni ponderate, che dovevano scomparire con la tariffa del 2000, ma che ad oggi sono ancora vive e vegete.

Ove la ponderazione non sia stata variata nel corso degli anni (e normalmente è così, altrimenti molto spesso la posizione sarebbe stata cessata e passata a più rischi) bisogna verificare che le incidenze non siano mutate: ciò sempre nell’ottica di garantire un passaggio corretto alla nuova tariffa e per non vanificare eventuali possibili risparmi o peggio per non esporre l’azienda al recupero di possibili differenze tasso.

 

E adesso … aspettiamo

L’Inail ha predisposto una precisa programmazione per i prossimi mesi, finalizzata ad arrivare all’autoliquidazione con i nuovi tassi già in vigore: come sempre, infatti, i mesi prima della scadenza per il pagamento del premio hanno molti appuntamenti importanti, tra cui la trasmissione del 20SM e quella riferita alle basi di calcolo.

Non si tratta solo di passare da determinate voci di rischio e determinati tassi ad altri, ma di cambiare le Modalità di applicazione della tariffa che riguardano oscillazioni, sconti, rettifiche classificative, variazioni di rischio, etc..

A questo punto, come già si è detto, sta ai Ministeri vigilanti decidere se si vuole sollecitamente approvare la nuova tariffa; è il caso di ricordare che nel 2000 le tariffe oggi vigenti vennero approvate con D.M. 12 dicembre 2000, ma la vigenza era fissata al gennaio precedente.

V’è da augurarsi che, in questo caso, le decisioni politiche siano sollecite e il delicato passaggio dal sistema tariffario vecchio a quello nuovo possa essere gestito senza eccessive difficoltà e in tempi ragionevoli.

 

Si segnala che l’articolo è tratto da “La circolare di lavoro e previdenza“.

 

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